Palermo: “ TAR e questione di legittimità costituzionale” 

di Grazia Gulino 
È l’articolo 75, comma 1, del DPR 335/1982 ad essere oggetto di attenzione da parte del Tar di Palermo, che con una recentissima ordinanza ne ha sollevato la “ questione di legittimità costituzionale”. Ci si chiede come sia possibile. È presto detto, ed a spiegarlo sono proprio gli avvocati Antonio Passannanti e Alessandro Scalia, i quali hanno seguito i loro assistiti in questa lunga battaglia di equità e giustizia.

La norma di riferimento - chiariscono gli avvocati - prevede che la promozione per meriti straordinari del personale della Polizia di Stato decorra, sia dal punto di vista giuridico che da quello economico, dalla data dei “fatti” di grande rilievo a cui abbiano meritoriamente preso parte gli appartenenti alla Polizia, contrariamente a quanto accade per coloro i quali risultino vincitori dei concorsi interni, la cui nomina retroagisce a tutti gli effetti al primo gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è verificata la carenza in organico. È per effetto di tale norma che, alcuni poliziotti, in servizio presso la Squadra Mobile di Palermo, dopo essere stati promossi per meriti straordinari alla qualifica di Vice-Sovraintendente tra il 2006 ed il 2007, si sono visti scavalcare da centinaia di colleghi, molti dei quali più giovani di loro, i quali, vincendo i molteplici concorsi interni indetti successivamente, hanno ottenuto la retrodatazione della loro nomina ad epoca antecedente rispetto alla promozione dei ricorrenti al TAR, o, comunque, hanno conseguito un’anzianità di servizio superiore ad essi. In buona sostanza, sottolineano ancora i legali, una misura premiale si è trasformata in una sorta di “punizione”, per effetto della quale, alcuni valorosi poliziotti si sono ritrovati ad essere prigionieri in una sorta di ruolo ad esaurimento, ossia quello dei Vice- Sovraintendente, composto soltanto da coloro che erano stati promossi a tale qualifica per meriti straordinari. Tutto ciò appare un vero paradosso se si pensa che gli stessi poliziotti, se non avessero ottenuto questa promozione, solo apparentemente premiale, e fossero diventati Vice-Sovraintendenti secondo il percorso ordinario, oggi rivestirebbero qualifiche più alte in grado, con una maggiore anzianità di servizio e non sarebbero stati frattanto scavalcati dai loro colleghi. A questo punto, ai poliziotti ricorrenti, di cui per rispetto dell’anonimato non vengono resi noti i nomi, non resta che attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale, la cui decisone potrebbe consentire, anche agli agenti promossi per meriti straordinari, la retrodatazione della nomina alla stessa stregua degli altri colleghi. 

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