di Ambra Drago
Palermo come Beirut, questa la sintesi dello scenario che si trovarono di fronte investigatori e inquirenti trentotto anni fa in via Pipitone Federico quando esplose una 126 carica di tritolo. A perdere la vita furono il giudice istruttore e padre del pool antimafia, Rocco Chinnici, due carabinieri della scorta, il maresciallo Mario Trapassi, l'appuntato Salvatore Bartolotta, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico dove il magistrato abitava, Stefano Li Sacchi. E un ricordo sullo spessore umano e professionale del giudice, originario di Misilmeri, l'ha tratteggiato la figlia, Caterina: "Abbiamo voluto nella commemorazione abbiamo voluto incastonare il ruolo della Procura Europea che ha appena iniziato la sua attività e che è una prosecuzione della idea di mio padre, avviata 40 anni fa,della cooperazione giudiziaria, del contrasto alla criminalità organizzata attraverso le misure patrimoniali, della collaborazione fra procuratori e forze delle polizia. Il suo sacrificio non è stato vano adesso ha dato espressione del suo lavoro anche in ambito europeo anche perchè oggi la criminalità organizzata si muove in chiave transnazionale".E a rappresentare la Procura, struttura operativa dal 1 giugno 2021,Laura Codruța Kövesi: "E' molto importante per me essere qui a Palermo.Rocco Chinnici è un modello anche per quel che ha riguardato lo scambio di informazioni tra operatori del diritto, il tracciamento del denaro e l'avvio del pool antimafia rappresenta oggi quello che la Procura europea sta mettendo in pratica nella lotta anche alle organizzazioni criminali in tutta Europa".
Nessun commento:
Posta un commento