Nella mattinata odierna personale della dipendente Sezione Criminalità Organizzata ha dato esecuzione all’Ordinanza
Le indagini hanno tratto spunto da una denuncia presentata presso il Commissariato di P.S. di Alcamo da un dipendente dalla SIMACO S.r.l (impresa edile gestita dai C. Et. e C. En.), società appaltatrice dei lavori di “urbanizzazione primaria della zona artigiana di c.da Sasi di Calatafimi – Segesta” in merito a presunte pressioni patite circa l’assunzione di lavoratori da parte di tecnici incaricati da quell’ente comunale.
Applicativa di misura cautelare (Arresti domiciliari) emessa dal Gip presso il Tribunale di Trapani, su richiesta della Procura della Repubblica di Trapani, a carico di:
- F. N., del 1957, imprenditore, Sindaco del Comune di Calatafimi – Segesta
- C. Et. di Palermo del 1945, imprenditore pregiudicato.
- C. En. di Palermo del 1980, imprenditore.
Il F.N., eletto sindaco di Calatafimi – Segesta il 6 maggio 2012 (Lista civica di ispirazione centro cattolica), è indagato per i reati di corruzione, falsità ideologica e turbativa d’asta.
Le indagini hanno tratto spunto da una denuncia presentata presso il Commissariato di P.S. di Alcamo da un dipendente dalla SIMACO S.r.l (impresa edile gestita dai C. Et. e C. En.), società appaltatrice dei lavori di “urbanizzazione primaria della zona artigiana di c.da Sasi di Calatafimi – Segesta” in merito a presunte pressioni patite circa l’assunzione di lavoratori da parte di tecnici incaricati da quell’ente comunale.
Sulla scorta di tale denuncia, e di immediati riscontri acquisiti d’iniziativa dalla Polizia Giudiziaria operante, veniva avviata ed eseguita una capillare attività di intercettazione delle conversazione dei soggetti coinvolti che veniva estesa coinvolgendo una pluralità di pubblici amministratori, dipendenti comunali ed imprenditori interessati da vari appalti aggiudicati dal Comune di Calatafimi – Segesta.
In particolare si puntava l’attenzione sulla vendita, mediante asta pubblica, indetta dal Comune di Calatafimi Segesta di alcuni autocompattatori utilizzati per la raccolta di rifiuti nel territorio comunale ed in dismissione.
Le indagini consentivano di acquisire gravi indizi di reità in capo al F.N. in ordine alle seguenti fattispecie di reato:
- Corruzione: per aver, in qualità di Sindaco del Comune di Calatafimi Segesta, ricevuto dall’imprenditore F. F. di Calatafimi, titolare della omonima impresa individuale, 3000 euro, per compiere atti contrari al proprio ufficio al fine di assicurare al predetto F. F. l’aggiudicazione della gara ad asta pubblica di vendita di un veicolo industriale (compattatore) di proprietà dello stesso ente.
- Falsità ideologica: per aver falsamente attestato in un provvedimento a sua firma, con cui invitava il responsabile del Settore Finanziario a sospendere la citata asta pubblica, che la Amministrazione Comunale stava valutando la possibilità di ripristino dei mezzi oggetto del pubblico incanto. Tale falso provvedimento si era reso necessario al fine di prendere tempo per potere reperire una soluzione onde garantire al predetto F. F., l’esito favorevole della pubblica gara in parola, a fronte di una imprevista partecipazione alla stessa di altra impresa.
- Turbativa d’asta: per aver, agendo in concorso con il predetto F.F., turbato il regolare svolgimento di tale gara concordando fra loro che il F.F. ritirasse l’offerta presentata, molto più consistente rispetto a quella formulata da altro concorrente, con conseguente danno da mancato superiore ricavo per il comune di Calatafimi- Segesta.
