Riapertura Ex Convento di San Francesco di Paola

Attività culturali riapertura Ex Convento di San Francesco di Paola Collegio dei Minimi Castelvetrano | Selinunte10 luglio 2019/10 settembre 2019ore 19,00/22,00. Il Sindaco Enzo Alfano il Presidente Chiara Modìca Donà dalle Rose del WORLD INTERNATIONAL SICILIAN HERITAGE nella qualità di esperto del Comune per la Cultura in occasione della parziale apertura al pubblico del Centro Culturale Polivalente Ex Convento di San Francesco di Paola Collegio dei Minimi in collaborazione altresì con il Presidente Andrea Guastella dell’Associazione AUREA PHOENIX con il Presidente Marco Basseggio dell’ INTERNATIONAL ATIYOGA FOUNDATION
con la partecipazione straordinaria di Prima Mai vi aspettano Mercoledì 10 luglio 2019, ore 19.00/22,00 - ore 19.00 per l’inaugurazione della mostra Personale “ CENERE” con il Maestro MOMÒ’ CALASCIBETTA a cura di Andrea Guastella con la Direzione Artistica di Chiara Modìca Donà dalle Rose;
- ore 19,30 presentazione del racconto del testo “LA CENERE DELL’ACANTO di Dario Orphée La Mendola; - ore 20,00 «LA DANZA DEL VAJARA DEI SEI SPAZI» con la partecipazione straordinaria di Prima Mai e l’INTERNATIONAL ATOYOGA FOUNDATION dopo il San Carlo di Napoli.
In un’ottica di compartecipazione massima della cittadinanza con questo luogo che dovrà diventare luogo di aggregazione e di condivisione quotidiana di giovani, adulti ed anziani, la signoria vostra è invitata a donare una pianta grassa in vaso da ornamento della grande corte che dal 10 giugno 2019 tonerà ad essere di tutti e da tutti curata e vissuta. Il 10 giugno 2019 alle ore 19,00 verrà inaugurata la mostra del Maestro Momò Calascibetta, dal curioso titolo “Cenere”. E’ una complessa e criptica riflessione sullo stato dell’arte contemporanea, con un forte riferimento agli operatori dell’arte, un sorte di corte di “Dei” dal sapore e dal tenore contemporaneo con la vocazione a diventare archeologia nel futuro.
La tecnica pittorica è apparentemente quella della caricatura di personaggi reali viventi ma in realtà molteplici riferimenti iconografici evidenziano la portata del lavoro e la profondità dello stesso mirante ad una riflessione e ad un dialogo sempre più intenso tra arte e matrici del passato con la produzione contemporanea. La presentazione della mostra sarà occasione per la presentazione del catalogo e una lectio magistralis della sottoscritta, del curatore e dell’artista. La sera stessa con la Fondazione “International AtiYoga Foundation” partner attivo di Wish Fondazione Donà dalle Rose per BIAS 2020 per il Padiglione Buddista sul tema del “the game: il tempo del gioco, il gioco del tempo”. La Fondazione in collaborazione con BIAS 2020 organizza la “danza del Vajara dei Sei spazi” con un mandala del diametro di 10 metri di stoffa dove verrà eseguita la danza stessa a cui verranno chiamati a partecipare gli spettatori e la cittadinanza stessa. Sarà occasione per presentare il Bando BIAS 2020. Qui di seguito il concept della mostra che verrà allestita tra il 4 ed il 9 di luglio con vernissage previsto per il 10 sera alle 19.00 con apertura al pubblico dell’Ex refettorio del Collegio dei Minimi ed apertura della Corte di accesso e del portone grande. L’apertura è prevista sino alle 22.00. ABSTRACT. Concepita da un pittore che opera da oltre un trentennio con personali e collettive di grande spessore e da un giovane scrittore, la mostra racconta il panorama artistico siciliano – da sempre “serra calda” di innovative elaborazioni culturali – in chiave “teatrale”, eleggendolo a immagine di un mondo, quello dell’arte, il quale, lungi da appartenere ai soli artisti, è guidato da figure che, obbedendo a logiche rigidamente commerciali, sovente riducono gli autori (e le loro opere) ad ingranaggi, meccanismi di un sistema incomprensibile come, agli occhi dei profani, le oscillazioni della borsa. Dario Orphée La Mendola, in particolare, ha raccontato in un suo scritto, La cenere dell’acanto, di una mostra in Sicilia nata morta. Momò Calascibetta invece i morti li ha risuscitati, esaltandoli