Foto fornita alla stampa dal Gabinetto della Prefettura di Palermo |
"Credo che oggi a differenza degli altri "Giorni della Memoria" esordisce il prefetto di Palermo, Massimo Mariani, siamo in un momento cruciale. C'è un conflitto terribile in Medio Oriente ma in realtà è preoccupante per quanto sta suscitando nel mondo occidentale. Oggi assistiamo al mondo della Cultura che rigetta il rapporto con le Università se queste sono colpevoli di avere sede a Israele. Se noi riflettiamo, cos'è la Cultura se non un ponte tra diversi popoli. Noi dobbiamo capire chi siamo e per cosa dobbiamo lottare sicuramente per la democrazia. Dobbiamo riflettere su noi stessi. Noi proviamo orrore su quello che succede".
"Però è altrettanto vero, continua il prefetto Mariani, che noi occidentali dobbiamo interrogarci e noi dobbiamo usare solo la Cultura. Questa giornata ricorda tutte le vittime del nazismo e del fascismo e nello stesso tempo nel nome di quel ricordo bisogna rigettare qualsiasi forma di razzismo. Dobbiamo porre le basi per la pace del Medio Oriente e dobbiamo fare uno sforzo particolare".
Il prefetto di Palermo, Massimo Mariani |
Direttore Generale Usr Giuseppe Pierro |
E in questi giorni appunto ci interroghiamo sull'importanza di allacciare ancor di più un rapporto scuola-famiglia. Noi ci proviamo sempre più. Anche ad esempio l'ampliamento dell'offerta formativa o la scuola aperta al territorio. Facciamo in modo che gli interventi siano rivolti anche alle famiglie e ci dev'essere un rapporto di fiducia perché solo così si può insieme migliorare e andare avanti insieme". E sono ben cinque gli istituti scolastici di Palermo e provincia che hanno partecipato a questo momento di memoria, lo hanno fatto attraverso, cartelloni, un video, la creazione di un giornale di classe o la realizzazione di due bandiere quella Israeliana e quella Palestinese. Davvero tanti momenti emozionati quelli realizzati dagli studenti delle scuole: del I^ Circolo “Don Milani” di Villabate, della Scuola Primaria dell’Istituto Comprensivo Statale “Rosario Livatino” di Ficarazzi. E poi gli studenti dei Licei dell’Educandato Statale “Maria Adelaide” di Palermo, Liceo Scientifico Statale “Benedetto Croce” di Palermo e il Liceo Classico Internazionale “Umberto I” sempre del capoluogo siciliano. Il via ufficiale alla Giornata è stato dato dall'esecuzione del “Canto degli Italiani”.
Prof.ssa Luciana Pepi Presidente Istituto Siciliano di Studi Ebraici |
La professoressa Pepi nel corso di un'intervista ai giornalisti ha affermato:" Quest'anno questo momento è doloroso poiché è non possiamo prescindere dagli eventi del 7 ottobre che hanno cambiato il mondo. E' triste che soprattutto i giovani non danno attenzione alla conoscenza di quanto sta accadendo. i giovani spesso danno giudizi frettolosi. Faccio un esempio, usare il termine genocidio per descrivere quanto sta accadendo a Gaza è un errore perché con tutte le tragedie (nessuno può esserne contento) però non è un genocidio. usare questo termine fomenta l'odio. E si fornisce alle piazze modo di gridare l'odio verso gli ebrei. Inoltre la critica verso il Governo Israeliano non può diventare critica e odio verso tutti gli ebrei del mondo. Quindi questo è specchio di un antisemitismo sopito che purtroppo non è mai terminato". Abbiamo chiesto alla professoressa Pepi come gli ebrei che si trovano a Palermo vivono questo conflitto. "A Palermo c'è un piccolo nucleo ebraico che è sezione della comunità di Napoli. Siamo un piccolo gruppo e siamo molto attivi (nel 2017 abbiamo ricevuto dall'arcivescovo Lorefice che ringraziamo un luogo che in futuro diventerà una sinagoga) e ovviamente seguiamo con molta tensione quanto accade. Molto spesso i media non sono obiettivi. Devo dire che la solidarietà a Israele è durata pochissimo. Ciò che è accaduto il 7 ottobre è ingiustificabile. Molti di noi li abbiamo familiari, amici e quindi viviamo davvero con molta apprensione".
Sala Dalla Chiesa di villa Whitaker con Autorità e studenti |
Tale gruppo strumentale, composto da soli allievi, diretto dall’allievo della classe di direzione d’orchestra del Conservatorio Vincenzo Baldone e coordinato dal maestro Salvatore Palmeri, ha eseguito due cantate composte da J.S. Bach. Durante la Guerra i musicisti perseguitati reagivano usando la loro arte come una forma di resistenza spirituale e come strumento di denuncia dell’oppressione. E’ stato accertato che, in alcuni campi di concentramento, i musicisti segregati venivano usati per tenere concerti al fine di intrattenere i soldati, prediligendo proprio l’esecuzione di brani del compositore tedesco Johann Sebastian Bach. Alcuni dei lavori degli studenti saranno consultabili sul sito istituzionale della Prefettura di Palermo.
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