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Fibrillazioni nel quartiere Noce per il comando. Il presunto boss un insospettabile commerciante, blitz della polizia con 11arresti
Eseguite 11 misure cautelari nel mandamento mafioso palermitano della Noce. Decine gli agenti coinvolti tra cui quelli dei reparti operativi e investigativi, le unità cinofile della questura e un elicottero del IV° Reparto volo. Numerose le perquisizioni . Sotto la lente d'ingrandimento di investigatori e magistrati le fibrillazioni di uno storico mandamento mafioso di Cosa Nostra palermitana e i suoi nuovi assetti. Il presunto boss al comando sarebbe Giuseppe Romagnolo. L'inchiesta ha svelato i contrasti tra la fazione legata all'ala tradizionale della mafia e quella delle nuove leve della criminalità organizzata.In particolare, è stata registrata una scissione interna alla famiglia mafiosa “Noce” che, nel periodo d’indagine, ha fatto emergere due diverse fazioni: una più tradizionale e garantista del rispetto dei dogmi mafiosi; una più giovane e alternativa ma, al pari della prima, ufficialmente riconosciuta e legittimataDalle captazioni tecniche, sarebbe emerso che i rappresentanti delle famiglie mafiose che compongono il mandamento sarebbero stati decisi unilateralmente da uno storico capomafia prima della sua morte, senza tuttavia ricorrere a metodi più democratici. Tale atto d’imperio ha costituito uno dei motivi che hanno fomentato la predetta scissione che, comunque, ha garantito una coesistenza pacifica senza mai far registrare atti di esplicita belligeranza.Nel corso delle attività investigative sono venuti in evidenza e sono stati quindi documentati diversi casi di estorsione ai danni di cantieri edili e attività commerciali di varia natura.Con le stesse indagini, inoltre, sono state ricostruite le fasi di una rapina avvenuta nel giugno 2023 ai danni di un commerciante della zona e sono stati individuati i presunti autori, oggi interessati da custodia cautelare. La vittima, infatti, ha denunciato che la predetta azione delittuosa era maturata dopo una serie ininterrotta di danneggiamenti e vessazioni che lo stesso aveva subito da parte di soggetti vicine alla famiglia mafiosa che “controlla” quel territorio.Inoltre le indagini avrebbero svelato l’interesse degli indagati nella gestione delle piazze di spaccio, dove la pressione criminale della cosca mafiosa si è manifestata attraverso la gestione dei canali di approvvigionamento dello stupefacente, da sempre interesse prioritario per l’autosostentamento dell’organizzazione. Uno degli indagati, nei cui confronti era stata emessa la custodia cautelare in carcere, è di recente deceduto.
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