Pantelleria tra uve di Zibibbo, mare cristallino e pietre laviche

Il tempo della vendemmia ci porta a Pantelleria. A dire il vero, ci spinge con la forza del vento, che nell’isola soffia spesso. La Perla Nera del Mediterraneo non a caso è detta figlia del vento (Bent el Rion così la chiamavano gli arabi).
Partiamo dall’aeroporto di Punta Raisi a Palermo e arriviamo nell’isola dopo 40 minuti circa. Siamo nella parte nord-ovest. Da qui comincia il nostro tour.
















In macchina il giro completo dell’isola (che ha una superficie di 83 kmq) ti permette di osservare la sua tipicità.Pantelleria è un vero pezzo d’Africa, più vicina alla Tunisia che alle coste siciliane. Il suo paesaggio è aspro e affascinante con la sua pietra lavica nera interrotta dalle distese verdi dello Zibibbo, vitigno autoctono da cui nascono passiti di grande qualità. Intorno, vedi il mare cristallino e le chiazze bianche dei tetti dei dammusi, tipiche case rurali.


















L’isola si può girare in macchina o in motorino, ma il giro in barca
permette di vederla nel suo splendore. La costa frastagliata si mostra imponente. Gli accessi al mare non sono facili, se non da Cala Levante, che è una delle più belle dell’isola. La baia è sovrastata dal famoso Arco dell’Elefante, una scultura dono della natura. I profili della costa sono impervi, forse anche per questa ragione si dice che Pantelleria non è per tutti. Tra le cale, affascinanti sono anche Cala Tramontana e Cala Cinque Denti. Non troppo distante da quest’ultima, c’è il lago Specchio di Venere, un laghetto nato dal cratere di un vulcano, alimentato da acque sulfuree. Qui la gente si spalma di fango termale dalla testa ai piedi. Lo abbiamo fatto anche noi e ne garantiamo le proprietà benefiche per la pelle.
Il giro in barca affascina, ci si ferma per qualche tuffo. Poi si va via per un pranzo. Consigliamo alcuni posti gourmet da annotare. La Vela per esempio, nello Scalo di Scauri, è una famosa trattoria con una bella terrazza sul mare. Ottimo il rapporto qualità prezzo. Imperdibili qui sono gli spaghetti con i ricci di mare. OppureAltamarea, un ristorante, anch’esso sul porto di Scauri, ideale per assaporare i profumi e i colori dell’isola. Qui si può tornare anche all’ora dell’aperitivo o trascorrere una piacevole serata in compagnia di buona musica e bollicine.
Per chi volesse scegliere di trascorrere la giornata in paese, un posto consigliato per il pranzo è Il Cappero, una trattoria dalla cucina semplice e del territorio, che sfrutta le materie prime dell’isola.
Per chi lo desidera, dopo il pranzo, in zona, si può fare un po’ di shopping. Ci sono negozietti di souvenir e bijoux. Non molti, a dire il vero, ma al loro interno è possibile trovare qualche oggetto caratteristico da acquistare come ricordo oppure borse e collane con richiami tipicamente siciliani. Interessante invece il negozio De Simone per chi ama le ceramiche siciliane.
A fine pasto, si torna a fare il giro dell’isola. Intorno,
continuano incessanti le contrade delimitate da muretti a secco da cui fuoriescono piante di capperi selvatici, ingredienti principali della cucina pantesca. Stupiscono i filari di viti e gli ulivi, bassi e coltivati in ampiezza per proteggerli dal vento.
L’ora dell’aperitivo si avvicina. Pantelleria è regno di una azienda vinicola siciliana che si contraddistingue per la produzione di vini passiti e moscati: Cantine Pellegrino.
L’azienda gestisce lì 400 ettari di vigneti e raccoglie il 70% delle uve Zibibbo. Visitiamo la struttura in Contrada Cuddie Rosse. Il momento è perfetto per gustare un buon calice di Passito di Pantelleria, Nes.
Ma ci attende anche una novità. Si chiama Zukuà, nettare d’uva con soltanto 6 gradi di alcol. Una pausa dissetante e fresca.
Il dolce sapore dell’isola ritorna come un boomerang. Pantelleria è così. Selvaggia, difficile, ma estremamente dolce.
Si fa sera. Dove cenare? Da consigliare, il ristorante Al tramonto, in contrada Scauri Basso. Affacciati su una terrazza dal panorama incantevole, potrete assaporare una perfetta ospitalità e piatti sapientemente creati a partire dalle materie prime del territorio. Non perdetevi l’insalatina di pesce razza con pomodoro pachino e cialda al formaggio.
Altro ristorante da annotare è Il Principe e il Pirata. Il menù è caratterizzato dalla stagionalità delle materie prime abbinate all'antica cucina pantesca. L'ospitalità della famiglia, che con impegno lo gestisce, chiuderà dolcemente la vostra sosta. Non rinunciate al bacio pantesco, il dessert tipico: due cialde di sfoglia croccante farcite di ricotta.
Naturalmente, la notte a Pantelleria è lunga. Tra wine bar e locali, non ci si può annoiare. Memorabili le notti magiche della discoteca Oxidiana Club, appena fuori dal paese.

Infine ecco qualche indirizzo per dormire. Vi consigliamo il Resort Clublevante. Naturalmente, i dammusi, tipici edifici rurali rivestiti di pietra lavica con i tetti bianchi. Per chi volesse un villaggio a dimensione familiare, più comodo per i bambini, consigliamo il Suvaki, un complesso turistico con formula club e con una gestione rinnovata e curata.
Per il resto, non vi resta che andare a scoprire le meraviglie che l’isola può svelarvi. Pantelleria non vi piacerà da subito, se non fa per voi, ma c’è chi se ne innamora appena approdato. Di certo, non è un’isola per tutti. Ma fate attenzione: se si accenderà la passione per la Perla Nera, niente potrà più spegnerla.
(Francesca Landolina foodiedrivers.it)

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