Dopo un'estate di presidi, i sindacati Fisac Cgil, Uilca e
Fabi in una nota congiunta chiedono con urgenza un tavolo alla
presidenza della Regione, per sbloccare la vertenza, e la
assunzione degli ex dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia alla Sas,
la società Servizi ausiliari Sicilia, in cui avrebbero dovuto da
tempo transitare. Oggi
i lavoratori dell'ex società partecipata, che da tre anni portano
avanti la battaglia per la loro ricollocazione, assistiti da uno
studio legale palermitano hanno presento un esposto. Nella denuncia,
inviata per conoscenza alla procura della Corte dei Conti, diffidano
la Regione Siciliana a porre in essere atti che possano essere
pregiudizievoli nei loro confronti e la Sas ad attuare atti di
interpello che li escludano. “E'
passata un'intera legislatura senza che, dopo l'intervento dell'Ars
favorevole alla nostra ricollocazione, si sia risolto il problema –
dichiara Gianluca Mazzarese, della Fisac Cgil - La legge Madia detta
norme precise, la Sicilia ha fatto eccezione: sono state chiuse le
società partecipate e non sono stati tutelai i lavoratori. Il
governo non ha stanziato le risorse e non è stato in grado in tutto
questo tempo di dare una risposta. Cosi è stata mortificata la
volontà del Parlamento siciliano”.Il
risultato è che i lavoratori licenziati sono ancora oggi senza
tutele. Il governo regionale ha esternalizzato alcuni servizi svolti
da alcune di queste società in house, in particolare l'assistenza
tecnica, affidandoli a società presenti sul mercato, dal Formez a
Invitalia a Ernst & Young. L'Ars ha
creato l' Albo Unico. Il governo ha poi individuato nella società
Servizi Ausiliari Sicilia, la Sas, la società che avrebbe dovuto
assumere i lavoratori sulla base della sottoscrizione di nuovi
contratti di servizio con numerosi dipartimenti regionali, che
avrebbero manifestato l'esigenza dell'erogazione di questi servizi
attraverso il personale dell'Albo, per la gran parte costituito da
alte professionalità. Dalla
convocazione di tutti i lavoratori del bacino da parte dell'assessore
Baccei il 9 maggio scorso, dopo l'approvazione della norma da parte
del Parlamento siciliano, sembrava imminente lo sblocco della
vertenza. Ma a oggi non si registra alcun passo in avanti. “I
lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia, Ciem, Quarit, Lavoro Sicilia,
Sicilia Ricerche, Cerisdi, Terme di Sciacca collocati nell'Albo e i
lavoratori di SPI inseriti con apposito provvedimento, versano in uno
stato di grandissima tensione e sono esasperati dal continuo
rimpallo di responsabilità tra l'assessorato all'Economia e la SAS”,
scrivono i sindacati. Alcuni di questi lavoratori non percepiscono
gli ammortizzatori sociali, essendo trascorsi oltre due anni dal loro
licenziamento. L'ultimo
incontro con i sindacati si è svolto alla presidenza della Regione,
convocato dalla vice presidente Mariella Lo Bello, lo scorso 25
settembre, alla presenza della dirigente dell'Ufficio Speciale per la
chiusura delle Liquidazioni. “Durante l'incontro si è appreso che
l'Ufficio Liquidazioni avrebbe incredibilmente proceduto in tempi
brevi alla pubblicazione di una nuova versione dell'Albo Unico che
escluderebbe tutti i 75 lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia nonché
quelli di Sicilia Ricerche, sulla scorta di un parere dell'Avvocatura
di Stato che darebbe una singolare lettura della legge istitutiva
dell'Albo (art. 21 L.R. 21/2014), vanificando del tutto l'intento del
legislatore e stravolgendo di fatto l'iter per la ricollocazione dei
lavoratori dell'Albo che aveva superato il vaglio della Corte dei
Conti e del Consiglio dei Ministri. Tutto questo appare
intollerabile”. Le
organizzazioni sindacali si chiedono “come mai alla vigilia della
conclusione del lunghissimo iter per l'assunzione dei lavoratori
dell'Albo si utilizzi un parere dell'Avvocatura per vanificare la
volontà del Parlamento siciliano che è chiara ed inequivocabile e
in linea con la legislazione nazionale e che alla luce dei fatti
appare come una foglia di fico per nascondere l'incapacità del
Governo e della burocrazia regionale ad applicare le leggi”.
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I lavoratori di Sviluppo Italia Sicilia esclusi dall'albo unico. Fisac: “Chiediamo l'assunzione alla Sas. Sia rispettata la decisione del Parlamento siciliano”.
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