Il bilancio del Presepe vivente ai Danisinni - Nell’anno che verrà una nuova rassegna: la Festa della Famiglia

di Fabrizio G. Verruso 
Come sempre entusiasmante il bilancio di fine anno del “Villaggio di Betlemme”, alla Fattoria Sant’Agnese ai Danisinni, nell’omonimo Rione del centro storico di Palermo, alle spalle di Piazza Indipendenza. Anche quest’anno, infatti, la speciale location della Fattoria comunitaria annessa alla Parrocchia Sant’Agnese (dagli anni Ottanta fino al 2000 e, dopo una breve interruzione, ripresa dal 2013) ha ospitato il suggestivo presepe vivente degli alunni del Cuore Immacolato di Maria (CIM), la vicina scuola d’infanzia e primaria gestita dalle Suore Francescane Missionarie fondate dalla Beata Madre Caterina Troiani. Protagonisti gli allievi della quinta classe e, nei vari ruoli impersonati, tutti i bimbi dell’Istituto, dai 4 ai 10 anni.
In scena con le insegnanti, i genitori e persino un coro! Sono andati in scena ben 99 bambini (ed un infante nelle vesti di bambinello!) e 45 adulti (17 dei quali all’interno delle botteghe presepiali). Imponente, pur nella sua semplicità francescana che anima ogni iniziativa della Scuola, la macchina organizzativa… la coreografia e recitazione affidata alle Maestre del CIM, sotto la regia di Suor Consuelo, coordinatrice didattico-educativa dell’Istituto, la grafica di Francesca Badalamenti, costumiste Micaela, Federica e Fanny (scenografia e allestimento) del Comitato Genitori, riprese di Paolo Ferraro e fotografia di Alessandra Cerrito.
L’esperienza del presepe vivente dei Danisinni vede ormai da anni, in ogni Natale, bambini e genitori della scuola paritaria del “Cuore Immacolato di Maria” andare in scena per accogliere Gesù bambino. Un presepe vivente in piena regola, con sempre diverse botteghe: quest’anno, ad esempio, quella del fornaio (dove i bimbi hanno potuto impastare con le loro mani le focacce poi infornate e condivise con gli avventori), l’osteria (dove si sono preparate spremute d’arancia e crostate) e gli immancabili pastorelli, alla guida del signor Carmelo, che hanno dato da mangiare agli animali della fattoria. E ancora le botteghe fornite di fuoco e pentolone in cui poter preparare uova e patate; il vasaio per lavorare l’argilla e decorare dei vasetti precedentemente portati a cottura; l’ebanista per preparare delle arnie e ancora un pozzo dove attingere l’acqua con anfore antiche e simulare il lavaggio del bucato! C’è una magia palpabilissima nelle scenografie presepiali del CIM: “il Natale – ci ricorda Chiara, ex allieva della Scuola e adesso mamma di due deliziosi bambini dell’Istituto – non finisce mai… perché è solo l’inizio! Il prossimo obiettivo del Comitato Genitori è infatti la tradizionale Festa della Famiglia, dove poter mettere a frutto ogni esperienza di condivisione e creatività”.
Una scuola che crea una “sana dipendenza”, una concreta occasione di crescita umana e spirituale che incontra, in un connubio tra famiglie e attività didattiche, il fine ultimo di ogni società, educando, come profetizzava Luigi Sturzo nel lontano 1946, alla “vera libertà che fa padroni di sé stessi e rispettosi e tolleranti degli altri”. E nel Presepe Cristiano – sintetizza suor Consuelo, citando il messaggio della lettera apostolica “‘Admirabile signum‘ di Papa Francesco, si racconta “l’amore di Dio, il Dio che è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi”... un’aspirazione di rispetto, tolleranza e libertà che sembra proprio l’augurio migliore per l’anno che verrà. 

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