Una “Costituente dell’Energia” per trivellare l’Italia, la democrazia e la Costituzione

Non sorprende quanto riporta la Staffetta Quotidiana (già Rivista Italiana del Petrolio) qualche giorno fa:

"Il Comitato ha presentato in un convegno alla Camera “Energie al Voto”, una campagna informativa e di confronto sulla Riforma del Titolo V che raccoglie le adesioni di tutte le associazioni più rilevanti dell'energia ha spiegato Claudio Velardi, a capo del progetto, per lanciare a fine novembre la Costituente dell'Energia, con il sostegno di Assorinnovabili, Assoelettrica, Assomineraria, Confindustria Energia e Wec Italia. Nessuno schieramento aperto, non ci schieriamo né per il sì, né per il no, ma partecipiamo più che attivamente”.

“Ottimisti&Razionali” di Claudio Velardi trova un nuovo suggestivo "contenitore": la "Costituente dell'Energia", suggestivo ma certamente non neutrale a cominciare da Wec Italia che è tutto fuorché un contenitore trasversale: conta tra gli associati Assomineraria, Assoelettrica, il Gruppo Api, il Consiglio dei Ministri (!!), Enel, Edison, Eni, Essp, Erg, Fox Petroli, GDF Suez (ora Engie), Iplom (leggi petrolio nel Mar Ligure), il Ministero dell'Ambiente, Il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero dello Sviluppo Economico, General Electric Oil & Gas, Saras, Saipem, Terna, Unione Petrolifera, ed altri. Il Presidente della "Costituente dell'Energia" è l'inossidabile Gianfranco Borghini al quale va riconosciuta una certa coerenza rispetto all'impegno SI' TRIV profuso nella scorsa primavera: "Dopo anni di conflitti di competenze e stagni burocratici dovuti alla dialettica Stato-Regioni, c'è bisogno di tempi certi e trasparenza nei processi”.

La “Costituente per l’Energia” che trova ampia vetrina nell' ex Rivista Italiana per il Petrolio è un evidente assist alla campagna referendaria a favore del Sì, e va ad aggiungersi a importanti predecessori: la banca d'affari J.P. Morgan, l'agenzia Fitch Ratings, il Fondo Monetario Internazionale, Confindustria, passando per l'amministratore delegato di Eni, Claudio De Scalzi ("Riforme servono al Paese"), per non parlare della grande accoglienza di Obama data a Renzi e alla sua “incredibile Riforma”.

Questo accanimento del mondo politico d’oltreoceano, del mondo finanziario, della grande produzione italiana e internazionale, delle compagnie petrolifere, delle multinazionali ecc., dovrebbe destare sospetto anche in chi non è un ecologista convinto o un sostenitore delle battaglie democratiche e civili.

Colpisce altresì il silenzio di molto mondo politico e parapolitico che ha sostenuto alcune importanti campagne ambientaliste, non ultima la campagna referendaria No Triv. Sorprende perché la “riforma” Costituzionale di fatto riprende quanto tentato di fare attraverso la legge ordinaria con il cosiddetto “Sblocca Italia”, processo bloccato in quanto il governo ha dovuto fare marcia indietro per non dover sottoporre a referendum proprio quegli articoli che toglievano alle Regioni e agli enti locali la possibilità di opporsi a una politica energetica fossile vetusta e sconsiderata.

I sospetti diventano certezze nel vedere come la morsa dei cosiddetti “poteri forti” si stia stringendo attorno ai cittadini italiani e al loro diritto di voto: una stampa completamente in mano al mondo sopradescritto impedisce un confronto leale e aperto che permetta a tutti di rendersi conto del disegno in atto, di cui questa riforma è un importante tassello.

"Invest in Italy" è già e rischia di diventare sempre più la distruzione dell’Italia come nazione democratica con uno Stato sovrano e una Democrazia Parlamentare: una nazione trasformata in un terreno di conquista dei poteri economico-finanziari più forti che utilizzano la politica come supina cinghia di trasmissione di questi interessi.

Ma siamo già a buon punto in questo processo di espropriazione della nostra sovranità e dei nostri diritti, si vedano, tanto per citare solo alcuni capitoli, le cosiddette riforme strutturali: il decreto Madia che privatizza l’acqua pubblica (malgrado il volere popolare espresso chiaramente nel 2011), la riforma della Pubblica Amministrazione, l'indennizzo in luogo del reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato e la deregolamentazione dei contratti a tempo determinato), il sistema formativo ("collegare l'insegnamento al mercato del lavoro"), il più basso costo del lavoro e delle competenze specialistiche rispetto alla media europea, e così via. Precarizzazione del Mercato del Lavoro, Privatizzazioni, Cattiva Scuola e Revisione della Costituzione sono le potenti leve da cui dipendono le sorti della nostra Nazione. La “Riforma” sigillerebbe quanto fatto e rilancerebbe questo processo.

L’idea dello “sviluppo infinito” in un ambiente “finito” e dello sfruttamento senza limiti di ambiente, territori e persone è alla base di quanto ci viene proposto dai governi degli ultimi anni, dall’Europa e dal sistema economico-finanziario che ora appoggiano tutti congiuntamente il Sì alla Riforma.



Ma un’altra visione del mondo e del futuro è possibile, un altro piano energetico nazionale, un altro “sviluppo”, un’altra e più alta democrazia che metta al centro gli uomini e le donne e non il profitto e il potere. E si può dare concretezza a questa visione di un mondo diverso a iniziare da un nostro univoco, semplice e determinato: NO.

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