Concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio e corruzione: tre arresti. Coinvolto anche l 'ex consigliere comunale Mimmo Russo

I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, alle prime luci dell’alba di oggi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 persone. Si tratta di Mimmo Russo (69 anni) ex consigliere comunale nonché ex presidente della commissione Urbanistica e si trova in carcere mentre Gregorio Marchese (61) figlio dello storico killer di Corso dei Mille e Achille Andò (73) sono ai domiciliari.
Sono ritenute responsabili, a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, voto di scambio, corruzione, traffico di influenze illecite aggravato dall’aver favorito l’associazione mafiosa.

Le indagini riguardavano il periodo 2020/2023,   in ordine al rapporto di reciproca convenienza esistente tra un sindacalista, amministratore locale del comune metropolitano, in carica sino al giugno del 2022, ed esponenti di “cosa nostra” palermitana.

"Dalle investigazioni sottolineano dal comando provinciale dei carabinieri di Trapani, è emersa l’esistenza di un comitato di interessi, del quale faceva parte anche un faccendiere, Achille Andò,  appartenente alla massoneria, impegnato nella costruzione di un centro commerciale nel capoluogo siciliano".

In tale contesto, l’esponente politico:
- si è adoperato in favore dell’approvazione di una variante al Piano Regolatore cittadino, tesa a modificare da “verde agricolo” ad “area commerciale” la destinazione dei terreni sui quali avrebbe dovuto sorgere la struttura;

- avrebbe ottenuto - come contro partita - un cospicuo numero di assunzioni nel costruendo centro commerciale, da promettere a soggetti legati alla criminalità organizzata, in cambio del sostegno elettorale dell’organizzazione mafiosa.

L’indagine avrebbe , inoltre, disvelato le pesanti ingerenze che l’uomo politico esercitava nei confronti della società che gestisce l’ippodromo di Palermo, condizionandone l’operato affinché si piegasse al volere dei suoi referenti mafiosi e concorrendo con questi ultimi nella commissione di estorsioni aggravate, ai danni di liberi professionisti che avevano svolto incarichi per conto di quella realtà economico-sportiva e che sono stati costretti, con la minaccia, a rinunciare, in tutto o in parte, al loro compenso.

L’inchiesta, infine, ha ricostruito la promessa ottenuta dal politico di un pacchetto di assunzioni in una società che si occupa della grande distribuzione alimentare, in cambio di agevolazioni presso gli uffici del comune di Palermo e di un incarico di sottogoverno da attribuire a un rappresentante della medesima società commerciale.

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