Comprendo, anche se non è corretto nei confronti dei siciliani, che molte riforme si arenano perché la maggioranza non riesce a mettersi d’accordo. Ma su un tema del genere, di interesse collettivo, si può fare qualcosa di utile ai lavoratori siciliani”. A dirlo è Jose Marano, deputata regionale del Movimento Cinquestelle ma anche prima firmataria del Ddl sulla parità salariale che ha ricevuto l’ok della Commissione Affari Istituzionali e che deve ancora proseguire il suo iter in commissione Bilancio all’Ars prima di approdare in Aula. “Conoscere lo stipendio di un collega uomo - aggiunge Marano - che fa lo stesso lavoro di una donna non sarà più un tabù. La Direttiva Europea 2023/970 sul divieto del segreto salariale che siamo chiamati a recepire entro giugno 2026 apre scenari nuovi ed incoraggianti sul fronte della lotta al gender pay gap perché va nella direzione di una trasparenza che ad oggi non c’è stata e che ha danneggiato molto le lavoratrici”. “Il mio Ddl– prosegue la parlamentare regionale – si pone sulla scia di questo cambio di passo che la Direttiva Ue vuole imprimere alla cultura delle pari opportunità, nel pubblico come nel privato. La mia proposta di legge, infatti, punta a cancellare una distanza retributiva tra uomo e donna che non fa male solo all’universo femminile ma all’economia tutta. Non valorizzare il contributo in termini di crescita economica che arriva dalle donne significa mortificare un potenziale enorme su cui occorrerebbe piuttosto investire”. “In media - conclude - una donna guadagna ogni ora il 13% in meno rispetto ai colleghi uomini a parità di mansione. Un divario inaccettabile che può essere colmato solo grazie ad un cambiamento culturale che richiede tempo. Nelle more, la politica non può restare a guardare. Ecco perché ritengo che attraverso il mio Ddl il Parlamento Siciliano può fare la sua parte per contribuire ad un’inversione di tendenza ormai non più rinviabile”.
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Parità salariale, Marano (M5s): “Mio ddl va nella direzione indicata dall’Ue, basta leggi bloccate nelle commissioni”
Ferma in commissione Bilancio la proposta di legge che porta la firma della deputata: “Valorizzare il contributo in termini di crescita economica che arriva dalle lavoratrici e colmare il divario retributivo tra uomo e donna significa favorire lo sviluppo del Paese”. “La Sicilia può operare una svolta concreta sulla parità di genere, basta con le leggi ferme al palo in Assemblea Regionale Siciliana. L’iter dei disegni di legge non può iniziare, bloccarsi nelle commissioni e non arrivare mai in Aula! Succede anche questo in Parlamento Siciliano. E per questo chiedo al governo e al presidente Schifani di far sì che il lavoro del parlamentare non venga svilito. Mesi per scrivere un ddl, mesi per trattarlo in commissione e poi non arriva in Aula. Perché? Se si inizia un percorso, poi si deve concludere, altrimenti è uno spreco.
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