Avrebbe compiuto 59 anni Mario Bignone, Primo Dirigente della Polizia di Stato e Capo della Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. Un terribile male gli ha fatto abbandonare i suoi affetti e la sua divisa a soli 44 anni. Ma oggi nel giorno del suo compleanno colleghi, amici e i ragazzi, diventati sempre più uomini, di Addiopizzo lo hanno ricordato nella sede che porta il suo nome. Tutti ricordano il sorriso e la professionalità di
Bignone, napoletano, entrò nei ruoli della polizia nel novembre del 1990 come allievo vice ispettore e venne assegnato, al termine del corso di formazione, alla Squadra mobile della questura di Napoli dove fece arresti eccellenti. Nel 1999 fu promosso per meriti straordinari alla qualifica di Ispettore Superiore.Nel 2002, divenuto vice commissario, venne poi assegnato alla Squadra mobile della Questura di Palermo, dove ha svolto i compiti prima di funzionario addetto alla Sezione criminalità organizzata e poi di dirigente della Sezione Catturandi ottenendo risultati eccellenti.
Indimenticabili gli arresti di Raccuglia, Lo Piccolo e Nicchi. A riavvolgere il nastro della memoria è Daniele Marannano di Addiopizzo.
"Ricordo l'estate del 2004, dagli adesivi che hanno tappezzato Palermo, dalle prime storie di denuncia di commercianti e imprenditori che trovarono il coraggio di ribellarsi, è vero il cammino è stato collettivo e lungo. Un cammino che si è realizzato grazie al contributo di Mario, capo della Catturandi scomparso solo a 44 anni per una malattia. Mario è stato per noi il primo funzionario della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Palermo che aprì del suo ufficio. Per noi non era scontato e non avremmo mai pensato che uomini e donne di una struttura investigativa si confrontassero con dei singoli cittadini. Eppure siamo qui. Abbiamo creato, per offrire a chi volesse affrancarsi alle estorsioni, la possibilità di denunciare. Un percorso che negli anni abbiamo condiviso anche con l'Arma dei Carabinieri e con il Gioco della Finanza insieme ai magistrati. Lo dobbiamo a Mario e alla sua visione di inclusione che ha lasciato un segno nella storia di Addiopizzo e nella storia della cittá. Mario era un'autorità per questa cittá ed era autorevole. Era generoso e aveva una cura delicata delle relazioni oltre ai ruoli".
Un pensiero anche sentito quello dell'avvocato di Addiopizzo Salvo Caradonna che ha riletto una lettera di Mario che era stata letta dall'amata Giovanna Geraci
"Ricordo l'estate del 2004, dagli adesivi che hanno tappezzato Palermo, dalle prime storie di denuncia di commercianti e imprenditori che trovarono il coraggio di ribellarsi, è vero il cammino è stato collettivo e lungo. Un cammino che si è realizzato grazie al contributo di Mario, capo della Catturandi scomparso solo a 44 anni per una malattia. Mario è stato per noi il primo funzionario della sezione criminalità organizzata della Squadra Mobile di Palermo che aprì del suo ufficio. Per noi non era scontato e non avremmo mai pensato che uomini e donne di una struttura investigativa si confrontassero con dei singoli cittadini. Eppure siamo qui. Abbiamo creato, per offrire a chi volesse affrancarsi alle estorsioni, la possibilità di denunciare. Un percorso che negli anni abbiamo condiviso anche con l'Arma dei Carabinieri e con il Gioco della Finanza insieme ai magistrati. Lo dobbiamo a Mario e alla sua visione di inclusione che ha lasciato un segno nella storia di Addiopizzo e nella storia della cittá. Mario era un'autorità per questa cittá ed era autorevole. Era generoso e aveva una cura delicata delle relazioni oltre ai ruoli".
Un pensiero anche sentito quello dell'avvocato di Addiopizzo Salvo Caradonna che ha riletto una lettera di Mario che era stata letta dall'amata Giovanna Geraci
( moglie di Mario) ai suoi funerali in un affollata Cattedrale. Ecco alcune parole lette da Alessandra Perrone di Addiopizzo e Piergiorgio Di Cara, Dirigente della Polizia di Stato:"«Voi, ragazzi della sezione catturandi e voi ragazzi dell’associazione di Addiopizzo e Libero Futuro, siete l’esempio di come sia cambiata o di come dovrebbe cambiare in positivo questa società, voi siete al tempo stesso l’immagine positiva e sana di un popolo, simbolo di riscatto, della resistenza, la rivincita di Palermo. Siate di questo coscienti ed orgogliosi, siate ancora una volta d’esempio".
In questa lettera un pensiero agli uomini e alle donne della Catturandi, alla forza e alla volontà del cambiamento e parole di amore per la sua Giovanna che aveva condiviso le sue battaglie. " "Io all'epoca dei suoi funerali decisi di leggerla ha sottolineato Giovanna Geraci era stata scritta di suo pugno.Grazie di essere tutti qui per me è un'emozione grandissima".Alla mattinata ha partecipato prima come amico e poi come Questore, Maurizio Calvino."Potrei scrivere un enciclopedia sul legame e gli aneddoti vissuti con lui. Posso dire che c'è stato un periodo prima e uno dopo Mario.Lui è stato protagonista di una rivoluzione organizzativa e lavorativa di quel periodo. Era carico di entusiasmo e aveva una capacitá di coinvolgimento incredibile.La sua pregressa efficienza nella Squadra Mobile di Napoli era nota poi qui ha fatto cose grandiose. Era un fuoriclasse.Era capace di trascinare senza fare gesti eclatanti. Ringrazio Daniele Marannano e Addiopizzo per aver voluto ricordarlo nel giorno del suo compleanno. Un giorno di vita. Lui da qualche parte ci stará osservando ne sono sicuro".
Nella sala di Addiopizzo davvero stracolma un ricordo e un ringraziamento è giunto da Ugo Forello tra i fondatori di Addiopizzo che ha voluto ringraziare l'allora Maurizio de Lucia(oggi presente nella sede di via Lincoln) che consigliò a Addiopizzo di confrontarsi con Mario Bignone. " Si lui ne voglio parlare e ne parlerò sempre con il sorriso. Mario era normale che ci trattasse quando era allo Sco ma lui anche da funzionario della Catturandi decise di farceli conoscere. Noi quando presero i latitanti eravamo sotto la Squadra Mobile di Palermo per festeggiare con lui. Addiopizzo era la rivoluzione della società civile al racket e alla cappa mafiosa". E lo stesso procuratore de Lucia ha voluto sottolineare il legame di Bignone per il suo lavoro e lo spirito di servizio.“ È l’espressione più autentica della motivazione che anima le forze dell’ordine".Una giornata che ha voluto ricordare e celebrare l'umanità e la professionalità di questo grande investigatore che ha lasciato un segno ed è stato protagonista nel cambiamento culturale di questa cittá .
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