I dati sono aggiornati al 21 dicembre del 2024 della Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, oggi inserito nella nuova Direzione Centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dedicata all’altainvestigazione tecnologica e alle scienze forensi. Tutte specialità della Polizia che fanno capo al Direttore Centrale, il prefetto Renato Cortese, Una struttura, quella della Polizia Postale, strategicamente diffusa e pronta a rispondere alle richieste dei cittadini e a garantire la sicurezza del sistema Paese, attraverso l'azione costante del Centro NazionaleAnticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (CNAIPIC), presidio di sicurezza per le pubbliche amministrazioni e le imprese strategiche del Paese, in un unico grande “sistema” di pubblica sicurezza cyber; il Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO), in prima linea nella lotta contro losfruttamento sessuale dei minori sulla rete; il Commissariato di PS online, sito ufficialedella Polizia Postale e strumento di diretto contatto con i cittadini, ai quali vengono fornite informazioni. Intensa è stata l'attività del del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Sicilia Occidentale che comprende le province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna e Trapani si registra lo stesso trend nazionale.
Tra le numerose indagini sviluppate, in 55 casi si sono eseguiti decreti di perquisizione domiciliare alla ricerca di materiale pedopornografico, che hanno portato complessivamente al sequestro di 15.000 GB di dati. Continua il fenomeno della diffusione non autorizzata di immagini o video intimi che
colpiscono vittime anche minorenni anche in Sicilia
Occidentale. Tra i diversi fatti di cronaca vi è stato quello avvenuto ad Agrigento, dopo la denuncia della madre di un ragazzo minorenne vittima di cyberbullismo che era stata informata da un docente dell’istituto scolastico frequentato dal figlio circa la diffusione di un video sessualmente esplicito del ragazzo
che era stato videoregistrato contro la sua volontà.
Fondamentale al riguardo era stata l’azione di un compagno di classe della vittima che, ritenendo grave il fatto, lo aveva segnalato al referente per fatti di bullismo
dell’istituto. Il video, infatti, era stato diffuso – attraverso una nota piattaforma – anche tra gli studenti della scuola frequentata dalla vittima.
Grazie agli accertamenti effettuati volti ad individuare le persone coinvolte e grazie amche all'attenta estrapolazione di alcuni frame dal video in questione, nei quali le immagini dei volti degli autori del reato venivano riflesse in
uno specchio del bagno, gli investigatori acquisivano elementi di prova che consentivano alla Procura per i Minorenni di Palermo e alla Procura di Palermo l’emissione di
provvedimenti di perquisizione che hanno interessato complessivamente cinque giovani
agrigentini. L’attività è stata poi eseguita dal personale della Polizia Postale di Agrigento, congiuntamente a quello di Palermo e Caltanissetta.
Tutti i giovani sono stati indagati per produzione di materiale pedopornograficoe per il reato di revenge porn.
Tra le numerose indagini sviluppate, in 55 casi si sono eseguiti decreti di perquisizione domiciliare alla ricerca di materiale pedopornografico, che hanno portato complessivamente al sequestro di 15.000 GB di dati. Continua il fenomeno della diffusione non autorizzata di immagini o video intimi che
colpiscono vittime anche minorenni anche in Sicilia
Occidentale. Tra i diversi fatti di cronaca vi è stato quello avvenuto ad Agrigento, dopo la denuncia della madre di un ragazzo minorenne vittima di cyberbullismo che era stata informata da un docente dell’istituto scolastico frequentato dal figlio circa la diffusione di un video sessualmente esplicito del ragazzo
che era stato videoregistrato contro la sua volontà.
Fondamentale al riguardo era stata l’azione di un compagno di classe della vittima che, ritenendo grave il fatto, lo aveva segnalato al referente per fatti di bullismo
dell’istituto. Il video, infatti, era stato diffuso – attraverso una nota piattaforma – anche tra gli studenti della scuola frequentata dalla vittima.
Grazie agli accertamenti effettuati volti ad individuare le persone coinvolte e grazie amche all'attenta estrapolazione di alcuni frame dal video in questione, nei quali le immagini dei volti degli autori del reato venivano riflesse in
uno specchio del bagno, gli investigatori acquisivano elementi di prova che consentivano alla Procura per i Minorenni di Palermo e alla Procura di Palermo l’emissione di
provvedimenti di perquisizione che hanno interessato complessivamente cinque giovani
agrigentini. L’attività è stata poi eseguita dal personale della Polizia Postale di Agrigento, congiuntamente a quello di Palermo e Caltanissetta.
Tutti i giovani sono stati indagati per produzione di materiale pedopornograficoe per il reato di revenge porn.
Con riferimento al contasto al fenomeno del cyberterrorismo il Centro Operativo di Palermo che nel corso dell’anno ha
monitorato circa 40.000 spazi virtuali.
