EMENDAMENTO M5S DAL SAPORE DI MANCIA ELETTORALE ANCE SICILIA

EMENDAMENTO M5S DAL SAPORE DI MANCIA ELETTORALE ANCE SICILIA: “E’ UN ERRORE LEGARE IL CERTIFICATO DI AGIBILITA’ ALL’AVVENUTO PAGAMENTO DEI PROFESSIONISTI SI GUARDA SOLO ALL’INTERESSE DI UNA DETERMINATA CATEGORIA. A DANNO DI IMPRESE E CITTADINI. L’ARS LO RESPINGA. I GRILLINI LO RITIRINO E AVVIINO UN CONFRONTO CON L’INTERO COMPARTO DELLE COSTRUZIONI”.

“Se l’iniziativa non venisse dal M5S, verrebbe da pensare che persino gli integerrimi grillini hanno adottato il malcostume della vecchia politica di inserire mance elettorali a fine legislatura. Ma se così non è - come noi riteniamo - , come mai l’emendamento alla legge sull’edilizia che vincola il rilascio del certificato di agibilità di un immobile, si limita a richiedere l’autocertificazione dell’avvenuto pagamento solo dei progettisti e dei direttori dei lavori, e non anche di tutti gli altri soggetti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera, dall’impresa agli artigiani edili, dagli impiantisti agli autotrasportatori, fino ai fornitori dei materiali e ai lavoratori? Proprio alla luce di questa ambiguità, pur conoscendo la serietà dei deputati firmatari, non chiediamo di essere aggiunti alla lista, perché siamo comunque assolutamente contrari ad un principio sbagliato e ad un intervento fuori luogo che può solo aggiungere confusione alle già complesse procedure amministrative che affliggono i settori edile e immobiliare in questo particolare periodo di transizione”. Ad affermarlo è Santo Cutrone, presidente dell’Ance Sicilia, che, sollevando forti dubbi sulla reale motivazione alla base dell’emendamento a firma M5S (“Forse è stato sollecitato da un interesse corporativo e non guarda a quello collettivo anche delle imprese e dei cittadini?”), ne spiega le conseguenze negative e invita l’Ars a respingerlo.  “E’ un grave errore – sostiene Cutrone - , sia giuridico che tecnico, condizionare il rilascio da parte del Comune, e persino la sua validità nel tempo, del certificato di agibilità (documento che attesta l’accertamento, da parte del pubblico ufficiale, dei criteri strutturali, statici e di salubrità dell’immobile) all’avvenuto pagamento solo del progettista e del direttore dei lavori, che invece è un evento amministrativo derivante dai rapporti contrattuali fra i contraenti. Se il fine è quello di blindare il saldo delle fatture dei professionisti, non è questo il modo migliore: così si aggiungono solo adempimenti, si gravano gli uffici, si rallentano le procedure di fine lavori e, di conseguenza, anche le compravendite, da cui dipendono gli incassi delle imprese che a loro volta devono pagare tecnici, lavoratori e fornitori. E si nega la possibilità ai proprietari di avviare in tempi certi nuove attività o di realizzare progetti”.  “A confermare che ci sarà solo caos – incalza Cutrone – è lo stesso emendamento, laddove prevede che questa norma non si applica in caso di contenziosi che dovessero sorgere fra committente e professionista, prima o dopo il rilascio del certificato. Varie le possibili conseguenze assurde, come l’aumento indiscriminato dei contenziosi, l’allungamento dei tempi di rilascio se a causa del contenzioso è stato nel frattempo sostituito il professionista, nonché il rischio che a un certificato già rilasciato venga all’improvviso sospesa la validità”. “Ci sono poi aspetti non chiari che alimentano incertezza – dice Cutrone - : la norma si applica solo alle nuove costruzioni e alle ristrutturazioni, o anche ai condoni edilizi di abusi commessi più di trent’anni fa? Come si fa a rintracciare il professionista dell’epoca? Chi può autocertificare un pagamento avvenuto nell’86? Questo non blocca le tante pratiche di sanatoria che si stanno definendo grazie alle nuove norme?”.  “Insomma – conclude Cutrone – questa iniziativa parlamentare, comunque la si esamini, se voleva sostenere una causa condivisibile, cioè il contrasto agli inadempimenti finanziari dei committenti che interessa non solo i professionisti ma l’intero settore delle costruzioni, alla fine appare solo un parto malriuscito che, invece di portare beneficio ad una categoria, può solo danneggiare tutti, anche la corporazione che si vorrebbe favorire. I grillini, che sui temi della gestione del territorio hanno sempre mostrato una riconosciuta finissima sensibilità politica e condiviso con noi diverse battaglie - e noi con loro - , sappiano cogliere le nostre osservazioni, ritirino l’emendamento e avviino un confronto costruttivo con tutte le componenti della filiera dell’edilizia”.

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