in riquadri dove i “signori dell’arte” senza riferimenti personali ma presi in prestito all’immaginaria rappresentazione dello stato dell’arte oggi divengono figure allegoriche di un presente che, immortalato, diventerà passato nella sua irreversibile fissità. La cifra stilistica dei lavori è improntata all’ironia socratica, nel pieno rispetto di una tradizione pittorica “alta”, ma senza escludere anzi usando spesso con spirito giocoso i linguaggi contemporanei. Tematiche. Dove va l’arte oggi? Ha ancora un senso dedicarsi al disegno e alla pittura? I veri artisti, chi sono? E soprattutto, chi controlla i controllori? La mostra non fornisce risposta. Perché all’Accademia della Belle Arti si studia composizione, pittura, scultura, fotografia, storia dell’arte quando per il mercato dell’arte, più ghiotto, sovente non è richiesta la conoscenza ma l’aderenza ad un rigoroso e leggero minimale rapporto con la finanza e la politica che la sostiene. I titoli, le conoscenze sono giudicate come catene di un sapere che in modo autoreferenziale sembrano essere malattie infettive da debellare. Si limita a condurre gli spettatori al centro di problematiche contemporanee ma dall’evidente risvolto universale, quali il rapporto dell’uomo con lo scorrere del tempo e l’inevitabile trionfo della morte che, come nel famoso affresco di Palazzo Abatellis, annichilisce gli individui e le loro creazioni. Il tutto entro la cornice di una terra – la Sicilia – che ha sempre avuto con la morte un rapporto, se così si può dire, di amicizia e confidenza. Dopo la morte cosa lascerà il nostro tempo ai grandi temi dell’arte.
Opere
Le maschere raffigurano per speculum in aenigmate personalità del mondo dell’arte italiano e più piccolo, siciliano, (mecenati, collezionisti, galleristi, direttori amministrativi, curatori, ecc.) nei loro vizi capitali e nelle loro virtù, allegoricamente disegnate senza riferimento personale a nessuno di essi. E tuttavia, come il titolo stesso suggerisce, l’identità dei soggetti effigiati è cenere, un guscio da scartare. Essi esistono, o credono di esistere, solo perché uno o l’altro degli autori ha avuto un qualche rapporto con individui reali e sembra aver conservato ricordi delle loro fattezze. L’idea stessa che esista un sistema dell’arte siciliano è evocata allo scopo di destare ilarità ma anche compiacimento per coloro che l’arte l’hanno salvata veramente, o almeno di ci provano. La denuncia degli artisti va molto al di là: muove dalla loro esperienza personale per riflettere a voce alta sul rapporto tra arte e potere, tra potenzialità e possibilità. Nessuno, in ogni caso, è citato in modo esplicito, il che determina nello spettatore un profondo coinvolgimento personale, che non esclude anzi incoraggia i processi di identificazione indipendentemente dai visi presi solo in prestito.
Spazi
La mostra prevede, nell’antico refettorio sito al piano terra del Collegio dei Minimi, Ex Collegio di San Francesco di Paola, l’istallazione di un polittico di legno con diciannove riquadri di 69x69 cm cadauno e una “porta della morte”. I riquadri sono decorati con santini, fiori finti, lumini, oggettistica Kitsch. Fanno inoltre parte del complesso 50 ex voto di formato variabile e di libero montaggio con versioni alternative dei medesimi soggetti; una fenice simbolo di resurrezione da collocare alla fine del percorso e un leggio, illuminato da luci di scena, con il testo de La cenere dell’acanto. L’installazione sarà effettuata in loco, determinando il formarsi, nel sito espositivo, di un’atmosfera curiosa. La co-curatela dell’esperto nominato dal sindaco per legalità e cultura Chiara Modìca Donà dalle Rose, ideatrice della mostra a Castelvetrano e della creazione di un nuovo Polo Museale Comunale, ha commissionato tre figure inedite della mostra itinerante Cenere di tre notissimi esperti di arte italiani, rendendo ancora più ampio e scenografico il contesto teatrale dell’istallazione con l’ausilio di strumenti atti a rianimare lo stato dell’arte ed a seppellire ciò che non ne ha permesso il suo normale corso.
