Morto nel volo della Ethiopian Airlines, Sebastiano Tusa. Archeologo da sempre e politico solo per la sua Sicilia


di Ambra Drago
Chi era Sebastiano Tusa un uomo dal curriculum di tutto rispetto che è passato negli anni dal mondo universitario a ricoprire, dall'aprile 2018, la carica di assessore regionale ai Beni Culturali.Figlio d'arte, ovvero di Vincenzo anche lui archeologo e dirigente della Regione Siciliana, negli anni 90' è responsabile della sezione archeologica del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro.
Sebastiano Tusa, per la cultura si era speso tanto e ne aveva fatto un impegno costante, in viaggio sempre, ma senza staccarsi mai del tutto dalla sua terra e da quel mare che per lui era stato sempre fonte di scoperta. E' stato infatti titolare della Sovrintendenza del Mare presso la Regione Siciliana e professore universitario con una cattedra di Paletnologia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.

A lui si deve la direzione degli scavi a Pantelleria nel 2003, con il conseguente ritrovamento di reperti relativi all’età imperiale e i lavori di ricerca presso la città Fenicia di Mozia, avvenuti nel 2005. È stato anche parte dell’ufficio Unesco di Venezia dove (nel biennio 2009-2010) si è occupato della realizzazione dei siti archeologici in Albania.

Aveva organizzato missioni archeologiche in Italia, Pakistan, Iran e Iraq. Adesso questo volo per il Kenya er un progetto dell'Unesco, dove era già stato nel Natale scorso insieme con la moglie, Valeria Patrizia Li Vigni, direttrice del Museo d'Arte contemporanea di Palazzo Riso a Palermo.

L'assessore Tusa era diretto a Malindi, in Kenia, per una conferenza internazionale promossa dall'Unesco con la partecipazione di archeologi provenienti da tutto il mondo. Una persona mite e preparata chiamata per l'occasione in virtù della sua competenza nel settore dell'archeologia marina.

Poi quel volo, il boing 737 dell'Ethiopian Airlines decollato da Nairobi e precipitato vicino a Addis Abeba e in quella lista tra gli otto italiani  il suo nome, quel nome che la Sicilia aveva imparato ad associare alle parole ricerca, bellezza, cultura e scoperta ma che non cancellerà mai del tutto.














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