Gli elementi probatori venivano forniti, oltre che dalle intercettazioni, dalle propalazioni di funzionari comunali, dall’acquisizione documentale esperita presso quell’ente e, soprattutto, dalle dichiarazioni confessorie, rese da altri indagati a piede libero ed in particolar modo dal F. F. che, in sede di interrogatorio, ammetteva di aver versato al Sindaco F.N. la somma di 3000 euro.
Lo stesso F. N., prima della richiesta di misura restrittiva avanzata dai PM, veniva interrogato su delega dell’autorità giudiziaria, fornendo una ricostruzione dei fatti inverosimile ed inattendibile.
Il F. N. è nello stesso contesto indagato a piede libero per il reato di abuso d’ufficio continuato per aver omesso di denunciare alle competenti autorità giudiziarie alcune irregolarità emerse nella gestione delle forniture e dei subappalti nell’ambito dell’esecuzione dei lavori di “urbanizzazione primaria della zona artigiana di c.da Sasi di Calatafimi – Segesta” da parte dell’impresa SIMACO srl.
Lo stesso è, ancora, indagato a piede libero ed in concorso con altri, per il reato di abuso d’ufficio continuato per i seguenti fatti:
- Nomina a responsabile dell’Ufficio Tecnico di Calatafimi Segesta di un soggetto privo di laurea e già in servizio presso il Comune di Salaparuta (TP);
- Approvazione di una delibera sindacale inerente alla convenzione tra il Comune da lui amministrato e quello di Salaparuta che prevedeva una retribuzione di 16.000 euro annui per il funzionario di cui sopra;
- Approvazione di diverse determine sindacali che avevano garantito al predetto funzionario un ingiusto vantaggio patrimoniale, con correlativo danno del comune.
Il F. N., in qualità di presidente del Consorzio Trapanese “Legalità e Sviluppo”, aveva tenuto lo scorso mese di dicembre un seminario presso la locale Prefettura che trattava della normativa in tema di corruzione.
I C.Et. e C.En. (sono padre e figlio) rispondono del reato di intestazione fittizia di beni finalizzata ad eludere l’applicazione di eventuali misure di prevenzione patrimoniale nei loro confronti.
Va precisato come C. Et. annoveri precedenti penali per i reati, fra gli altri, di associazione a delinquere di stampo mafioso, bancarotta e truffa ai danni di Enti pubblici, il che spiega l'esigenza di ricorrere a prestanomi di fiducia al fine di evitare di comparire quale diretto e personale gestore di società attive sul mercato imprenditoriale, così da prevenire l'applicazione in suo danno di misure di prevenzione di natura patrimoniale.
Lo stesso, nonostante l'apertura di apposito procedimento presso il Tribunale di Palermo, non è mai stato raggiunto dalla applicazione di una misura di prevenzione di carattere patrimoniale, poiché in passato è stato sottoposto a programma speciale di protezione.
Le indagini hanno raccolto importanti elementi probatori in ordine al reato contestato grazie alla penetrante azione investigativa condotta da quest’Ufficio. Dalla disamina di tale importante contributo è emerso che nonostante la formale intestazione delle cariche societarie a terzi i ruoli di effettivo potere e controllo gestionale siano affidati ed attribuiti a C. En., direttore tecnico della società ma soprattutto a C. Et., vero, reale, dominus nella conduzione societaria.
In particolare gravi indizi di reità a loro carico sono emersi:
- Dalle intercettazioni dei medesimi e di altri soggetti;
- Dall’escussione di imprenditori e funzionari pubblici;
- Da una email inviata dal C. En. ad un investigatore della Squadra Mobile, nel corpo della quale lo stesso forniva un’ampia confessione delle condotte tenute dal di lui padre nella gestione delle società gestite dai due.
I C. En. e C. Et. sono, altresì, indagati a piede libero per violazioni penali in materia di subappalto e di assunzione dei cd. “lavoratori a distacco”.
Nello stesso contesto sono state effettuate 11 perquisizioni domiciliari e personali in Calatafimi-Segesta, Palermo, Roma e Salaparuta a carico dei tre arrestati e di altri 8 indagati a piede libero.
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