Ciaccio Montalto fu tra i primi magistrati a cadere sotto i colpi della ferocia mafiosa del clan dei Corleonesi. Un giudice schivo e intelligente, colto e coraggioso, che operò a Trapani, dove non mancavano figure di giudici abulici e opachi, adottando un metodo che in seguito si rivelerà esiziale per la mafia, ovvero la cooperazione nella lotta alla mafia prima che nascessero i pool. Alla fine degli anni Settanta Ciaccio Montalto avvia un’inchiesta su uno dei clan mafiosi più attivi della zona. Ben presto si ritrova da solo nelle indagini e accerchiato dalle minacce. La notte tra il 24 e il 25 gennaio 1983, a soli 41 anni, viene freddato da un commando di tre sicari davanti alla sua casa in Valderice, in provincia di Trapani. La campagna “Un Giusto in una terra ingiusta” si apre giovedì 25 gennaio alle 10, quando, sul luogo dell’eccidio, il Comune di Valderice e l’associazione ALA deporranno una corona di fiori. Di seguito, nell’aula consiliare intitolata a Ciaccio Montalto gli studenti delle scuole locali dialogheranno con magistrati, amici del giudice e membri di ALA : “Sarà un momento conoscitivo penetrante sulla vita di un servitore dello Stato forse lasciato solo - dice Lima -, sulla criminalità organizzata e sui valori di legalità e di giustizia”.
La campagna si avvale del supporto della famiglia del giudice ucciso.
“Aveva 41 anni quando ci ha lasciato; praticamente ancora un ragazzo. Un ragazzo con una vita piena, un cuore grande, con un gran bisogno di dare e ricevere affetto. Era un padre amorevole, un compagno di giochi, una presenza certa, intransigente e rigorosa per quanto riguardava l’educazione e lo studio – ricorda la figlia Marene Ciaccio Montalto -. Ci ha trasmesso un senso profondo del dovere, quello che non lo ha fatto arretrare di fronte a nulla; quello che ha messo sempre prima di sé e degli affetti. Non è stato facile per noi ricominciare una nuova vita, in una terra estranea, con il terrore costante di perdere, ancora bambine, anche la mamma. Papà mi è mancato sempre, nella quotidianità così come in tutti i traguardi raggiunti, ma è sempre presenza costante dentro di me e delle mie sorelle. Non dimenticherò mai il suo sorriso e il suo sguardo limpido; e spero vivamente - conclude - che il suo nome ed il suo sacrificio non vengano dimenticati.”
La campagna proseguirà nei mesi successivi con una attività di informazione e formazione che l’associazione svolgerà nelle scuole di Palermo e provincia, per raccontare ai giovani del giudice, della sua attività, delle sue idee e della sua barbara fine. ALA, per stimolare la creatività degli studenti, propone un contest: saranno premiati gli elaborati che narreranno nel modo più sensibile e creativo la figura del giudice.
Ad affiancare l’intensa attività nelle scuole ci sarà la campagna creativa e artistica di Raizes Teatro, guidata dal regista Alessandro Ienzi: l’organizzazione è da anni impegnata nella promozione dei diritti umani attraverso le arti, il teatro e campagne grafiche e video. Il 25 gennaio a Valderice previsti pure una performance e un intervento di Alessandro Ienzi.
“L’attività di Ciaccio Montalto e la sua eredità professionale e morale - dice Ienzi - possono essere un caposaldo della rivoluzione culturale e giovanile così necessitata oggi. Tornare a credere nei valori della giustizia e della fratellanza è la chiave della rinascita dei giovani e della cultura.”
Una delle proposte di ALA è rivolta al Comune di Palermo, invitato a cooperare per la realizzazione di un murales cittadino dedicato a Giangiacomo Ciaccio Montalto.
La campagna “Un Giusto in una terra ingiusta” si concluderà il 22 giugno nell’atrio della Biblioteca Comunale di Palermo, già teatro dell’ultima apparizione pubblica di Paolo Borsellino, con una giornata di riflessioni tra musica, arte e teatro.
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