Vivere in barca

di Giuseppe La Manna
C’è chi ama vivere in un camper e c’è chi ama vivere in barca. Ad Amsterdam è molto diffusa la pratica di vivere in barca. I canali di Amsterdam sono pieni di barche abitabili, che si possono affittare o comprare. Chi decide di andare a vivere in barca di solito possiede una buona conoscenza del mondo nautico. Però è importante scegliere una barca che meglio si adatta alle necessità e alle possibilità economiche. Passare a vivere da una grande casa alla barca è un cambiamento di vita radicale, soprattutto per una questione di organizzazione e di spazio. Bisogna tenere in conto anche la condivisione di spazio e tempo a bordo con la persona o le persone con cui si andrà a vivere. Trascorrere lunghi periodi di tempo in pochi metri quadrati non è per tutti. Vivere in barca è una scelta di vita che è nei sogni di molti amanti del mare.
Le modalità per vivere in barca sono tante. Vivere in barca non è sempre una scelta estrema, può anche essere una decisione ragionata e offre molti vantaggi. Se già si vive e si lavora in una città di mare è davvero tutto più semplice, identico ad un cambio d’appartamento. Quello che cambierà sarà il panorama, le albe ed i tramonti che, viste dalla propria barca, danno sempre un’emozione. Cambieranno i profumi e respirare sarà un piacere senza l’inquinamento a cui le città ci costringono. Per chi fa questa scelta dovrà vendere i mobili e tutto quello che possiede, ma risparmierà ed eviterà una serie di costi connessi alla propria abitazione convenzionale che possono bilanciare il costo dell’ormeggio. Lo “smart working” offre altri importanti attimi di vita privilegiata che, specialmente in questo periodo, sono preziosissimi. Vivere in barca è per certi aspetti più sicuro e non solo riguardo il Covid. Chi soffre di allergie o di problemi respiratori trova grande beneficio nella vita sull’acqua. Tutte le persone che scelgono di vivere in barca hanno certamente una grande passione comune: l’amore per le barche e la navigazione. Però si può vivere bene anche su una barca che non naviga, usata semplicemente come casa galleggiante. Ma non andrà bene qualsiasi barca. Se una barca non naviga perché i suoi motori non funzionano più, se non è stata usata per un lungo periodo di tempo potrebbe avere dei seri problemi strutturali pur restando ferma. Una barca molto vecchia e trascurata non è la stessa cosa di una casa in cui basta una mano di pittura per cambiare l’aspetto. Nel caso di un’imbarcazione, gli impianti elettrici e di servizio soffrono molto di più, in modo particolare per le aggressioni del mare. Una cosa importante è dove tenere ormeggiata la barca. Chi fa una professione che gli permette di lavorare senza dover andare in ufficio non avrà bisogno di un ormeggio fisso e sarà libero di spostarsi da un porto all’altro. Per molte persone è un sogno poter cambiare porto, città e mare. Un’altra cosa importante è la residenza. L’articolo 43 del Codice Civile recita: “Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi. La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale”. Quindi sarà sufficiente indicare al comune che abbiamo scelto il nostro indirizzo, completo di numero di pontile e posto barca e nessuno potrà rifiutarci questo diritto. 

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