Economia circolare


Nell'ambito della Fiera “Fà la cosa giusta”, che si è tenuta a Palermo dal 9 all'11 novembre 2018, Altroconsumo, che aveva un suo stand, ha organizzato, venerdì 9 novembre,

un convegno dal titolo “Economia circolare tra pratica e teoria. Un'opportunità che pochi consumatori conoscono”.
Coordinato dalla giornalista Grazia Gulino, che è riuscita sapientemente a moderare tutti gli interventi, l'incontro, alla presenza di una quarantina di interessati spettatori, ha visto un susseguirsi di illustri relatori.
Dopo la prelusione di Riccardo Di Grusa, rappresentante siciliano di Altroconsumo, che ha presentato l'associazione e introdotto il tema, è intervenuto Marino Melissano, chimico e coordinatore nazionale dell'associazione di consumatori. 
Interessante e apprezzata la sua relazione, che ha fatto il punto sul sistema economico odierno,  rapportandolo a quello auspicato del futuro. Il primo è “lineare”: dalle materie prime produciamo un prodotto finito, lo usiamo e poi lo smaltiamo: terminato il consumo, finisce il ciclo del prodotto, che diventa un rifiuto. Esempi eclatanti: esce un nuovo smartphone, lo compriamo e gettiamo via il vecchio; la lavastoviglie si rompe, ne compriamo una nuova ed eliminiamo la vecchia. In questo modo ci siamo allontanati dal modello “naturale”, “biologico”: lo scarto di una specie è alimento di un’altra; in Natura qualsiasi corpo nasce, cresce e muore restituendo i suoi nutrienti al terreno e tutto ricomincia. 
Il secondo costituisce l'Economia circolare, cioè un sistema economico che si può rigenerare da solo. Rigenerazione, riciclo, riuso. Tante “ri”, che non devono rimanere solo prefissi che rendono virtuosi i verbi, riempiendo la bocca di chi non sa poi nella pratica cosa fare, dove mettere le mani, ma che dalla teoria devono essere messi in pratica.

Ponendosi come alternativa al classico modello lineare, l’economia circolare promuove, quindi, una concezione diversa della produzione e del consumo di beni e servizi, che passa ad esempio per l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, e mette al centro la diversità, in contrasto con l’omologazione e il consumismo, ponendo fine anche all'obsolescenza programmata, e mirando alla sostenibilità ambientale, alle attività di ricondizionamento e alla riduzione della produzione di rifiuti.
Secondo l’economia circolare i rifiuti sono “cibo”, sono nutrienti, quindi in un certo senso non esistono, diventano materia prima per ulteriori produzioni e il riciclo continua.
Naturalmente, secondo Melissano, anche se l'UE sta puntando molto su questo cambio epocale, sia dal punto di vista legislativo, che economico (650 milioni di euro già stanziati), il risultato non è scontato, né vicino nel tempo: occorre, infatti, un totale cambiamento di strategie politiche ed industriali e un mutamento epocale dello stile di vita dei cittadini e dei consumatori, ancora poco coscienti dell'importanza di questo passaggio.
Ha fatto seguito l'intervento di Fabio Mazzola, docente di economia e prorettore vicario dell'Università di Palermo, che ha tracciato un excursus degli incentivi economici necessari e della produzione di scarti.
E' stata quindi la volta di Fabio Massimo Lo Verde, docente di sociologia dei consumi, secondo il quale la crisi ha riattivato strutture antiche, come il riuso dei materiali, facendo diminuire l'importazione dell'usa e getta della fine degli anni '70 del '900, subito adottata dai consumatori. Il punto dolente, secondo Lo Verde, è il problema dei costi, che appaiono inadeguati: a volte il prodotto riciclato costa più del prodotto nuovo e, quindi, occorre puntare anche su un uso condiviso, sul pagamento del reso, su un design che preveda la disaggregazione del manufatto.
Ha concluso il convegno Pietro Columba, membro del comitato scientifico di FLCG Sicilia e docente di economia dei consumi alimentari, secondo il quale bisogna investire nel'agricoltura, che è sempre stata originariamente circolare; bisogna puntare sulle energie rinnovabili da residui agricoli e sottoprodotti, sul recupero dei residui urbani, che possono produrre biometano e quale sottoprodotto fanghi dei digestori, riutilizzabili come ammordanti; ma dall'agricoltura possono provenire anche materiali per l'edilizia (legno) e per il packaging.

Il Convegno, concluso da Riccardo Di Grusa, ha costituito così un importante passa-parola per la conoscenza dell'economia circolare e la sua possibile diffusione. L'informazione è conoscenza e la conoscenza porta alla convinzione dell'importanza di una maggiore salvaguardia dell'ambiente e ad una nuova coscienza civica. 

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