Fase tre : Superare i traumi psicologici


Intervista alla Dott.ssa Iva Marino 
Iva Marino è una psicologa clinica ed esperto in Scienze forensi e Criminologiche. Lavora a Palermo e da anni si occupa di psicopatologia post-moderna, vittimologia e disagio psichico. Ha prodotto diverse pubblicazioni e svolge attività di consulenza per alcune testate giornalistiche. E’ coordinatrice dello studio PsicoLogicaMente. Approfondiamo oggi il tema del trauma, vedremo insieme che cosa e’ il trauma ed alcune indicazioni pratiche per poterlo meglio affrontare questa fase 3 ai tempi del Covid 19. 
D. Dottoressa Marino, che cosa e’ un trauma e quali sono, se ci sono, le diverse tipologie di trauma? 
R. I traumi si dividono in traumi con la T maiuscola e traumi con la t minuscola, queste sono le due tipologie e sono legate alle esperienze che “attraversiamo” durante la nostra vita: il Trauma e’ legato ad esperienze da “stress estremo”, le esperienze dove la persona si e’ sentita in pericolo o minacciata in qualche modo come integrità fisica. I traumi sono traumi relazionali, che non vuol dire che siano meno importanti dei Traumi. 
Sono traumi quelli che hanno a che fare con alcune relazioni traumatiche conflittuali, come per esempio le persone che sono vittime di bullismo, di mobbing o dove ci sono stati magari “conflitti importanti” a livello di coppia, o se pensiamo al GOSTHING, una forma di distacco passiva-aggressiva, una sorta di abuso emotivo come naturale conseguenza del “presunto declino dell’empatia” e tipico di uno stile disorganizzato o evitante, solitamente legato ad un disturbo narcisistico di personalità, ad abbandoni, tradimenti o divorzi molto conflittuali. Questi sono i traumi, esperienze che hanno in qualche modo un impatto davvero considerevole nella persona, producendo un difetto di maturazione dell’emisfero destro coinvolto nella regolazione affettiva. 
Pensando un po’ alla parola trauma che deriva dal greco e vuol dire “ferita” a questo punto possiamo capire veramente che cosa e’ un trauma: “è una ferita, in seguito all’esito traumatico di un evento che produce “un’attivazione emotiva caotica e destabilizzante” che la mente non e’ in grado di regolare, dall’altro la perdita della speranza che si possa ricevere “protezione” o rassicurazione da parte di un’altra persona. 
D. E’ questo che e’ successo dentro di noi, un terremoto emotivo ai tempi del Covid 19? 
R. Dottoressa Marino: Si, certamente. L’impatto psicologico (ed economico) del Coronavirus, non potrebbe essere piu’ evidente. Esso ha prodotto solitudine, pessimismo e paura, specie nei giovani. Uno studio dell’agenzia europea Eurofound, di recente condotto, ha individuato alcuni effetti causati dall’epidemia: le evidenze principali sono risultate solitudine e scarso ottimismo per il futuro. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno intervistato oltre 85mila persone in 27 nazioni europee. Diventano prevalenti anche sentimenti di ansia e di incertezza per il futuro. Quando si vive un evento doloroso e difficile, il nostro cervello mette a punto una strategia difensiva, allo scopo di proteggerci da possibili pericoli. Quando il momento “acuto” è passato, di solito l’essere umano e’ in grado di tornare autonomamente a uno stato di calma e serenità. Tuttavia alcune persone continuano a soffrire e a rivivere le stesse emozioni provate anche a distanza di molto tempo. Le sensazioni di angoscia sono cosi pesanti da impedire una vita soddisfacente, sia a livello privato che professionale. Questa patologia viene chiamata sindrome da stress post-traumatico. 
Per combattere efficacemente cio’, occorre rivolgersi ad uno specialista che, attraverso un percorso psicologico, è in grado di aiutare il paziente nel trovare il corretto trattamento. Oggi, fase 3 del Covid 19, stiamo assistendo ad uno sviluppo notevole della sindrome da stress post-traumatico e del disturbo di adattamento. 
D. Dottoressa cosa puo’ suggerirci oggi a tale proposito, anche per la gestione dallo stress emotivo Covid 19? 
R. La situazione Covid 19 è nuova, l’allarme costante e continuativo e le diverse misure precauzionali generano preoccupazione, impotenza, vulnerabilta’. La Societa’ Italiana per lo studio dello stress traumatico sottolinea che “non abbiamo esperienze simili nel passato per attingere esempi” e dobbiamo considerare anche la variabilita’ delle risposte comportamentali, fisiche ed emotive che potrebbero sperimentarsi. 
Mai come questo momento abbiamo bisogno di trovare un senso di calma e di “accettazione” delle situazioni. Mi sento di suggerire alcune indicazioni e qualche strategia. L’evento Covid 19 ha sollecitato in molti di noi una risposta di sopravvivenza del tipo attacco/fuga e ha bloccato “l’ingaggio sociale” in quanto esso stesso veicolo di diffusione del virus. Percepiamo il sistema sociale stesso come insicuro. Pur tuttavia l’essere umano ha la capacità di prendere contatto con il mondo soggettivo di chi gli sta vicino attraverso la risonanza emozionale. Risuonare emotivamente e sintonizzarsi sul mondo interno dell’altro sono capacità che si sviluppano nel processo di crescita dell’uomo quando raggiunge una sufficiente integrazione soma-psiche. 
Norbert Elias afferma che uno dei maggiori sostegni dell’esistenza umana è “ trovare risonanza emotiva in altri umani ai quali si e’ affezionati” e la cui presenza suscita un caldo sentimento di appartenenza. La sintonizzazione interpersonale come risorsa di resilienza rappresenta oggi uno strumento validissimo, specie in fase 3. 
La capacita’ di focalizzare la nostra attenzione sull’altro condividendo le emozioni che prova, ma al contempo sapendo mantenere confini emotivi e cognitivi cosi da poter riflettere in modo consapevole su cosa si puo’ fare per essergli di aiuto, rappresenta una valida e preziosa occasione. 
Generare conforto, speranza e trasformazione, ascoltando i segnali che gli altri inviano a noi e ne rivelano il mondo interiore si ritiene essere una straordinaria capacita’ di intervento. Quando scopriamo che le persone a noi piu’ vicine ci hanno “portato dentro di se’”, ci sentiamo “vicini nella distanza”. 
Chiaramente un valido contributo e’ offerto dal rivolgersi, come gia’ accennato, agli esperti della salute mentale, a noi psicologi. 
Una delle cose piu’ importanti e’ parlare, se siamo in uno stato di bisogno ed abbiamo la necessita’ di mettere ordine a sensazioni, emozioni e pensieri. 

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