Mandamento della Noce sotto la guida del boss Alfano. Ruperti: "Momento delicato. Cosa nostra cerca consenso"

di Ambra Drago
“Cosa nostra cerca un consenso sociale ed è chiaro che adesso alla ripresa di tutte le attività commerciali questo è il momento più delicato. Questa attività - esordisce Rodolfo Ruperti -Capo della Squadra Mobile di Palermo, è partita prendendo le mosse da un boss deceduto, Giovanni Nicoletti tra l’altro arrestato nell’operazione “Game Over” perché avrebbe fatto entrare alcuni siti in quello che chiamava “ Paese” ovvero la famiglia di Cruillas.Questa attività ci consegnava dei soggetti che in quel quartiere dettava legge su ogni cosa, da operazioni di sensaleria e hanno dimostrato spregiudicatezza anche nelle attività estorsive senza occuparsi del pericolo. Per quanto riguarda le estorsioni avevano un interfaccia per i lavori edili e dove riuscivano a imporre delle ditte anche per piccole ristrutturazioni. Dopo la morte di Nicoletti si è affacciato Di Filippo ( arrestato nell’operazione "New Connection" per i sui rapporti con gli Inzerillo)e che faceva la spola tra i boss che reggevano la famiglia di Cruillas e il boss di Passo di Rigano, Tommaso Inzerillo”.
Durante le indagini sottolineano gli inquirenti è apparso una figura di spicco come Salvatore Alfano, tra l’altro titolare di un negozio di moto a Palermo. Alfano, dopo la scarcerazione, avrebbe mantenuto un profilo basso e riservato ma dopo la morte di Nicoletti sarebbe diventato punto di riferimento del mandamento. Sarebbero stati diversi, come hanno sottolineato gli investigatori gli incontri tra Alfano e esponenti del calibro di Settimo Mineo (arrestato nell'operazione Cupola 2.0) era colui che avrebbe tentato la ricostituzione della Commissione provinciale di Cosa nostra. Gli investigatori nel corso di questa indagine farebbero documentato anche un bacio tra Mineo e Alfano segno di rispetto e riverenza per il nuovo capo mandamento.
“Abbiamo registrato diversi contatti con Settimo Mineo e abbiamo ricostruito l'intero mandamento mafioso. Quello della Noce-ricorda Gianfranco Minissale,dirigente della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo-è composto anche dai territorio di Altarello, Malaspina e Cruillas e Alfano aveva un ruolo primario all’interno de mandamento molto attivo. C’era una diversificazione delle attività dalle estorsioni ai lavori edili ma anche attraverso intermediazione di soggetti che ricevevano un obolo per il ruolo svolto. Siamo riusciti a penetrante in questo quartiere grazie al lavoro della Sezione Criminalità Organizzata guidata da Gianfranco Minissale”.
È proprio il dirigente della prima sezione della Squadra Mobile in conferenza stampa si è soffermato su alcuni aspetti.
“Ancora oggi registriamo tanti episodi di persone che si rivolgono allo “ Zio Gino” nel caso specifico si tratta di Piraino ( arrestato oggi) racconta Gianfranco Minissale, anche quando non c’è necessità come il caso del padre che lo contatta per far prendere la patente al figlio”.
Fra i vari episodi il dirigente Minissale ne racconta uno proprio per evidenziare il controllo sul territorio.”Un persona si era opposta ai lavori della ditta sul terreno perchè aveva chiesto alla Telecom la rimozione di un palo pericolante. Ebbene il responsabile dei lavori si è rivolta allo “ Zio Gino” in un tempo in cui la pubblica amministrazione no era riuscita a raggiungere e così la posa della fibra ottica è andata avanti. Questi aspetti di referenza fanno si che se lo “Zio Gino” si presenta ottiene lo scopo di intimidire”.
Nell'operazione di oggi sono state arrestate complessivamente 11 persone (nove in carcere e due ai domiciliari)con l'accusa di per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato.
In carcere sono finiti: Girolamo Albamonte, Salvatore Alfano, Giuseppe Carella, Angelo De Luca, Francesco Di Filippo, Vincenzo Lanno, Francesco Paolo La Rosa, Biagio Piraino, Nicolò Zarcone.
Ai domiciliari: Giuseppe Bondì e Vincenzo Runfolo.





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