di Ambra Drago
Quaratatre anni fa veniva ucciso tra i viali del Policlinico il professor Paolo Giaccone. Un professionista integerrimo e dalla schiena dritta che pagò con la vita il suo dire "no" alla modifica di una perizia che avrebbe incastrato dei criminali. si un grande professionista ma anche un uomo presente e legato alla famiglia come ha ricordato una dei figli, Camilla che a Siciliaunonews ha raccontato questa figura paterna. abbiamo riavvolto il nastro e siamo partiti da un ricordo. "A parte il suo lavoro come uomo posso diere che era affabile per niente altezzoso lo avvicinava alle persone.Una cosa carina che faceva mio padre era organizzare un pranzo con i bidelli, con i colleghi, con tutto il personale e andavano in un locale di Bagheria. Dopo magari una gironata fatta di autopsie e momenti pesanti li ricordo si respirava un'atmosfera familiare". Abbiamo chiesto dove si trova la forza di andare avanti dopo tanto dolore. "E' vero sono passati 43 anni da quella mattina, ci manca tanto. Il suo esempio ci ha dato la forza".La famiglia Giaccone composta oltre che da Camilla da altre tre fratelli, una famiglia unita. Abbiamo chiesto se come figli percepivano il pericolo legato alla professione del padre. "Lui riusciva a rassicurarci. Diceva sempre un medico non viene ucciso, è il magistrato che decide. Tendeva a minimizzare la cosa e non so fino a che punto aveva capito che invece richiava la vita. Da figlia dico di no perchè altrimenti ci avrebbe protetto ancor di più". La memoria di questo professore dalla schiena dritta continua a viaggiare attraverso gli insegnamento dei colleghi, nella formazioneai futuri studenti. Ecco che ogni anno viene attribuito un premio come ci racconta in conclusione Camilla Giaccone: "I Lions ogni anno istituiscono un premio e io ne sono molto contenta. E' una borsa di studio che viene assegnata a chi svolge una tesi su un argomento attinente al lavoro di mio padre. E' un gesto commovente e al tempo stesso di speranza per i giovani".
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