Martedì 8 agosto a Ustica parte il progetto “Archeologia Terracquea” con la giornata di studi dedicata all’archeologo Robert Ross Holloway. Si farà luce sull’autenticità della scultura da lui ritrovata negli anni ’90
Martedì 8 agosto, a partire dalle 17, presso l’Area Marina Protetta di Ustica, prenderà il via la prima edizione del progetto “Archeologia Terracquea” dal titolo “Robert Ross Holloway. La Sicilia e la Campania nella preistoria”, che prevede una Giornata di studi in memoria del celebre archeologo che scavò a lungo nell’isola. L’iniziativa si svolge nell’ambito dell’edizione 2023 di “Libro Fest Villaggio letterario”, la rassegna coordinata da Anna Russolillo e inaugurata sabato 5 agosto, che quest’anno è giunta alla sua nona edizione.
Il progetto “Archeologia Terracquea” è una novità assoluta: si tratta di un evento itinerante che nasce per valorizzare e far conoscere meglio le isole e i territori costieri abitati fin dalla Preistoria e dedicato alla memoria dell’archeologo Robert Ross Holloway.
A dare impulso all’iniziativa “Archeologia Terracquea”, il direttore del Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato, architetto Domenico Targia, da cui il Villaggio archeologico di Ustica dipende che, con la sua presenza a Ustica in questi giorni sta cercando di recuperare attualità e visibilità al prezioso patrimonio archeologico dell’Isola, in linea con le indicazioni del direttore generale dei Dipartimento dei Beni Culturali Mario La Rocca, dell’assessore regionale dei Beni culturali Francesco Scarpinato e con il patrocinio morale del Comune di Ustica, guidato dal sindaco Salvatore Militello.
Grazie ad “Archeologia Terracquea”, archeologi e studiosi internazionali tornano nell’area archeologica dei Faraglioni di Ustica, nella cosiddetta “Cittadella fortificata”, nei luoghi in cui Robert Ross Holloway condusse per anni importantissime campagne di scavi. La cittadella fortificata della Media Età del Bronzo era popolata da centinaia di persone. La popolazione che abitava su un pianoro affacciato sul mare era dedita all’agricoltura, alla pastorizia e alla pesca. All’improvviso, e non si sa ancora il perché, la vita di quella comunità nel 1250 a.C. s’interruppe e oggi - nella zona dei Faraglioni - si trovano i resti di capanne in pietra con arredi e suppellettili abbandonati dagli abitanti nella loro posizione d’uso, come quando si fugge senza avere il tempo di portar via nulla. Un disastro naturale, una pandemia, una deportazione di massa, una crisi ambientale che rese impossibile la sopravvivenza? La Giornata di studi di lunedì 7 agosto, con il progetto “Archeologia Terracquea”, servirà, dunque, anche a squarciare il velo su questo grande mistero che ancora oggi avvolge la fine di quello che è stato definito uno degli insediamenti meglio conservati d’Italia dell’età del bronzo.
Ad aprire gli interventi, alle 17, sarà la figlia del professore, Anne Holloway Studholme, che leggerà tra l’altro una parte dell’introduzione del libro “Ustica I. Traduzione in Italiano” scritto dall’archeologa Susan SnowLukesh,”L’uomo, lo studioso e il maestro”. Alle 18, il direttore del Centro di Archeologia Classica Joukowsky Institute for Archaeology and the Ancient Worlddella Brown University Peter van Dommelen parlerà dei cinquant’anni di archeologia mediterranea alla Brown University. Seguirà poi “L’oro nero di Ustica. L’importazione dell’ossidiana dal Neolitico al Medio Bronzo”, a cura di Franco Foresta Martin (geologo). Alle 19 interverrà il prof. Massimo Cultraro “Un mare aperto. Ross Holloway, l’età del Bronzo in Sicilia e l’Egeo”, e a seguire, l’archeologa Francesca Spatafora parlerà del “Villaggio Preistorico dei Faraglioni di Ustica”. In merito alle imprese di “Ross Holloway in Campania” interverranno il paletnologo Pierfrancesco Talamo e l’architetto Anna Russolillo.
La giornata di studi terminerà con la presentazione delle nuove ricerche al Villaggio Preistorico dei Faraglioni e con la discussione di due poster dedicati alla fortificazione: il primo, a cura di Anna Russolillo, Franco Foresta Martin, Pierfrancesco Talamo, Stefano Furlani, Stefano Zangara, Giacomo Vinci, e il secondo,con la presentazione delle nuove ricerche in corso di pubblicazione su rivista scientifica: “La fortificazione del Villaggio dei Faraglioni di Ustica. Nuove ipotesi. Prospezioni geo archeologiche dell’INGV- 2022-2023” di Anna Russolillo, Franco Foresta Martin, Antonio Merico, Pierfrancesco Talamo, Vincenzo Sapia, Valerio Materni, Marta Pischiutta, Sandro de Vita, Stefano Furlani, Domenico Targia, Mauro A. Di Vito. Gli atti del convegno saranno pubblicati in un volume dedicato.
Intanto, nel corso dell’inaugurazione dell’edizione 2023 del “Villaggio Letterario”, il direttore del Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato, Domenico Targia, ha annunciato che saranno svolti accertamenti tecnico-scientifici sulla scultura in materiale tufaceo, che venne ritrovata a Ustica da Robert Ross Holloway negli anni ’90, inizialmente identificata come risalente all’età del bronzo, ma sulla cui autenticità si discusse a lungo, perché poi rivelatasi un presunto falso. Grazie alle nuove indagini preannunciate dal direttore del parco archeologico, si potrà, così, datare con esattezza l’oggetto e accertarne in tal modo la provenienza e la definitiva matrice.
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