Palermo, 9 novembre 2017. Dopo soli diciotto giorni di esposizione la mostra “Sicilia, il Grand Tour” è stata vista da oltre 14 mila visitatori. Gli acquerelli di Fabrice Moireau raccontati con le parole di Lorenzo Matassa registrano un altro successo per la Fondazione Federico II.


La mostra, inaugurata il 20 ottobre scorso, è allestita nelle Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale ed è organizzata dalla Fondazione Federico II e dall’Assemblea regionale siciliana in collaborazione con la Fondazione Tommaso Dragotto. Sarà possibile ammirare i trecento ottantacinque acquerelli, a colori, del “pittore dei tetti di Parigi”, fino a lunedì 8 gennaio 2018. Illustri viaggiatori hanno offerto il proprio sguardo per raccontare la Sicilia al mondo intero.
Superarono mille difficoltà per scoprire paesaggi disegnati dalla natura e rileggere ciò che l’antichità e l’arte avevano consolidato in monumenti d’immenso valore. Nelle loro parole la Sicilia fu il luogo della definitiva crescita conoscitiva ed emozionale. Nasceva il “Grand Tour” e Goethe ne era il massimo profeta. A distanza di quasi due secoli e mezzo da quel tempo, l’Isola rivive un nuovo “Grand Tour” affidato ai pennelli e alle matite di uno dei più grandi acquarellisti del mondo, Fabrice Moireau, e al racconto di viaggio di Lorenzo Matassa. Nei luoghi ritratti l’artista si è recato personalmente, accompagnato dall’inseparabile zaino che contiene gli attrezzi da lavoro: la tavolozza, i colori, i fogli bianchi, i pennelli, l’immancabile sgabello pieghevole. Riprese dalla mano sapiente del maestro Moireau diventano acquerelli le testimonianze archeologiche dell’Isola, le vedute di alcune riserve naturali, le isole minori, i numerosi castelli, gli scorci dei siti UNESCO. Un lungo itinerario nella Sicilia più intima, nei luoghi meno conosciuti, ma non per questo meno affascinanti e meritevoli di un viaggio. “Sicilia, il Grand Tour” è anche un libro di successo edito dalla Fondazione Tommaso Dragotto, arricchito dal racconto del magistrato scrittore Lorenzo Matassa. Già nel titolo c’è il richiamo alle suggestioni di quel fenomeno che, tra il Settecento e la prima metà dell’Ottocento, portò in Sicilia viaggiatori stranieri e uomini di cultura accompagnati da artisti del paesaggio.

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