La Legge di Stabilità 2020/2022
certifica il diritto alla stabilizzazione dei lavoratori ASU che finalmente
dopo 23 anni, hanno diritto ad un futuro e cancellare un’uscita sicuramente
“poco felice” di un importante esponente del Parlamento Siciliano che li
etichettava non come lavoratori ma soltanto come “sussidiati” quindi non
titolari di alcun diritto, pensiero questo che ci lascia veramente perplessi. La Legge di Stabilità 2020/2022 è
l’ennesima norma che vuole mettere chiarezza in un comparto che rasenta la più
becera illegalità perpetrata contro esseri umani che hanno la sola colpa di non
essere considerati “lavoratori” da quello Stato al quale hanno dato fiducia. Bisogna mettere la parola fine a
23 anni di illegalità avviando un percorso vero e certo che punti alla
riduzione del “bacino” tra fuoriuscita, prepensionamento e stabilizzazione. La politica deve agire
concretamente sul comparto e rendersi conto che ormai gli ASU, sempre per un
vergognoso assegno sociale di 590 euro mensili e senza alcun euro di contributi
versati, hanno sostituito in tutto e per tutto i dipendenti degli enti pubblici
presso i quali sono comandati, visto che nel tempo i dipendenti storici sono
andati in pensione senza essere sostituiti da nessuno.
L’evidenza dell’ormai cronica
carenza di personale negli enti pubblici ha finito con l’assegnare agli ASU un
ruolo determinante nel mantenere in piedi servizi di pubblica utilità
essenziali per la sopravvivenza del nostro sistema sociale ed economico. Parecchi uffici pubblici ormai si
reggono e continuano ad erogare servizi
solo grazie agli ASU che hanno sostituito in tutto e per tutto gli
ormai dipendenti pensionati. Non è moralmente ammissibile che
lo Stato da un lato combatta, meritoriamente, il lavoro nero in tutte le sue
forme e dall’altro di fatto sfrutti “in nero” circa di 5.000 lavoratori ASU
presenti in tutta la Sicilia. Il Sinalp è sempre stato contrario
al maldestro tentativo, avallato da alcune organizzazioni, di dividere i
lavoratori ASU, mettendoli contro tra di loro, che la Regione Siciliana aveva
fatto approvando quell’art. 11 della L.R. n.1 del 22.02.2019 che di fatto
regolarizzava la posizione lavorativa solo di 300 ASU lasciando al loro destino
tutti gli altri. Da sempre il Sinalp ritene che la
stabilizzazione debba interessare l’intero bacino e il suo crono programma
dovrà includere tutti senza esclusione alcuna, e tale è il contenuto della
nostra proposta inviata al dipartimento Lavoro ormai da oltre un anno. Il Sinalp, in rappresentanza
degli ASU propri iscritti, ha sempre chiesto al Governo Regionale di emanare
norme che risolvano in maniera definitiva la questione, seguendo quanto già
fatto dalle altre Regioni che hanno chiuso definitivamente la stagione della
precarizzazione. Purtroppo nella miglior
tradizione di sopraffazione, sfruttamento, prevaricazione e vessazione questi
lavoratori sono costretti a sobbarcarsi, più degli altri, turni, festivi, e
domeniche senza poter vantare alcun diritto, spesso nemmeno quelli sanciti da
leggi Nazionali come il diritto alla 104, e quando ottengono qualcosa che li
accomuni in qualche modo agli altri dipendenti questo è dovuto esclusivamente
alla libera interpretazione e bontà d'animo del responsabile dell’ufficio. Con l’avvento della tremenda
pandemia che ha colpito la nostra Nazione si è sommata un’ulteriore
prevaricazione, un nuovo abuso di potere, verso gli ASU. L’art. 87 del decreto-legge 17 marzo
2020, n. 18 (cd. Decreto “Cura Italia”) stabilisce che fino alla
cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, , il lavoro
agile è la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione
lavorativa nelle pubbliche amministrazioni e le amministrazioni pubbliche
sono tenute a limitare la presenza del personale negli uffici
assicurando esclusivamente le attività ritenute indifferibili e
che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro. A tal proposito il Dipartimento Regionale del Lavoro con apposita
nota prot. n. 15628 del 20 marzo scorso, ha chiarito che sono applicabili le
disposizioni del succitato decreto “Cura Italia” anche al personale ASU
e PIP con la condizione che detta misura di tutela per il personale ASU è subordinata
all’obbligo di recupero dei periodi di non utilizzo. Resosi conto della vergognosa disparità perpetrata nei confronti degli
ASU che vengono ulteriormente offesi e traditi dallo Stato, il Dipartimento
Regionale al Lavoro ha invitato gli enti pubblici interessati a valutare, fatta
salva la eventuale necessità di impiegarli a supporto di attività indifferibili
da rendersi in presenza, la possibilità del loro utilizzo in modalità
agile semplificata (cd. home working). Il Sinalp ha denunciato tale disparità di trattamento ed ha invitato
tutti i lavoratori ASU che dovessero essere obbligati al recupero delle ore di
non utilizzo a opporsi a tale imposizione e mette a disposizione il proprio
ufficio legale per tutelare il diritto all’equiparazione tra lavoratori. Come sindacato autonomo Sinalp in rappresentanza del comparto ASU
chiediamo un urgentissimo confronto in merito a quanto denunciato nella
presente nota con gli uffici in indirizzo. La Direzione Regionale Sinalp
Il Segretario
Dr. Andrea Monteleone
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