GIANGIACOMO CIACCIO MONTALTO – IL PRESIDENTE POMA: UNA FERITA ANCORA APERTA
Fra poche ore saranno trascorsi trent’anni da quando a Valderice, mentre rientrava a casa nella notte del 25 gennaio 1983, venne brutalmente assassinato – per mano mafiosa - Giangiacomo Ciaccio Montalto, giovane quanto validissimo Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Trapani.
Trent’anni sono tanti, specie se rapportati al percorso umano di ognuno di noi, – ha dichiarato il Presidente Peppe Poma a nome dell’intero Consiglio Provinciale da lui rappresentato e che prenderà parte alle previste manifestazioni per ricordare il magistrato – eppure la tragica fine di Ciaccio Montalto rimane ancora una ferita aperta e dolorante nell’animo di ogni persona del nostro territorio perché Ciaccio, per la provincia di Trapani, ha rappresentato e rappresenta tuttora il simbolo per antonomasia del magistrato che non esita a farsi vittima sacrificale pur di non abdicare al suo mandato di difensore della legge, di garante della legalità, al quale non pesa l’etichetta di “magistrato scomodo”, che sa affrontare con coraggio ed estrema tenacia non solo la criminalità organizzata e mafiosa ai più alti livelli ma anche quella sorta di deserto ambientale e professionale, quella solitudine in cui viene probabilmente circoscritto dai rappresentanti di quegli stessi apparati che pure avrebbero dovuto garantirgli sicurezza e tranquillità. Giangiacomo Ciaccio Montalto seppe comprendere i meccanismi che consentivano e consentono tuttora alle organizzazioni criminal-mafiose di occultare e di utilizzare, ripulendole e moltiplicandole, le ingenti somme di denaro accumulate grazie alle tante attività illecite nascoste dietro paraventi di apparente legalità. Fu il primo magistrato infatti ad utilizzare e applicare la cosiddetta Legge La Torre, colpendo duramente gli interessi delle cosche.
Sono certo che soltanto insistendo sul percorso da lui indicato ed avviato – ha aggiunto Peppe Poma – sarà possibile contrastare efficacemente le nuove strategie economico-finanziarie della mafia che è destinata ad essere sgominata soltanto recidendo i collettori che rendono ancora redditizio lo svolgimento di talune attività pseudo-imprenditoriali messe al servizio, grazie ad una precisa visione e conduzione manageriale, del business malavitoso.