Ars, stavolta la maggioranza è in aula Approvati rendiconto, assestamento e regolamento

di Sergio Capraro
Nell’ultima settimana utile, la maggioranza torna essere presente in aula con un numero di deputati sufficiente, superando l’impasse delle scorse settimane in cui sistematicamente era mancato il numero legale. L’Ars così, nella seduta pomeridiana di oggi sotto la presidenza del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, è riuscita ad approvare gli atti contabili: innanzitutto il Rendiconto generale della Regione con 42 favorevoli, 21 contrari e 4 astenuti (65 i deputati pertanto i presenti in totale). Respinta dalla Presidenza dell’Ars la richiesta di pregiudiziale posta da Giovanni Greco (Pds Mpa).

Ok anche ad una norma tecnica sui debiti fuori bilancio che “riallinea la cassa della Regione a quella del tesoriere” – come spiegato in aula dal’assessore all’Economia Alessandro Baccei. Questo l’esito del voto finale: 39 favorevoli 12 contrari 6 astenuti. Lungo il dibattito che ha portato all’approvazione dell’assestamento di bilancio con 40 favorevoli, un contrario e 3 astenuti. 17 milioni di euro sono stati spostati dal fondo delle ex Province per essere destinati all’antincendio.

Approvate anche le modifiche del regolamento interno dell’Ars in vista della riduzione da 90 a 70 deputati ma disco rosso per l’articolo più importante dal punto di vista politico, che avrebbe abolito dalla prossima legislatura l’utilizzo del voto segreto a Sala d’Ercole (eccetto per alcune materie specifiche). L’aula infatti ha rinviato questo articolo in Commissione.

L’aula tornerà a riunirsi domattina (mercoledì 9 agosto) alle 11, dando priorità alla fusione Cas – Anas, sempre che stasera la commissione Bilancio dia parere favorevole. Sul tavolo prima della pausa estiva (ultima seduta dopodomani, giovedì 10 agosto), c’è ancora il collegato ala finanziaria, di cui sono stati approvati già numerosi articoli e la norma che ripristinerebbe l’elezione diretta nelle ex province, pertanto dei presidenti dei Liberi Consorzi e dei sidnaci delle Città metropolitane.

Tratto da CronacheParlamentariSiciliane

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