Trivellazioni, lo sconcerto di Attiva Sicilia: “Occorre salvaguardare la regione e il Mediterraneo”

“Il Mediterraneo e la Sicilia non possono essere ulteriormente violati dalle trivelle. Sono troppi i danni che si rischiano a paesaggio, turismo, mare e sottosuolo permettendo la ricerca e la conseguente estrazione di idrocarburi. Fra l’altro, il livello di rischio sismico nel territorio è massimo ed è classificato come ‘altamente probabile’ con possibili effetti nefasti per l'ambiente e la popolazione”. Ad affermarlo è il gruppo di Attiva Sicilia all’Ars che esprime la propria contrarietà allo stop arrivato al provvedimento blocca trivelle che era previsto nella bozza del decreto Milleproroghe.
“Autorizzare la ricerca di idrocarburi - affermano i deputati regionali di Attiva Sicilia Angela Foti, Valentina Palmeri, Matteo Mangiacavallo, Elena Palmeri e Sergio Tancredi - in nome di una risibile ricaduta occupazionale a fronte, invece, delle pesanti ricadute negative sul turismo e, quindi, sulla capacità delle imprese locali a creare ricchezza e occupazione, ci lascia increduli. In particolare, per la Sicilia non va dimenticato che nell’elenco delle zone di ricerca ci sono anche aree marine siciliane nelle vicinanze di Pantelleria e Favignana, altre tra Madonie e Nebrodi, nel Nisseno, nell’Ennese e nel Catanese e nel Ragusano: occorre prorogare la moratoria”. “Dare il via libera alla ricerca di petrolio in Sicilia – concludono i deputati regionali - significa invertire la rotta intrapresa per la transizione energetica verso le fonti di energia rinnovabili e fare un salto indietro ancora a favore dei combustibili fossili. Appare assurdo che, in Consiglio dei Ministri, si sia potuto capitolare su una battaglia storica del Movimento 5 Stelle”.

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