Quando venne assassinato il 21 luglio del 1979, Boris Giuliano era alla Squadra mobile di Palermo da 10 anni e da tre ne aveva la direzione.
Nei mesi precedenti il suo omicidio aveva messo a segno, grazie anche alla collaborazione con la polizia statunitense, alcuni successi contro Cosa Nostra, che avevano però segnato il suo destino.
Sequestri di droga e svariati blitz dentro i covi dei corleonesi avevano persuaso la Cupola a decretare la morte di un investigatore perspicace e innovativo che era riuscito a ricostruire i traffici mafiosi di quegli anni.
Sono passati 38 anni da quel giorno, e mentre si celebra a Palermo la figura dell’investigatore, il suo assassino è in carcere in regime di 41 bis e condannato a diversi ergastoli.
Questa mattina è stata deposta una corona d’alloro in via Di Blasi, a Palermo, davanti al bar dove fu ucciso con 7 colpi di pistola alle spalle.
Autorità e familiari si sono raccolti per ricordarne l’uomo, il padre e il poliziotto che ha pagato con la vita il proprio coraggio.
Polizia di Stato
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