In Colombia verifiche sulla presunta morte del superlatitante Motisi, a lavoro l'ambasciata italiana a Bogotà, la Procura e le Forze di Polizia

La Procura di Palermo avrebbe allertato il Servizio Centrale Operativo della Polizia dopo l'indiscrezione giornalistica secondo cui Giovanni Motisi detto "u Pacchiuni", dal 2016 inserito nella lista dei criminali più ricercati d'Europa promossa dall’Europol, sarebbe morto in Colombia. Era ricercato in Italia dal 1998 per omicidio, dal 2001 per associazione mafiosa e dal 2002 ancora per omicidio mentre l’ordine internazionale di cattura era stato emesso il 10 dicembre 1999. I carabinieri nel 2007 entrarono in una villetta di Casteldaccia, trovarono le foto di compleanno della figlia ( in cui compariva anche lui) risalenti al 1999 ma la casa era disabitata poi un covo a pochi passi dall'università sempre i carabinieri arrivarono alla struttura seguendo Galvaruso, suo fedelissimo arrestato nella primavera del 2021 mentre rientrava dal Brasile. Era proprio nel su America che avrebbe fatto i suoi interessi che coinvolgeva anche la Svizzera e Singapore in particolare investendo in resort e ristoranti. In tutti questi anni la caccia a Motisi non è mai stata interrotta. Qualche anno fa la polizia diffuse un nuovo identikit realizzato con la tecnica Age progression che (consiste nell'invecchiamento fisionomico progressivo, partendo dalla studio e dall’attualizzazione di alcuni specifici profili antropometrici che caratterizzano la famiglia di appartenenza del ricercato). Ora potrebbe esserci una svolta definitiva, in queste ore ambasciata italiana a Bogotà sta effettuando le necessarie verifiche sul presunto decesso del killer da sempre uomo di fiducia e sicario di Totò Riina. Inoltre Calogero Ganci, collaboratore di giustizia, avrebbe dichiarato che Motisi sarebbe presente in Cosa Nostra nel momento in cui si era discusso di assassinare il generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Il sessantaseienne capo del mandamento di Paglierelli è accusato anche dell'omicidio del vicequestore e Capo della Mobile Cassarà e di Roberto Antiochia, avvenuto il 6 agosto 1985.

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