I nuovi casi trattati nell’anno appena concluso sono circa 600 e i fenomeni più frequenti registrati, specie di phishing, vishing, smishing e falso trading online sono gli stessi diffusi in tutto il territorio nazionale.
Le persone che sono state denunciate a seguito dello sviluppo delle indagini sono circa 100 e in tutte e cinque la province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna
e Trapani molteplici sono state le investigazioni nate dalle denunce di cittadini che ricevevano messaggi apparentemente inviati dai propri istituti di credito che
paventavano un blocco o una movimentazione non autorizzata dal proprio conto; nonché successive chiamate da asseriti operatori bancari o da finti poliziotti. In tutti i
casi la vittima ha condiviso le proprie credenziali o codici OTP che hanno permesso poi ai truffatori di svuotare il conto corrente.
I soldi che vengono sottratti finiscono poi in conti correnti all’estero, oppure reinvestiti in criptomoneta, al fine di ostacolare l’identificazione della loro provenienza
illecita e renderne più difficoltoso il recupero. Da sempre e soprattutto in questi ultimi anni, a causa del numero crescente dei reati di natura informatica diventa fondamentale come condigliano gli investigatori, mantenete un ccontatto diretto tra polizia e cittadino. Ecco che le informazioni possono essere ottenute collegandosi attraverso il sito www.commissariatodips.it. Il Commissariato promuove campagne di sensibilizzazione e prevenzione, informando gli utenti sui rischi.la Polizia Postale è impegnata in attività di sensibilizzazione e prevenzione, considerate
fondamentali nella costruzione di consapevolezze circa i rischi presenti in rete.A livello regionale, oltre che portare avanti le campagne nazionali quali "Una vita da
social” o “Cuori Connessi”, sono state organizzate molteplici iniziative di sensibilizzazione con studenti delle scuole di ogni ordine e grado e di tutte le province, con gruppi di anziani seguiti dal Comune di Palermo, ma anche con operatori del settore finanziario e con professionisti.
"Di recente, sottolinea in una nota la Questura di Palermo, sono stati incontrati i direttori di più di 50 sedi aziendali di Poste Italiane di Palermo e provincia ai quali sono stati illustrati i nuovi scenari delle truffe
che corrono sul web e che fanno leva sull’ingenuità delle vittime, tratte in inganno con sofisticate tecniche informatiche come lo spoofing e i diffusissimi phishing".
monitorato circa 40.000 spazi virtuali.
I nuovi casi trattati nell’anno appena concluso sono circa 600 e i fenomeni più frequenti registrati, specie di phishing, vishing, smishing e falso trading online sono gli stessi diffusi in tutto il territorio nazionale.
Le persone che sono state denunciate a seguito dello sviluppo delle indagini sono circa 100 e in tutte e cinque la province di Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Enna
e Trapani molteplici sono state le investigazioni nate dalle denunce di cittadini che ricevevano messaggi apparentemente inviati dai propri istituti di credito che
paventavano un blocco o una movimentazione non autorizzata dal proprio conto; nonché successive chiamate da asseriti operatori bancari o da finti poliziotti. In tutti i
casi la vittima ha condiviso le proprie credenziali o codici OTP che hanno permesso poi ai truffatori di svuotare il conto corrente.
I soldi che vengono sottratti finiscono poi in conti correnti all’estero, oppure reinvestiti in criptomoneta, al fine di ostacolare l’identificazione della loro provenienza
illecita e renderne più difficoltoso il recupero. Da sempre e soprattutto in questi ultimi anni, a causa del numero crescente dei reati di natura informatica diventa fondamentale come condigliano gli investigatori, mantenete un ccontatto diretto tra polizia e cittadino. Ecco che le informazioni possono essere ottenute collegandosi attraverso il sito www.commissariatodips.it. Il Commissariato promuove campagne di sensibilizzazione e prevenzione, informando gli utenti sui rischi.la Polizia Postale è impegnata in attività di sensibilizzazione e prevenzione, considerate
fondamentali nella costruzione di consapevolezze circa i rischi presenti in rete.A livello regionale, oltre che portare avanti le campagne nazionali quali "Una vita da
social” o “Cuori Connessi”, sono state organizzate molteplici iniziative di sensibilizzazione con studenti delle scuole di ogni ordine e grado e di tutte le province, con gruppi di anziani seguiti dal Comune di Palermo, ma anche con operatori del settore finanziario e con professionisti.
"Di recente, sottolinea in una nota la Questura di Palermo, sono stati incontrati i direttori di più di 50 sedi aziendali di Poste Italiane di Palermo e provincia ai quali sono stati illustrati i nuovi scenari delle truffe
che corrono sul web e che fanno leva sull’ingenuità delle vittime, tratte in inganno con sofisticate tecniche informatiche come lo spoofing e i diffusissimi phishing".
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