Il libro.Una staffetta giornalistica lunga un secolo raccolta dalla penna di Salvo Palazzolo nel romanzo "L'amore in questa città". Storia di un omicidio insabbiato dal regime

di Ambra Drago
L'immagine in bianco e nero di una ragazza dai capelli neri, un libretto universitario recuperato dopo 90 anni che racconta i bei voti ottenuti da questa giovane immatricolata alla Facoltà di Lettere nel 1933. Ma cosa accadde due anni dopo? La ventunenne venne uccisa il 17 settembre 1935 con tre colpi di pistola e accanto al suo corpo c’è anche un altro cadavere, in camicia nera quello del trentenne Vincenzo Mortillaro e un biglietto " Fu la mia amante ma pazza". I corpi furino ritrovati in quello che è oggi è l'archivio della facoltà di Giurisprudenza. Storia di un femminicidio insabbiato dal fascismo. Questi alcuni ingredienti del romanzo "L'amore in questa città" edito Rizzoli scritto dal giornalista de La Repubblica Palermo, Salvo Palazzolo.
"Io vorrei che tutti insieme riaccendessimo la luce sull' accaduto, esordisce Palazzolo. Cetti Zerilli una studentessa in uccisa in questa Università. E devo confessarvi che sono emozionato a parlare oggi, proprio per la triste concomitanza, sto rientrando da Messina teatro dell'ultimo fatto di cronaca, l'uccisione di Sara. Campanella. Oggi da qui riavvolgiamo il nastro su una vicenda sulla quale era calato il silenzio. E invece dobbiamo sempre essere attenti anche ai dettagli, osservare e cercare la verità, a me piace ricordarlo sempre.  Io devo dirvi che da studente di Giurisprudenza non mi sono mai accorto, ad esempio, che l'orologio che campeggia all'esterno di questa facoltà si è fermato alle ore 12,10. La stessa ora in cui il papà della giovane Zerilli, Felice, ha iniziato a cercare la figlia ritrovata accanto a un gerarca fascista. Vorrei che ognuno di voi parlasse delle vittime in una ricerca al presente". Questo è l'invito del giornalista de La Repubblica Palermo, Salvo Palazzolo, che ha fatto alla platea dell'Aula Magna dell'Ateneo palermitano di via Maqueda.
La storia della Zerilli, all'epoca, venne archiviata come un caso di omicidio-suicidio e sul quale fu imposto il silenzio alla stampa. Una storia sconosciuta da molti. Una staffetta ideale e generazionale tra giornalisti ha fatto si che questa storia venisse portata alla luce.

"Vent’anni fa, è stato Aurelio Bruno cronista de L'Ora a raccontarmi il caso di Maria Concetta Zerilli. Ed è stato lui a sollecitarmi a portare avanti le ricerche. Ma devo dire che Marino, cronista del Giornale di Sicilia per anni aveva annotato elementi su questa vicenda anche se era consapevole che non avrebbe potuto scriverne. Ecco una staffetta giornalistica.
Cosi io piano piano cercando nell'Archivio di Stato ho ritrovato dei documenti che mi hanno aiutato a rimettere insieme i pezzi di questo puzzle. Io ho potuto ricostruire tutto grazie a un magistrato e un poliziotto che hanno conservato le carte, che poi sono giunte nell'Archivio. Naturalmente dopo tanto tempo non potevo scrivere un articolo di cronaca, ecco che ho sperimentato il genere del romanzo ed eccoci qui".
Al lungo pomeriggio, presentato dalla giornalista della Tgr Sicilia, Lidia Tilotta ha preso parte il Procuratore Capo di Palermo, Maurizio de Lucia:" Ritengo che è un romanzo storico. Poi è vero c'è un'attività di inchiesta di ricerca e di consultazione di atti processuali fondamentali. Un lavoro attento e certosino. Si parla di questa donna, che è anche una ragazza.

Attraverso le lettere di Cetti  si coglie in fondo il suo essere ragazzina con tutte le sue aspirazioni e tra queste c'è sicuramente anche l'amore. È infatti anche un romanzo d'amore seppur triste ed è connesso all'attualità. Secondo me l'aspetto che emerge e sul quale mi voglio soffermare, conclude de Lucia, è il rapporto con il potere che all'epoca è personificato nel regime totalitario. Ebbene in questa storia abbiamo anche un poliziotto che comunque fa il suo dovere e viene addirittura allontanato da Palermo, c'è anche un giornalista che comunque fa il suo dovere.Questo racconto è tutto il frutto di un lavoro di ricerca affidato a uno che sa scrivere ed è Palazzolo". Una famiglia, quella di Cetti Zerilli, che ha custodito la memoria di questa storia.

"Li ringrazio molto, afferma Salvo Palazzolo. La sensazione senza spoilerare troppo, è che molti personaggi di quel periodo poi ricoprirono ruoli autorevoli ma Cetti, è bene dire non ebbe una relazione con il milite fascista ritrovato accanto a lei. Ma non voglio togliere il gusto della lettura a chi ancora non ha avuto modo di leggere il romanzo".Una sensazione particolare nel leggere questa storia ha colpito le corse del direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Plaia.

" È vero nel leggere la storia ho provato un pugno allo stomaco. Quando mi sono immerso in questa vicenda devo confidarvi che è stato come vivere una storia dell'altro ieri. Quando Salvo mi chiamò per un sopralluogo rimasi all'inizio stupito. Accogliendolo venni poi a scoprire che un luogo della facoltà era diventato la scena di un crimine. Io ho letto il libro e devo dirvi che Salvo è molto bravo a tratteggiare i personaggi. A trattare in modo delicato questo tema".Un lungo applauso ha accompagnato la presentazione.

"Questo libro è sul potere come ha già detto il Procuratore De Lucia, sottolinea Palazzolo. Vedete tra i personaggi c'è Lombardo ed è un bravo poliziotto, lui è ostinato ad andare avanti. E mi piace dire proprio qui che ogni cronista ha in amico poliziotto, carabiniere e finanziere per cercare la verità. Questo libro è un richiamo per ognuno di noi. Abbiamo bisogno di cambiare il nostro metodo di ricerca che non può essere affidato solo a cronisti e Forze dell'Ordine ma bisogna che partecipi anche la comunità". All'intenso pomeriggio hanno partecipato il Presidente di Corte d'Appello Frasca, il generale Napolitano, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, il vicario del Questore, Alberelli e il Procuratore generale della Corte d'Appello Lia Sava. Presenti i familiari del cronista-scrittore a cui è andato il sentito e bellissimo ringraziamento così come a tutti coloro che hanno partecipato e tra questi anche degli studenti fiorentini.

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