Prof. Giorgio Scichilone: VI edizione della History and Politics Summer School dell’Università di Palermo

Intervista a Giorgio Scichilone Professore ordinario di storia delle istituzioni politiche, Università di Palermo Direttore della History and Politics Summer School. 
Si sta per inaugurare la VI edizione della History and Politics Summer School dell’Università di Palermo, che si svolgerà a Marsala dal 23 al 28 agosto. Come si arriva a questo appuntamento?
La nostra summer school ha ormai una piccola ma considerevole ‘storia’, di cui siamo orgogliosi, perché testimonia un percorso consolidato che diviene una garanzia di riconoscibilità. Siamo una realtà nata nel 2016 che è cresciuta di anno in anno grazie ad alcune caratteristiche precise: l’approfondimento interdisciplinare delle tematiche prescelte, che permettono di guardare alle questioni da diverse angolature scientifiche, e il valore assoluto degli esperti e studiosi chiamati a trattarle. Questo costituisce l’identità dell’iniziativa, il suo profilo peculiare che le ha consentito di accreditarsi a livello accademico e scientifico internazionale.
Quale sarà il tema di quest’anno?
Quest’anno approfondiremo un tema che è stato sempre tenuto presente nelle varie edizioni, ma che adesso abbiamo voluto porre in speciale evidenza. Il titolo di questa VI edizione sarà EUtopia. Istituzioni, democrazia, futuro. L’Europa come realtà istituzionale e politica esistente e come progetto che deve ancora realizzarsi compiutamente. Un’utopia positiva, evocata dal titolo, una realtà complessa a cui guardiamo con fiducia e speranza, basata sulla storia dell’Unione Europea come progetto che ha garantito, dopo due devastanti guerre mondiali, pace e sviluppo, ma che ancora deve superare un elevato coefficiente di resistenze regionali per diventare ciò che era il sogno dei padri fondatori. Solo per rimanere alla più immediata attualità, la mancanza di una voce e di una strategia comune estera europea è un vuoto doloroso che non permette di dispiegare tutto il peso politico e culturale europeo nelle drammatiche crisi internazionali che adesso siamo vivendo.
Chi saranno gli ospiti e i relatori della settimana di scuola estiva?
Ancora una volta, ci siamo affidati, per riflettere su un tema così impegnativo e poliedrico, a studiosi e personalità delle cultura e delle istituzioni di assoluto rilievo. Marc Lazar, politologo di fama mondiale, terrà la lectio magistralis all’apertura dell’evento. Poi ci saranno i dialoghi sull’Europa, un dibattito in cui interverranno il vicepresidente della Regione Sicilia Gaetano Armao, il deputato europeo Marcos Ros Sempere, la presidente della Fondazione Antonio Megalizzi, Emiliano Abramo responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Sicilia, e la professoressa dell’università di Palermo Alessandra Pera. Ma questo è solo l’inizio. Nei giorni successivi ci saranno lo storico Franco Benigno, della Normale di Pisa, Anna Loretoni, del Sant’Anna di Pisa, Luca Scuccimarra, direttore del dipartimento di Studi Politici della Sapienza di Roma, il politologo Alessandro Colombo (università di Milano), la funzionaria della Banca d’Italia Magda Bianco che ci parlerà del Recovery Plan, Francesca Becchio dell’università di Siena, esperta di economia di genere, e così via. Dirli tutti è davvero un esercizio di memoria, dato il parterre prestigioso e vasto.
Perché Marsala come sede della summer school?
Abbiamo scelto Marsala per una pluralità di motivi, che concorrono a candidarla come sede ideale di una scuola estiva universitaria di eccellenza. La città è infatti storicamente un luogo di apertura e accoglienza mediterranea, di scambi e relazioni internazionali, offre scenari paesaggistici straordinari, ha una importante tradizione artistica e culturale (il parco archeologico dove teniamo la sessione inaugurale gode di un patrimonio unico al mondo), al punto che dovremmo immaginarla non come territorio periferico dell’ateneo di Palermo, ma come componente essenziale dell’università della Sicilia occidentale, insieme ad altre realtà del trapanese. L’aeroporto di Birgi aiuta in tal senso a proiettarla su un circuito internazionale, e tutto questo, complessivamente, dovrebbe diventare una risorsa su cui università ed istituzioni dovrebbero investire cooperando insieme per tali obiettivi.
Quali sono le sensazioni della vigilia?
Stiamo registrando un interesse crescente non solo dagli abituali ambienti universitari, ma anche dal mondo delle associazioni culturali, dalla stampa, dalle istituzioni pubbliche e provate, da tante persone che stanno guardando con attenzione al nostro progetto e all’offerta formativa, articolata e coerente, messa in campo. La History and Politics Summer School non è un recinto accademico chiuso, ma si apre al territorio, con il territorio dialoga, come è ormai prioritario per l’università italiana, e aspira ad essere un incubatore culturale in cui convivono le due dimensioni che l’hanno portata ad essere ciò che è diventata: la dimensione locale e quella nazionale e internazionale.

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