Inchiesta sui numeri Covid in Sicilia, tornano liberi 3 arrestati. Di Liberti e Cusimano sospesi per un anno

Inchiesta sui dati falsi dell'emergenza sanitaria in Sicilia. Tornano liberi dopo la bufera scoppiata il 30 marzo scorso Letizia Di Liberti, dirigente della Regione siciliana, Salvatore Cusimano funzionario dell'assessorato regionale alla Salute, e Emilio Madonia, il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati.
Il gip di Palermo, che dopo il trasferimento dell'indagine da Trapani al capoluogo era chiamato a decidere sulla rinnovazione della misura cautelare, ha revocato per tutti gli arresti domiciliari. A Di Liberti e Cusimano è stata imposta la sospensione dal servizio per un anno.In verità non si è trattato dell'unico colpo di scena, pochi giorni fa sempre la Procura di Palermo acquisita l'inchiesta aveva ritenuto che il numero dei decessi, infatti, non incide in alcun modo nella decisione che colloca i territori in una fascia di colore invece che in un'altra. L'accusa, dunque, andava riformulata. Resta indagato in questa inchiesta anche l'ex assessore alla Salute, Ruggero Razza.Oggetto dell'inchiesta resterebbero le alterazioni dei dati ufficiali, quelli inseriti sui form della Piattaforma della sorveglianza integrata.Quest'ultimo pronunciamento del gip ha riguardato sei capi di imputazione rispetto ai 37 iniziali.E lo stesso giudice avrebbe scritto : "A prescindere dalla reale finalizzazione delle continue falsificazioni sui dati rispetto al raggiungimento di specifici obiettivi di carattere politico ed economico, che merita senz'altro un doveroso approfondimento investigativo, gli atti d'indagine svelano uno scenario desolante in cui con assoluta superficialità e con una approssimazione, ben lontana dagli standard di professionalità richiesti per l'elaborazione di dati corretti e di qualità, venivano gestiti dati tanto significativi per il monitoraggio della pandemia".In particolare dall'inchiesta sarebbero stati stralciati i capi di imputazione 1 e 10 ovvero quelli riguardanti la falsificazione dei bollettini giornalieri. Un quadro accusatorio è fortemente ridimensionato avrebbero dichiarato gli avvocati Paolo Starvaggi e Fabrizio Biondo legali della dirigente regionale Di Liberti che avrebbero aggiunto 
"In buona sostanza - spiega - è rimasta in piedi l'accusa per concorso in falsità ideologica e falsità materiale"

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