Pare che le somme verranno distribuite ai Comuni in funzione del numero degli abitanti, quindi toccherà ai sindaci fare delle scelte, seguendo dei criteri inediti.
Escludendo i titolari di partita iva, i destinatari del reddito di cittadinanza, dell’assegno di sostegno per i lavoratori forestali, chi è stato licenziato a febbraio, i dipendenti pubblici e pensionati restano solo coloro che sono sconosciuti alle statistiche, quindi allo Stato".
"Auspichiamo che i primi cittadini, soprattutto nei piccoli comuni, si facciano promotori di istituire una commissione di valutazione, composta da parroci, farmacisti, insegnanti di scuola primaria e dal maresciallo dei Carabinieri. Chi meglio di loro conosce la reale condizione di chi si trova in stato di effettiva necessità? L’Agenzia delle Entrate, di raccordo con l’Inps, dovrebbe mettere a disposizione dei sindaci, entro 24 ore, i nominativi di “ciò che resta” e che va immediatamente aiutato. Mettendo da parte tutti i ragionamenti ipocriti e discriminatori, questa fascia di “lavoratori autonomi” ha sostenuto l’economia dell’Isola e costituisce oltre il 40 % dei consumi. Alla fine dell’emergenza lo Stato dovrà interrogarsi sul perché questa gente ha scelto di lavorare in determinate condizioni, per fuggire ad una pressione fiscale e previdenziale insostenibili». Lo dichiara Vincenzo Lapunzina, coordinatore regionale pro Zone franche montane in Sicilia".
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