Fazio: Il dibattito sull’autonomia e sullo Statuto.

Il dibattito sull’autonomia e sullo Statuto. Fazio: «Indispensabile innovare lo statuto siciliano tenendo conto che le condizioni storiche, economiche e sociali che giustificarono quella carta fondativa sono mutate ed oggi appaiono all'orizzonte altri scenari».



«Lo statuto speciale è stato utile ai siciliani?». Una domanda che il deputato regionale Girolamo Fazio si è posto ed ha posto all'aula nel corso della "discussione in ordine alla prospettata riforma dello statuto speciale della Regione Siciliana in occasione dell'anniversario della prima seduta dell'Assemblea Regionale Siciliana".

«Volgendo lo sguardo indietro - ha affermato l'on. Fazio, componente della Commissione che è chiamata a modificare lo Statuto speciale - dobbiamo necessariamente osservare che a volte la Sicilia è riuscita ad anticipare la normativa poi adottata dallo Stato (v. la legge regionale n. 7/92) ma più spesso ha dovuto scontare i gravi ritardi e le omissioni della classe politica e dirigente. In settant'anni di autonomia possiamo dire che sono state molte più le ombre che le luci e che non possono non registrarsi più elementi negativi che quelli positivi».


«E però, a settant'anni di distanza - ha continuato l'on. Fazio – è offerta una importante occasione, con la stagione inaugurata delle riforme cioè quella di mettere mano allo statuto adeguandolo ed innovandolo. La commissione statuto da poco insediatasi, ha dinanzi a se un complesso e delicato compito evitando di commettere gli errori del passato, affinché ponga le basi per il riconoscimento di una autonomia vera evitando la sovrapposizione e la duplicazione di norme, che tenga conto delle effettive esigenze e sappia riscontrarle. Le condizioni storiche, economiche e sociali che giustificarono quello contenuto di statuto sono mutate ed oggi appaiono all'orizzonte altri scenari. Oggi ci confrontiamo direttamente con l'Unione Europea ed i rapporti con i paesi del bacino del Mediterraneo sono argomento di attenzione e riflessione che determinano una economia globalizzata e globalizzante. È forse possibile, anzi dobbiamo immaginarlo, pur senza confliggere con le prerogative dello Stato centrale, sempre più accentratore e totalizzante, uno statuto in cui sia introdotta la possibilità di disciplinare materie innovative che accompagnino lo sviluppo in grado di riscontrare una serie di esigenze che nel passato non era state prese neanche in considerazione. La commissione dovrà sforzarsi di colmare alcune lacune e porre le basi per una autonomia che tenga conto della realtà contemporanea, di una autonomia che non sia di maniera ma di sostanza».

Nessun commento:

Posta un commento