Premio Internazionale Beato Pino Puglisi omaggio alle persone semplici. Riconoscimento anche a Cecchettin: "Diffondere l'amore sano per contrastare la violenza"

di Ambra Drago
Grande successo al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo per uno degli appuntamenti più significativi dell'anno, ovvero il "Premio internazionale Beato Pino Puglisi" giunto alla sua 19° edizione. Un momento di raccoglimento, di riflessione tracciato nel solco del nome del prete che si dedicava agli altri e contrastava la mafia, la stessa che lo uccise il 15 settembre del 1993' nel quartiere di Brancaccio. La serata ha visto la partecipazione di tanti giovani, quelli che don Puglisi amava tanto. Trenta di loro, come ha raccontato il fondatore del Premio, don Garau, hanno ricevuto la Borsa di studio "Vivere per sognare" e potranno andare avanti nei loro studi liceali. "Ecco, sottolinea don Garau, cosa produce questo Premio. Dare voce a chi non ha voce, dare speranza, ed è con entusiasmo che annuncio che il 29 novembre proprio nella sala della "mia Chiesa" per la prima volta si terrà un convegno dedicato alle periferie davanti al ministro per lo sport e i giovani Abodi. Saranno i bambini a porre le domande e parleranno del loro quartiere, Borgonuovo, dove non c'é nulla. Noi non ci fermiamo e cerchiamo di portare avanti gli insegnamenti di don Puglisi e ogni anno devo confessarvi che questo Premio mi emoziona tantissimo e siamo già al lavoro per la ventesima edizione".
Un Premio che via via è diventato un patrimonio palermitano e internazionale, ci racconta la presidentessa dell’Associazione Giovani 2017 3P Gemma Ocello: Questo Premio è andato anche in Australia, in Brasile dove abbiamo lanciato un messaggio di speranza e quindi continua a essere conosciuto in tutto il mondo. Poi devo ammettere che stasera sono davvero emozionata, qui la speranza è forte. La speranza che ce la possiamo fare, che l'amore vince, come dimostra la scelta di questi sette premiati".