Tempi
In tempi di mostre per soli addetti ai lavori (a meno che non si tratti di rassegne commerciali) Cenere intende raggiungere quanti più visitatori possibile. Per tale ragione la rassegna è itinerante per i principali musei della Sicilia. Inaugurata presso la Farm di Favara, essa ha già toccato il Polo Museale A. Cordici di Erice, l’ex chiesa di San Giovanni a Gela, Palazzo La Rocca a Ragusa, il Museo Mandralisca a Cefalù, Palazzo Beneventano a Lentini, il Museo Civico di Termini Imerese, il Museo Riso a Palermo, nella sede della Cappella dell’Incoronata e, finalmente in piena stagione stiva, Castelvetrano Selinunte dal 10 giugno al 10 settembre 2019. Sono inoltre previste una tappa italiana e una europea.
Modalità
Rassegna dal carattere didattico e interdisciplinare, Cenere mira al coinvolgimento integrale del pubblico mediante presentazione della pubblicazione La Cenere dell’Acanto, performance, concerti, drammatizzazioni, video esplicativi (vedi Cenere on the road) e un docufilm in corso di realizzazione.
Curricula
Bio Momò Calascibetta
Momò Calascibetta nasce a Palermo in vicolo del Forno. Si laurea in architettura con Gregotti e Pollini ma sceglie di dedicarsi esclusivamente alla pittura.
Pittura che Leonardo Sciascia definirà “come il racconto dettagliato dell’imbestiamento di una classe di potere già sufficientemente imbestiata nella più lata avarizia e nella più lata rapacità”.
Il mondo dei sogni di Momò è abitato da draghi-unicorno, idoli arcani, sogghignanti coccodrilli, giunoniche domatrici, sfrenate tauromachie e toreri evanescenti come lemuri, cavalieri dimentichi e addormentati, minotauri ingentiliti infiammati di passione amorosa, voluttà debordante, lascivia e ingordigia.
I suoi personaggi hanno assistito “alla caduta degli dei” ma conservano l’imprinting del mito più alto; i suoi “relitti umani” divorano con cupidigia, godono e si preparano all’atto unico, forse finale, dell’effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell’individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un’avida passione. Nel 1982 si trasferisce a Milano dove nascono tematiche come “Comiso Park”, “Piazza della Vergogna”, “De l’Amour”, “Labirinto Verticale”, “Terromnia” che troveranno spazi espositivi alla Fondazione Corrente, Fondazione Mudima, Galleria Jannone, Galleria Philippe Daverio, ed in fiere internazionali d’arte: Arte Fiera di Bologna, MiArt, Artexpo New York Coliseum, Art Basel, Arco Fiera di Madrid. Nel 2002 la Fondazione Mudima, a cura di Philippe Daverio, organizza una mostra-evento dal titolo “Terromnia”, dove vengono esposte per la prima volta le sculture e le opere più rappresentative di tutte le tematiche. La mostra susciterà l’interesse di numerosi critici e personaggi che animano la vita culturale meneghina tra i quali Gillo Dorfles, Alessandro Riva, Marco Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio. Nel 2004 è stato ospite con le sue opere alla trasmissione Passepartout di Philippe Daverio su RAI 3 e nel 2005 un suo grande lavoro “Il gelato di Tariq” viene utilizzato per l’allestimento del set delle nove trasmissioni estive di Passpartout. Durante la Biennale di Venezia del 2005 Momò, con altri curatori, organizza il Progetto “Esserci al Padiglione Italia”, evento che ha voluto lanciare un messaggio alla Biennale puntualizzando che l’arte italiana è ammorbata da una volontà dominante verso il crescente dilagare di uno sporco e corrotto mercato dell’arte. Nel settembre 2005 partecipa al grande progetto Plotart a cura di Gianluca Marziani