SICILIA: A FAVIGNANA “IL TONNO DELLE EGADI” SI FA BEFFE DELLO STATO

Un cartello pubblicitario che tutti hanno notato tranne chi avrebbe dovuto, i rappresentanti dello Stato. L’implicita conferma dei contenuti del libro “Quando l’Ente mi tenta”.
I commercianti già più volte pizzicati a vendere tonno contraffatto continuano imperterriti ed indisturbati a vendere fischi per fiaschi. Siamo sempre sull’isola di Favignana, al termine di questa estate, tanto bella per i turisti quanto inquieta per alcuni fatti di cronaca che hanno recentemente turbato la quiete locale (intimidazioni, incendi dolosi ed aggressioni, taciuti dalla stampa tradizionale in maniera vergognosa).
Per tutta la stagione, infatti, dava (e dà tuttora) mostra di se nella centralissima piazza Matrice, al di fuori del negozio Capricci del Tonno (sempre quello), di Giuseppe La Torre (sempre quello, proprietario anche de La Casa del Tonno), gestito da Giuseppe Li Greci (sempre quello), un grande cartello che lancia questa pubblicità; “Solo da noi puoi degustare ed acquistare il tonno più buono pescato nelle acque delle Egadi”, la traduzione in inglese e, poco più sotto, “Tonno rosso di Mattanza”.

Ricordiamo che l’ultima mattanza a Favignana (Egadi) risale al 2007: da dove verrebbe, allora, ‘sto tonno “delle Egadi”?

Non si nota grande differenza, da un punto di vista comunicativo, con la scatoletta ingannevole che girava sino all’anno scorso, sino a che venne sequestrata una partita di tonno in scatola che, anziché di Favignana (come scritto sull’etichetta), proveniva da Malta e chissà da dove altro ancora.

Ora, quest’anno, da mesi, quel “tonno di Favignana” è diventato, nella réclame, “tonno delle Egadi”: ricordiamo che Favignana è il capoluogo delle Egadi ma su alcune scatolette acquistate da turisti creduloni c’è scritto, ora, “tonno del Mediterraneo”.

E molti hanno postato su facebook l’immagine di questo cartello che, visti i precedenti, pare farsi beffe del comune di Favignana, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Comunale, della Guardia Costiera, dell’Area Marina Protetta, della Polizia Penitenziaria etc., tutte istituzioni presenti in massa sulla piccola isola e che rappresentano, sino a prova contraria, lo Stato.

Non abbiamo pubblicato subito quest’immagine per osservare, nei mesi, se l’autorità costituita si rendesse conto, prendesse coscienza che, con il crescere del tam-tam mediatico, con la diffusione di quest’immagine e dei relativi commenti, essa stessa facesse una figura barbina, essa stessa venisse presa in giro.

Si vede, purtroppo, che queste istituzioni acconsentono a farsi prendere in giro, perché la vicenda, che abbiamo segnalato opportunamente nell’aprile del 2012, ha preso una piega grottesca che chiunque potrebbe facilmente interpretare come un aspetto di quel sistema di potere parallelo allo Stato -proprio quello- legittimato in qualche modo dal consenso e dalle intese e collaborazioni con funzionari ed istituzioni dello Stato, con i politici, nonché di un certo supporto sociale.

Altrimenti, questi personaggi non continuerebbero a prendere in giro le leggi e le istituzioni: o no?

Chi scrive ha svelato tempo fa il trucco della finta etichetta: ne ha scritto parecchio e, con grandi difficoltà e con interventi da fuori Sicilia, un anno fa qualcosa s’è mosso.

Ma poi, nella pratica, tutto è rimato siculamente immutato.

Anzi: si è percepito un imbarazzo da parte delle istituzioni locali a digerire la contestuale presenza, proprio nell’edicola dell’isola, proprio di fronte al negozio del tonno rosso di vergogna, di un libro che, tra tante inchieste, riportava anche una summa di quelle dedicate a questa “Finta tutela” (così si chiama il secondo capitolo di “Quando L’Ente mi tenta: viaggio d’inchiesta nella pubblica amministrazione da Nord a Sud”, Safarà Editore).
Un imbarazzo che ha poi debordato in un ridicolo teatrino su una banale presentazione del libro (banale perché se ne fanno tante), tenutasi a Favignana il 21 Agosto (quattro giorni dopo l’aggressione subita dalla moglie e dai figli del sottoscritto, autore del libro, da parte dei summenzionati venditori di tonno): tale presentazione, programmata da due mesi, avrebbe dovuto tenersi all’Antica Tonnara, dove si sono svolte le riuscitissime serate con gli autori della rassegna “L’altra marea”, curata dal bravissimo Giacomo Pilati. Invece, pochi giorni prima venne comunicata una nuova sede: Palazzo Florio. Ma due giorni prima il Comune di Favignana comunicò, nuovamente, alla casa editrice che probabilmente la presentazione si sarebbe svolta alla Tonnara e che sarebbe stata approntata un’opportuna comunicazione alla stampa. Nessun comunicato partì, invece, e l’editore attese sino all’ultimo per predisporre almeno alcune locandine. Poche ore prima della presentazione venne invece ribadita la sede di Palazzo Florio ma con un accordo che ha dell’incredibile: non si sarebbe dovuto parlare delle inchieste sul tonno. Da ridere, se non fosse da piangere: con un retroscena ancor più buffo, l’annuncio del sindaco Giuseppe Pagoto che avrebbe o presenziato o comunque “contattato” l’autore. E’ stato un piacere non vederlo e non sentirlo.
E, comprendendo l’imbarazzo dello stesso Giacomo Pilati (che il sottoscritto ancora ringrazia perché in questa vicenda è stato l’unico a tenere fede alla parola data), l’autore aderì a quest’accordo e non accennò al tonno e alla recente aggressione (la terza subita da questi personaggi impuniti).
Sicché vi fu la presentazione, una cinquantina di persone comunque presenziarono e in tanti si lamentarono della mancata comunicazione dell’evento, limitata ad un comunicato dell’autore e della casa editrice diffuso, in extremis, poche ore prima.
L’ennesimo esempio di quando L’Ente ci tenta: Ente che tenta le persone oneste e che credono nella legalità, prima di tutto.

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