Ieri sera, a una cena preparata da loro, sono stati consegnati gli attestati ai ragazzi e alle ragazze che hanno partecipato al corso voluto dall’associazione Un futuro per l’autismo, in collaborazione con Un altro modo e con la Nip (Nazionale italiana pizzaioli)
ACIREALE - Il momento più bello è stato quello della consegna degli attestati: quando a ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico è stato dato atto della conclusione di un percorso andato avanti per mesi che si è concluso con un invito a cena.
Ieri sera, all’impresa sociale Cantine di Loreto di Acireale, in cucina c’erano loro: i giovani e le giovani che, grazie a un progetto dell’associazione Un futuro per l’autismo in collaborazione con Un altro modo e con la Nip (Nazionale italiana pizzaioli), hanno messo le mani in pasta.
«È un modo per dare il giusto merito ai nostri ragazzi per il percorso che hanno fatto, legato alla panificazione e alla pizzeria», spiega Federico Lupo, presidente di Un futuro per l’autismo. «L’inserimento lavorativo si coniuga perfettamente con il progetto di vita dei nostri ragazzi, da cui non può prescindere. Il lavoro rappresenta un'importante occasione relazionale e di crescita, ma soprattutto dona loro dignità e senso», ricorda Lupo.
Così ieri sera di questo si è parlato: di come è possibile costruire un progetto di vita insieme alle famiglie, e di come le istituzioni possono essere partecipi del percorso. Per questo motivo, insieme alle famiglie, ai ragazzi e alle ragazze, e ai componenti di associazioni e cooperative e referenti della diocesi, seduti ai tavoli c’erano anche le istituzioni: dal direttore generale dell’Asp di Catania Giuseppe Laganga Senzio, assieme a diversi altri responsabili dei servizi di salute mentale dell’Azienda sanitaria provinciale etnea, al sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, l’assessora alle Politiche sociali Valentina Pulvirenti, passando per il sindaco di Sant’Agata Li Battiati Marco Rubino, che proprio al progetto di vita delle persone con autismo ha deciso di destinare un terreno confiscato alla mafia.
«Il lavoro delle istituzioni è fondamentale», spiega Vera Caltabiano, componente dell’associazione Un futuro per l’autismo. «Da quando si ha una diagnosi fino al momento dell’inserimento nella società, perché gli unici che possono garantire attività adeguate per i nostri ragazzi sono gli enti locali. Ma devono collaborare: con le associazioni di familiari e con le cooperative che offrono i servizi. Solo così si può garantire un futuro ai nostri ragazzi. Futuro che è la cosa che ci ha preoccupati dal giorno in cui ci hanno detto “Vostro figlio ha un disturbo dello spettro autistico”. Lì il pensiero che dobbiamo lasciare i nostri figli senza che abbiano uno spazio nella società è terribile».
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