e Massimo Lupoli che lo coinvolge in diverse gallerie d’arte contemporanea in Europa (Studio Senko-Danimarca, Dot Galerie-Svizzera, Fondazione Carlo Molineris-Svizzera, Galerie kiron -Francia, Rar Galerie-Olanda, Galerie Hartdiest-Belgio, Galerìe Blanca Soto-Spagna, Galleria Arturarte-Italia, Centro Multimeios-Portogallo, La Sala Naranja-Spagna. Nel 2007 al Museo Mandralisca di Cefalù un’antologica intorno al tema del “sorriso” a cura di Vincenzo Consolo e nel 2009 l’acquisizione di una sua opera al Museo “Renato Guttuso” di Villa Cattolica. Nel 2016 “Momeide”, un’antologica a Palazzo Zacco a Ragusa a cura di Andrea Guastella e nel 2017 un’istallazione alla Farm Cultural Park di Favara da titolo provocatorio Agrigentèrotique a cura di Dario Orphée. Gli elementi e le radici della sua sicilitudine sono stati sottolineati con testi di Sciascia, Bufalino, Consolo, scrittori che lo hanno sostenuto nel suo viaggio creativo. Nell’opera di Momò, da Mario de Micheli a Giorgio Soavi, da Dentice a Testori, da Philippe Daverio a Gillo Dorfles e Marco Meneguzzo, sono state individuate le caratteristiche ed i canoni del grande e raro disegnatore satirico.
Bio Dario Orphée
Nato ad Agrigento. Ha conseguito la maturità scientifica e la laurea magistrale in filosofia. Insegna Estetica ed Etica della Comunicazione presso l’Accademia di Belle Arti di Agrigento e Progettazione delle professionalità presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Critico e curatore indipendente. Collabora con numerose riviste, scrivendo di critica d’arte e teatrale, estetica, filosofia della natura e filosofia dell’agricoltura, tra cui “Segno”, “Il Pickwick”, “Permacultura & Transizione” e “Balarm”. Si sta occupando dello studio del sentimento, di gnoseologia dell’arte, estetica ecobiologica e scienze naturali.
Bio Andrea Guastella
Nato a Ragusa il 17-08-1973, si è laureato in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Catania nel 1996 col massimo dei voti e lode. La sua tesi su Giuseppe Ungaretti e Jacopone da Todi (Il futuro della tradizione – Ungaretti e Jacopone) è stata poi integralmente pubblicata nel numero di settembre/dicembre 1998 del quadrimestrale di critica “Otto/novecento”. Sempre sulla stessa rivista, ha pubblicato il saggio Il copione del “San Francesco d’Assisi” e la “fiaba” francescana. Appunti sul Gozzano cineasta e narratore per l’infanzia (gennaio/aprile 1999). Sul numero 1/97 della rivista “Proteo” è uscito il suo studio Dopo il diluvio: figure di animali nel canzoniere ungarettiano. Su Quasimodo ha scritto il saggio Il muro metafisico e la siepe leopardiana nell’Isola di Salvatore Quasimodo per Un dono in forma di parole, studi dedicati a Giuseppe Savoca (Genova, Agorà, 2002). Il primo contributo su Ungaretti, unitamente alla relazione letta presso il Seminario Internazionale Giuseppe Ungaretti, In memoria, Roma, “La Sapienza”,1 giugno 2000 (Il miracolo è parola. Ungaretti e Blake) e a un saggio inedito (Il nome ritrovato. Le metamorfosi di Dunja), è stato pubblicato nel suo libro Il futuro della memoria. Tre studi su Ungaretti (Catania, Cuecm, 2003), gli altri interventi sono stati invece raccolti con altri inediti nel volume La risposta futura (Ismeca, 2012). Per le Edizioni Studium è autore del libro Il respiro della vita. Invito alla lettura di Biagia Marniti (Roma, 2001), con in appendice diciannove lettere inedite di Alba de Céspedes a Biagia Marniti e un carteggio anch’esso inedito della Marniti con Giuseppe Ungaretti (1954-1957). Nel 2009 ha curato il convegno