Operazione della polizia da Reggio a Messina. Sequestrati beni, assetti societari e rapporti finanziari dal valore complessivo di 45 milioni

Maxi operazione della Polizia da Reggio Calabria, Bari, Milano Messina sino in Florida. "Un provvedimento giudiziario che può contemplare un primo piano con anche un attacco patrimoniale e che riguarda la disarticolazione dell'apparato militare, sottolinea il prefetto e Direttore Centrale Anticrimine Francesco Messina, e un secondo piano che riguarda il  colpire il capitale illecitamente accumulato con il lavoro delle direzioni anticrimine, con le misure di prevenzione patrimoniale e con il servizio centrale Anticrimine". In particolare dall'operazione di oggi ne è scaturito un sequestro dal valore complessivo di 45 milioni di euro, riconducibili a due fratelli imprenditori attivi nel settore dell’edilizia e dell’intermediazione immobiliare. Sono state sequestrate in particolare società e quote sociali detenute dai due in 18 società, di cui una in Florida (Stati Uniti), una ditta individuale, 10 veicoli, 337 fabbricati, 23 terreni, nonché il sequestro dei rapporti finanziari comunque a loro riconducibili. Inella conferenza stampa che si è tenuta a Reggio Calabria,alla quale hanno partecipato il questore Bruno Megale e il Direttore del Servizio Centrale Anticrimine, Giuseppe Linares, il Prefetto e direttore del Dac Messina ha sottolineato: 
"La Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato - ha dichiarato il Direttore Francesco Messina - sta attuando da anni una strategia finalizzata a colpire i patrimoni illeciti accumulati dalle mafie, utilizzando sia i sequestri penali che le misure di prevenzione patrimoniali. Dal 2019, su tutto il territorio nazionale, sono stati sequestrati beni per oltre 650 milioni di euro alla sola ndrangheta. Quest’ultima, colpita dall’operazione odierna, è l’organizzazione mafiosa più pericolosa, sia dal punto di vista militare che economico. Grazie alla sinergia operativa tra indagini tradizionali e accertamenti patrimoniali, il contrasto alle organizzazioni mafiose non si ferma all’apparato militare – e quindi alla repressione di reati come le estorsioni e il traffico di armi e stupefacenti – ma colpisce le ricchezze accumulate grazie alle attività delittuose, funzionali alla sopravvivenza stessa delle organizzazioni criminali".

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