Vernissage mostra fotografica “Tracce Oniriche: Fotografia tra memoria e materia” di Dodo Veneziano

Cefalù - Si inaugura sabato 24 maggio alle ore 18:30 allo Spazio Eventi Bastione, piazza Francesco Crispi 13/14, Cefalù la mostra fotografica "Tracce Oniriche: Fotografia tra memoria e materia” di Dodo Veneziano, la fotografia nell’era dell’edulcorazione delle proprie maschere.Un viaggio visivo tra imperfezione, memoria e identità. Tracce Oniriche è il titolo della mostra personale che segna una tappa fondamentale nel percorso artistico di Dodo Veneziano, dopo oltre quarant’anni di ricerca fotografica. Lontano dalla narrazione levigata e patinata dell’immagine contemporanea, questo progetto si fonda sull’accoglienza del difetto, del frammento e dell’errore come elementi centrali di un’estetica intima e sincera.
La selezione delle numerose opere in mostra non risponde a un criterio formale ma a un’urgenza interiore: ridare voce a quelle immagini rimaste a lungo silenziose nell’archivio personale, scartate in passato ma oggi risignificate alla luce di un cambiamento profondo nello sguardo e nella consapevolezza dell’autore.
Tracce Oniriche è una riflessione visiva sul tempo trascurato, sul potere della vulnerabilità e sul valore della memoria come materia viva. Un invito a riconoscere nella fotografia non un atto di perfezione ma un gesto di verità.
L'evento, organizzato nell'ambito del XIV Festival Settimana delle Culture, ospiterà durante la serata inaugurale la presentazione del saggio fotografico "Frammentazioni. (Re)sistenza fotografica di Dodo Veneziano" della storica e critica d'arte Laura Francesca Di Trapani.
Un attraversamento della fotografia, iniziato da un vissuto personale, fino al raggiungimento di una visione che possa appartenere a ognuno di noi, solcando la potenza di questo linguaggio non verbale che da sempre ci rende prede del suo fascino e del suo mistero. L’approccio scelto dall’autrice è all’insegna della soggettività (ma non potrebbe essere altrimenti). La lettura fotografica, come Susan Sontag ci insegna, deve essere individuale e non imposta, di chi in prima persona si appassiona e ragiona sulla nascita di un atto visivo, di chi vuole scegliere di descrivere l’umanizzazione di un autore e della sua opera. Raccontare la fotografia attraverso il percorso umano e artistico di Dodo Veneziano ha significato instaurare un processo di tipo conoscitivo, da cui sono derivate svariate riflessioni e confronti intorno al valore di un'immagine, al concetto di scarto fotografico, al significato di frammentazione fotografica, al concetto di doppio, alla visione intima tra il fotografo e il soggetto. Un percorso attraverso il linguaggio fotografico, in cui sono stati dipanati fili sottili di temi delicati e profondi, quali la memoria, l’identità, il dolore in un corpo, i meandri acquitrinosi di una mente. Una storia personale in cui la fotografia è stata vissuta come atto liberatorio, generando una narrazione visuale molto forte che ci ha permesso di leggere la propria esperienza attraverso quella dell’altro. Nella visione, nell’osservazione di un corpo, di un oggetto si instaura il dialogo col mondo circostante. Questa forma altamente meditativa è testimonianza della presenza dell’essere umano nello spazio, del suo sguardo che si concretizza. La fotografia - all’interno di un dibattito sulla conoscenza - rappresenta una disputa estremamente attiva a livello conoscitivo, estetico, filosofico per l’uomo. Poiché non si tratta meramente di immagini, ma di un processo, conseguenza di una visione intima, non esclusivamente generato da un dispositivo meccanico, ma da un dialogo che si è sedimentato nel tempo.

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