Covid-19 tampone si, tampone no? 

di Adriana Barbera
I cittadini pretendono chiarezza Fino ad oggi è stata polemica, un dibattito basato su una problematica reale, che nessuno voleva ascoltare, una situazione che conoscono bene i residenti della Lombardia, una vera e propria richiesta d’aiuto da parte dei cittadini, un urlo quasi di disperazione di tanti residenti in quarantena obbligatoria o coscienziosa, richiesta d’aiuto sottovaluta. Il tampone è necessario per stabilire con effettività se si è stati contagiati dal Covid-19, così è stabilito dalle normative e confermato da esperti di virologia.

I sintomatici lievi sembrano quasi essere inesistenti agli occhi dello stato che invita tutti i cittadini sintomatici lievi, asintomatici o sani senza alcuna distinzione a non uscire di casa solo a scopo pre-cautelativo . Chi stabilisce quando un sintomatico lieve è guarito? Come un paziente senza alcuna competenza medica potrebbe stabilire quando effettivamente è guarito? Sicuramente bisognerà ricorrere al buon senso, ma la procedura dovrebbe essere ben più chiara e complessa, senza dubbio basata sulla medicina, se davvero vogliamo uscire dalla pandemia e vogliamo evitare altre decine di migliaia di morti, ma soprattutto, se stare a casa serve ad evitare che l’Italia venga colpita da una ricaduta sarebbe necessario e opportuno attivare la prevenzione su tutte le regioni più colpite iniziando i tamponi a scopo precauzionale. Secondo testimonianze che hanno presentato i sintomi del coronavirus, quali: febbre con temperatura variabile 37,5-38 , fastidio alla gola , dissenteria, problemi respiratori lievi , dolori articolari e molti altri simil-influenzali, i pazienti con tali sintomi considerati lievi, i quali hanno seguito la procedura indicata , contattando il medico di base, la guardia medica , il numero regionale e il 1500, richiedendo più volte un tampone di verifica dopo oltre 28 giorni di sintomi e quarantena fiduciaria sono stati messi nella posizione di dover stabilire da soli se essere guariti , senza sapere se in realtà rappresentassero ancora una minaccia non tanto per se stessi, ma per principalmente gli altri. A tal proposito il dubbio di tanti pazienti, i quali hanno avuto sintomi lievi e sono stati costretti a casa, ma non hanno ricevuto il tampone non è limitato esclusivamente ad essere un pericolo per gli altri; basandosi sui modelli di autocertificazione disponibili fino ad oggi, i pazienti che sono stati in quarantena obbligata se dovessero essere fermati ad un posto di blocco rischiano sanzioni amministrative e penali? Non c’è alcuna chiarezza a riguardo. Dunque senza assistenza, ma essenzialmente senza tampone è quasi impossibile evitare di poter essere un pericolo per altri in quanto nessuno è in grado di confermare con certezza se si è stati o se lo si è ancora pazienti affetti da COVID-19 quando e se i sintomatici lievi saranno realmente guariti e spariranno. Sembra qualcosa stia cambiando, forse dopo dovute riflessioni e verifiche, ci siamo resi conto che le procedure adottate non sono sufficienti. Dopo settimane di tamponi negati, e di continue telefonate ai numeri verdi, finalmente arriva una risposta chiara. Nelle ultime ore l’assessore regionale al Welfare Giulio Galera ha dato il via ai test sierologici, si inizierà il 23 aprile; spiega l’assessore <>.I test sierologici saranno effettuati inizialmente nelle province di Lodi, Bergamo e Brescia e in un secondo momento estesi in tutto il territorio della Lombardia, spiega Galera << i test che verranno proposti ai cittadini sono stati messi a punto con l'Irccs San Matteo di Pavia e consistono in un prelievo ematico che serve per verificare se un organismo ha sviluppato gli anticorpi e se questi sono neutralizzanti per il virus>>. 

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