Cuffaro: "I nemici della contentezza segnano un punto, ma la partita del Ponte sullo stretto non è finita. Anzi"

"La decisione della Corte dei Conti ci amareggia, perché mette in discussione, e rallenta, la realizzazione di un’opera importantissima per lo sviluppo della Sicilia e dell'Italia intera". Lo dichiara Totò Cuffaro segretario nazionale della DC. "Un'opera che - continua - aspettiamo da tanti, troppi anni, perché tanti, troppi sono stati gli ostacoli che ad essa si sono sempre frapposti". "Già durante la mia presidenza, dovemmo affrontare mille resistenze - spesso e volentieri capziose - da parte della politica e del mondo ambientalista. Nemici della contentezza che non si sono mai arresi, e non si arrendono, all'ineluttabilità del progresso. Col governo Berlusconi - prosegue Cuffaro -la sinergia era totale, la determinazione assoluta, importanti i passi compiuti. Poi, però, la caduta del suo governo e l'avvento del governo Prodi (con Di Pietro ministro alle Infrastrutture) misero un freno a tutto ciò".
"Oggi tocca alla Corte dei Conti ed è, il suo, un intervento che suscita non poche perplessità. In un Paese democraticamente evoluto come il nostro - dichiara Cuffaro -, la scelta di un'opera così strategica non può essere rimessa alle decisioni della magistratura contabile: per quanto esse vadano rispettate nella loro costituzionale vocazione di controllo e garanzia, vi sono interessi pubblici superiori da difendere e portare avanti ed è un compito che spetta esclusivamente alla politica". "Rimane la certezza di un governo nazionale che affronta oggi le sfide più importanti con la giusta determinazione e che non arretra. Al ministro per le Infrastrutture, Matteo Salvini, va tutta la nostra gratitudine e sostegno: glielo dobbiamo da alleati politici, da sempre conviti assertori dell'importanza d'una infrastruttura che avrà un impatto straordinario sulle nostre vite e sulla nostra economia; e glielo dobbiamo da siciliani, che hanno tutto il diritto di guardare al futuro con ottimismo". "Amareggia ancor di più assistere, oggi più che mai, all'estrema polarizzazione del dibattito politico sul tema, come se il Ponte sullo stretto fosse un vessillo ideologico da sventolare alla bisogna e non, invece, una chance epocale per tutti. Anche per i nemici della contentezza", conclude Cuffaro.



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