Palermo 16 luglio 2015 – “I dipendenti di Nuovo Gelato In sono scoraggiati. Temo di non farcela, si sentono sotto tiro. Per questo la Cgil dopo lo sciopero e l’assemblea-appello con consumazione di un gelato per la legalità, ha organizzato assieme ad altre associazioni come il centro Pio La Torre e l’associazione antiracket di Bagheria, anche questa iniziativa per manifestare solidarietà e sostegno ai 10 dipendenti e pressare affinché la scommessa di un anno di lavoro trovi uno sbocco in direzione del rilancio dell’attività produttiva del locale”, dichiarano Mario Ridulfo della segreteria della Cgil di Palermo e la segretaria della Filcams Cgil Monja Caiolo, con l’invito ad aderire all’Aperitivo della Legalità che si terrà domani dalle ore 18, presso Nuovo Gelato In di Bagheria, in via Libertà, con musica dal vivo di Giulio Cerami
All’incontro del 7 ottobre scorso, chiesto dal sindacato all’amministratore giudiziario, i dipendenti di Nuovo Gelato In, il locale sequestrato alla mafia nel novembre 2014, hanno denunciato una sequenza di atti intimidatori ricevuti da quando il bar è in amministrazione giudiziaria: da un grosso furto di materiali a pochi giorni dalla riapertura ai vetri rotti, da un serpente trovato a terra accanto alla cassa a minacce verbali agli organizzatori delle serate di musica dal vivo estive per i clienti del locale. “Anche per questi motivi si è persa parte della clientela che la gelateria aveva – aggiungono Mario Ridulfo e Monja Caiolo- L’amministratore giudiziario ha raccolto questa denuncia e l’ha inserita nella relazione sullo stato dell’azienda che presenterà ai giudici. Per respingere queste intimidazioni abbiamo costituito un cartello di forze: intendiamo fare da scudo protettivo contro il cordone sanitario che la mafia stringe attorno ai suoi beni sottratti”, Tra le ipotesi al vaglio per il futuro dell’azienda c’è quella di una cooperativa dei dipendenti per subentrare alla gestione o l’affitto del locale.
Alla manifestazione organizzata dalla Cgil, dalla Filcams, dalla Camera del Lavoro di Bagheria, dal Centro Studi Pio La Torre e dall'Associazione Antiracket di Bagheria hanno aderito Adimed, Caritas, associazione Agape, Casa dei Giovani, la parrocchia San Giovanni Bosco e padre Giovanni La Mendola della Chiesa Madrice.
Agli amministratori giudiziari e al giudice del Tribunale sezione misure di prevenzione si chiede un progetto di rilancio produttivo dell’attività, da discutere subito con i sindacati e con le associazioni che si battono per la sopravvivenza del bar. “Il bar ha grandissime potenzialità. Per vivere – chiedono le associazioni –deve essere gestito in maniera imprenditoriale”. Da un anno a questa parte la storica gelateria di Bagheria ha ristretto i tempi di apertura e chiusura del locale, riducendo i volumi di vendita perdendo gran parte della sua clientela. I 10 dipendenti sono senza stipendio da quasi cinque mesi e hanno protestato per una settimana intera, scioperando un’ora al giorno, per chiedere che la loro attività economica, che continua ad essere punto di riferimento per la qualità dei suoi prodotti, possa avere un futuro.
Nessun commento:
Posta un commento