Nuovo colpo di scena nella infinita vicenda dei due maro' italiani accusati per la morte di due pescatori in India. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, torneranno a New Delhi il 22 marzo, data di scadenza del mese di permesso concesso loro dalle autorita' indiane per le elezioni italiane del 24 febbraio. Saranno accompagnati dal sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura. Lo ha deciso il Governo italiano. L'India, ha spiegato De Mistura, ha garantito che non applichera' la pena capitale nel processo. "Abbiamo alcuni valori fondamentali, soprattutto nel momento che viene messa in dubbio la credibilita' dell'Italia. La parola data da un italiano - ha aggiunto il sottosegretario - e' sacra e rimane sacra, sia che sia data dal governo sia che sia data dai maro', che si erano impegnati a tornare. Ma questo impegno era stato sospeso perche' mancava una garanzia, quella che non venisse applicata la pena capitale e questo ci giustificava moralmente ad un mancato rispetto dell'impegno". Oggi "il governo indiano, con un documento scritto, ci ha dato la garanzia - ha spiegato il sottosegretario - di escludere a priori questa questione fondamentale: a queste condizioni si mantiene la parola data". Latorre e Girone, ha concluso De Mistura, "sono d'accordo con la decisione del governo". Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto una conversazione telefonica con Latorre, nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega l'apprezzamento per il senso di responsabilita' con cui hanno accolto la decisione del Governo e ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende con l'augurio di un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni.
La decisione e' stata presa questa mattina in un'apposita riunione del Cisr (Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica) presieduta - come informato da una nota di palazzo Chigi - dal presidente Monti, alla quale hanno partecipato i ministri Terzi, Cancellieri, Severino, Di Paola, Grilli, Passera e i sottosegretari Antonio Catricala' e Gianni De Gennaro. Ma alla decisione, riferiscono fonti ministeriali, si e' arrivati dopo un'ampia discussione, tanto che alcune fonti sottolineano come c'e' chi abbia lasciato l'incontro anzitempo. Del resto, fanno notare altre fonti ministeriali, non erano stati compiuti alcuni passaggi fondamentali, nel momento in cui si era stabilito che Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sarebbero rimasti in Italia. La presa di posizione, per esempio, non era stata formalizzata da un Consiglio dei ministri ad hoc ne' comunicata all'India o ai Paesi alleati dell'Italia. Fonti parlamentari poi riferiscono che il premier Mario Monti gia' in altre occasioni aveva avanzato alcuni dubbi sulla possibilita' di continuare un braccio di ferro con New Delhi, perplessita' che sarebbero arrivate anche dalle alte cariche istituzionali. C'e' addirittura chi sottolinea come il premier sarebbe stato informato solo in un passaggio successivo della strategia di evitare il ritorno dei maro' in India.
Questa mattina nella riunione e' emersa anche la preoccupazione dal punto di vista commerciale per le possibili conseguenze che lo scontro tra India e Italia avrebbero potuto comportare sulle aziende italiane. In ogni caso il governo italiano, come spiega anche la nota del governo, ha avuto rassicurazioni sul trattamento che riceveranno i due italiani.
"Il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorita' indiane l'assicurazione scritta - si legge nel comunicato - riguardo al trattamento che sara' riservato ai fucilieri di Marina e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha ritenuto l'opportunita', anche nell'interesse dei Fucilieri di Marina, di mantenere l'impegno preso in occasione del permesso per partecipare al voto, del ritorno in Italia entro il 22 marzo".
"Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha avuto - si legge in un comunicato del Colle - una conversazione telefonica con il fuciliere di Marina Massimiliano Latorre nel corso della quale ha espresso a lui e al suo collega Salvatore Girone l'apprezzamento per il senso di responsabilita' con cui hanno accolto la decisione del Governo e ha assicurato loro la massima vicinanza nel percorso che li attende con l'augurio di un sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni".
(AGI) .
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