La giuria presieduta dall’arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice e formata da Roberto Gueli, Rolando Caruso, Vincenzo Bagarello, Ignazio Garsia, don Antonio Garau, Vito Lo Scrudato, Franca Barone e Gemma Ocello, ha scelto a chi assegnare i riconoscimenti.
Il primo a salire sul palco, vicino ai presentatori della serata, il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e condirettore nazionale della Tgr RAI Roberto Gueli e alla collega RAI Tiziana Martorana, è stato il giornalista vaticanista e scrittore Ignazio Ingrao.
"La figura di Puglisi ci interroga sempre, anche a un semplice cronista come me. Sento la reponsabilitá di raccontare il Papa quotidianamente, é un compito molto delicato e noi cerchiamo di raccontarlo con la forza della gentilezza. Padre Puglisi è accomunato alal figura del Papa entrambi da un alto profilo umano. Ecco ritengo che questo è un é un insegnamento per tutti noi, prima l'uomo anche quando si racconta una notizia".
Successivamente il Premio stato consegnato a Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano ispiratore e fondatore di diversi movimenti italiani volti a creare le condizioni della pace e di una società solidale in cui gli ultimi abbiano cittadinanza. " Amo parlare soprattutto ai giovani, io ho 86 anni, e ritengo che la mia generazione sará maledetta perché abbiamo violentato il pianeta terra. Noi vi consegniamo un mondo malato e tocca a voi cambiare tutto se".Un altro momento significativo è stato segnato dal riconoscimento assegnato all’educatrice italo-israeliana Angelica Edna Calò Livné per il suo impegno per la pace.
"Ho vissuto per anni in Isdraele e poi per 20 anni a Roma dove lavoro all'Università. Tutta la mia vita l'ho dedicata al dialogo. Vedete ho anche cretao un teatro multiculturale. Dove ebrei, ceistiani e musulmani coesistono, questo per me è il significato del dialogo. Il mio sogno è che la guerra finisca, deve finire".
 Un messaggio forte, lo stesso lancia Gino Cecchettin, papà di Giulia, barbaramente uccisa dal suo ex fidanzato, accompagnato da un lungo applauso, salito sul palco a ritirare il Premio. "Abbiamo sempre una scelta, sottolinea Cecchettin, quella di decidere soprattutto quandi siamo vittime di violenza come agire e io mi sono ispirato a mia figlia Giulia, su quello che avrebbe desiderato in questo mondo, mi sono concentrato su qualcosa di bello.É sparita la rabbia quando ho avuto in mano la foto di mia figlia ed ho deciso di trasformare questo sentimento. L'idea della Fondazione é quella di diffondere l'emapatia, l'amore sano.Se diamo sfogo all'amore la violenza non ha spazio. Ai giovani dico sempre sognate ma dovete credere in un futuro migliore". A questo momento toccante ha fatto seguito un momento musicale, di Simona Molinari,accompagnata dalla Brass Youth Jazz Orchestra diretta da Domenico Riina. La cantante ha
eseguito che ha eseguito un brano " Un filo di voce" di Toni Bungaro e un brano di Morricone. Poi la serata è continuata con l'assegnazione del Premio a Zenaida Bonaventura, donna capoverdiana arrivata a Palermo negli anni ’80 e presidente dell’associazione multiculturale Casa di tutte le genti.
La donna ha raccontato il suo impegno per togliere dalal clandestinità le sue connazionali e non separarle anche dai propri bamini. "Sono andata avanti grazie all'aiuto dei cittadini palermitani. Siamo partiti da un salone di casa mia e ora abbiamo una struttura alla Zisa.Questo premio lo voglio dedicare a una console di Palermo, che mi è stata sempre vicina e che oggi non é con noi per motivi di salute".
La serata é continuata con un altro momento musicale dei "Bellamorea, duo composto dai fratellisiciliani Emanuele e Francesco Bunetto cantautori di musica Pop World del Mediterraneo".
Poi a salire sul palco del Teatro Garibaldi Politeama, Francesco Zavatteri, il papá di Giulio morto morto per overdose, che con l’associazione Casa di Giulio ha donato un luogo nel cuore di Palermo dedicato a chi prova a uscire dalla tossicodipendenza.
"Intanto non giustifico chi fa uso di sostanze stupefacenti, esordisce Francesco Zavatteri, perché chi ci va lo fa con coscienza e con le sue gambe che poi rimane ingabbiato é un altro discorso.Giulio sino all'età di 14 anni era un ragazzo socievole che non destava sospetto poi abbiamo vissuto la tragedia di perderlo. Io, nonostante mi fossi attrezzato per poterlo soccorrerlo, ho assistito alla sua morte. Da quel momento in poi mi sono attivato per comprendere le dinamiche. A Palermo circola il crack e dà una dipendenza fortissima, é una sostanza che costa 5 euro a dose e ovviamente dietro a questo giro c'é la mafia che ha capito l'affare.
Ne approfitto per ringraziare le Forze dell'Ordine per il loro impegno nelcontrastare il fenomeno. I ragazzi che fanno uso di droghe sono fragili. Faccio un appello al sindaco di aiutare un posto dove curarli. Noi, tra le varie cose che facciamo, c'è l'assegnazione di due borse di studio al reparto di neuropsichiatria di Palermo per cercare di favorire uno studio per contrastare la droga con dei farmaci appositi. Io continuamente vedo famiglie distrutte".
Presente in sala il sindaco Lagalla che è stato sempre vicino alla famiglia di Giulio e al Premio internazionale del Beato Puglisi.
"Dobbiamo prestare sempre attenzione alla grande volontà di padre Garau con questo Premio rivolto ai semplici con grande attenzione ai giovani , come nel caso delle borse di studio. Noi ci stiamo riattivando dopo un lungo periodo di sielnzio ci stiamo attivando per realizzare il primo stralcio di ristrustrutturazione della sua Chiesa dove svolge tante attività nel quartiere".
Un messaggio importante è giunto anche dall'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice:
"Penso a questo momento particolare, afferma Lorefice, alal guerra a cui dobbiamo dire che è qualcosa di irrazionale. Dobbiamo tornare a dialogare a essere operatori di Pace e questa è la testimonianza che ci lascia Padre Puglisi, anche per quelel persone che operano nel silenzio". Un momento di leggerezza è stato regalato da Dorrey Lyn Liles & Sylwester Ostrowsky con special guest il batterista Owen Hart e la sassofonista Pang SaxPackgirl, accompagnati da Fabio Lannino e Salvatore Bonafede e dalla comicità del cabarettista siciliano Antonio Pandolfo.

La Direzione Artistica è stata affidata a Francesco Panasci, , che da oltre undici anni cura il progetto nel rispetto del valore sociale di questainiziativa mantenendo viva la memoria e gli insegnamenti di Padre Pino Puglisi.
La serata è terminata con un lungo applauso da parte di tutti presenti e delle autorità civili e militari rinnovando l'appuntamento per il prossimo anno dove il Premio raggiungerà un traguardo importante,i vent'anni della sua istituzione.




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