La deputata alla Camera Claudia Mannino ha inviato una diffida alla Regione e alla Rap: “Interventi non più differibili”

Ancora ferma la realizzazione dell'impianto per il trattamento del percolato, Bellolampo a rischio chiusura. Diffida M5S: “Subito i lavori o andiamo in Procura”
Compiere senza ritardi tutti gli atti funzionali all'avvio dei lavori per la realizzazione dell'impianto per il trattamento del percolato a Bellolampo, senza il quale la discarica rischia la chiusura. Che potrebbe avvenire anche a metà gennaio, quando scadrà la deroga alla autorizzazione integrata ambientale concessa da Crocetta.
E' questo, in sostanza, quanto contenuto nella diffida inviata dal Movimento 5 Stelle al direttore del dipartimento regionale dell'acqua e rifiuti, Domenico Armenio, e al presidente della Rap, Sergio Marino.
"L'intervento – afferma la deputata alla Camera Claudia Mannino, firmataria della diffida – è indifferibile, ed è previsto sia nell'autorizzazione AIA che nel piano stralcio per il superamento dell'emergenza rifiuti. Basta a rimpalli di responsabilità, Regione e Rap, si siedano al tavolo e decidano. In caso contrario saremo costretti a rivolgerci alla magistratura per rifiuto atti d'ufficio".
Il percolato rappresenta per la discarica alle porte di Palermo uno dei principali problemi (con pericolosi risvolti ambientali e sanitari), a causa del conferimento avvenuto per decenni nella discarica di rifiuti indifferenziati, privi di alcun trattamento adeguato, come previsto dalle normative vigenti.
“Il suo smaltimento – afferma la Mannino - ha rappresentato e rappresenta una delle principali voci del costo connesso alla discarica, sia per le prime cinque vasche che per la sesta, attualmente in uso”.
La realizzazione dell'impianto per il trattamento del percolato, benché richiamata dal decreto AIA del 2013 e richiamata in diverse audizioni a inizio 2015 da parte della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti, non è mai avvenuta, anche perché la Rap ha manifestato l'intenzione di riattivare un precedente impianto che, secondo i vertici dell'azienda, può essere rimesso in funzione in tempi rapidi e a costi ridotti.

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