La storia di Maurizio ha inizio sette anni fa, quando un dolore toracico lo porta al pronto soccorso dell’Ospedale Buccheri La Ferla. Dopo una serie di accertamenti, arriva la diagnosi di carcinoma polmonare al quarto stadio. Nel 2018 inizia la prima chemioterapia. Nonostante gli effetti collaterali e le difficoltà, Maurizio non si arrende: “Sono sempre stato positivo e ottimista. Anche quando avevo paura, ho scelto di vivere”.
Nel 2020, l’avvio dell’immunoterapia segna una nuova fase per Maurizio: un trattamento che gli ha consentito non solo di proseguire nella lotta contro la malattia, ma anche di mantenere una qualità di vita invidiabile: “Il mio stile di vita non è cambiato. Non riesco a stare chiuso in casa – racconta La Blasca - vado al mare e in barca. Ho bisogno di uscire e continuare la stessa vita che facevo prima della diagnosi”.
Oggi, con 100 sedute di immunoterapie alle spalle, Maurizio celebra un risultato che per tanti è simbolo di speranza e continuità. Un cammino affrontato sempre con il sorriso, con una parola d’incoraggiamento per gli altri pazienti, e con il supporto di una compagna straordinaria, Sara, che sarà presto sua moglie. Sara non lo ha mai lasciato solo, nemmeno per un istante. Ha condiviso con lui ogni paura, ogni passo, ogni momento difficile, senza mai smettere di lottare. In questo giorno così speciale, Maurizio desidera esprimere un profondo ringraziamento alle persone che gli sono state accanto lungo questo cammino: alla famiglia Filosto; al direttore sanitario Francesco Cascio; a tutto il personale del Dipartimento Oncologico, con un pensiero particolare al dottore Gianfranco Mancuso, l’oncologo che lo ha seguito con competenza e dedizione; agli operatori e ai medici del settimo piano; al reparto di Radioterapia, e a Gesù, che Maurizio riconosce come guida spirituale e sostegno fondamentale in ogni fase della malattia. “Alla Maddalena mi sento a casa – conclude Maurizio – qui ho trovato una famiglia”. Un ringraziamento speciale anche agli amici che non hanno mai smesso di credere in lui, sostenendolo con affetto e presenza.
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