nazionale di studi I volti di Medea (Ragusa, Liceo Classico-Cinema Lumière). Ha inoltre lavorato con Emanuele Schembari a una antologia di poeti siciliani contemporanei, Dalla lama del giorno, tradotta e pubblicata in Romania (Editura Nona, 2002). Dirige con Giuseppe Fava la collana di poesia “Due Righe” per l’editore Libroitaliano. Come poeta in proprio è autore delle sillogi La camera quadrata (Libroitaliano, 2002) e Il mare d’erba (Aurea Phoenix Edizioni, 2015). Ha curato per due anni la rubrica Parola d’autore del bimestrale romano “Cultura & Libri”. Ha collaborato con le riviste “Studi Cattolici”, “Fogli”, “ClanDestino” e con il quotidiano “La Sicilia”, su cui ha licenziato vari articoli di interesse artistico e letterario. Molti di questi testi sono poi confluiti nel volume Il muro e la notte (Ismeca, 2011). È stato poi redattore della rivista “Pagine dal Sud”, per cui ha stilato una rubrica di arte, e degli annali del Centro Studi Feliciano Rossitto, per i cui tipi ha pubblicato i volumi Occhipinti e la critica (2006) e Franco Antonio Belgiorno: L’uomo, il giornalista, lo scrittore (2009). È stato redattore della rivista di arte e letteratura “Trasmigrazioni” e membro dell’Editorial Board della rivista “Ippocrene” (vedi anche www.ippocrene.com). Collabora all’almanacco d’arte “Plumelia”. Si è occupato dei beni archeologici presenti nel territorio ibleo e ha preso parte come relatore a un congresso tenutosi a Tunisi (febbraio 2008) sulle epigrafi e i mosaici romani del tardo impero, riferendo sui litostrati nella villa retina del Tellaro in un intervento pubblicato sui “Quaderni Sallustiani”. Ha partecipato come relatore a svariati convegni di argomento artistico, tra cui l’ultimo dedicato dalla Città di Ragusa a Carmelo Cappello. Dal gennaio 2002 è dottore di ricerca in Italianistica. La sua tesi di dottorato, Parole di Ungaretti traduttore, è confluita nella Concordanza delle traduzioni poetiche di Giuseppe Ungaretti (Olschki, 2003), pubblicata per le cure sue e di Giuseppe Savoca. Già organizzatore di eventi (suo il coordinamento del Convegno Internazionale Le mille vite della musica, chi fa e chi usa le parole e i suoni, Castello di Urio, 1997) ed editor presso la R.C.S. Libri (Gruppo Rizzoli) e le edizioni Ares di Milano, è cultore di Letteratura italiana contemporanea e membro della commissione esaminatrice della suddetta disciplina presso l’Università di Catania. È docente a tempo indeterminato di Storia dell’arte presso il Liceo Classico Umberto I di Ragusa. A partire dai primi anni 2000 si è principalmente interessato di arti figurative in veste di critico e di curatore. I suoi interventi sono stati raccolti nei volumi Viaggio a Sud Est (Ismeca, 2011), Un altro viaggio (Ismeca, 2013), Il ramo verde (Aurea Phoenix Edizioni, 2015), Sogni (Aurea Phoenix Edizioni, 2017) e nel volume appena edito Mondi fantastici (Aurea Phoenix Edizioni, 2018). Del 2009 il volume di storia del cinema Un idolo in controluce. Enzo Battaglia (con Domenico Monetti e Luca Pallanch, Elledue) e del 2011 il volume tra poesia e prosa Storia di San Giorgi Cavalieri (MitoMania Edizioni). Nel 2014 è invece uscita la monografia Il sonno della ragione. Colloquio con Franco Cilia (Aurea Phoenix Edizioni). Presidente dell’Associazione Aurea Phoenix dal 2013, cura da tre anni gli eventi culturali della Civica Raccolta Carmelo Cappello di Ragusa, presso cui ha organizzato decine di rassegne espositive. Ha firmato, tra le altre, monografie di Calascibetta, Guccione, Caruso, Ciulla, Iudice, La Cognata, Vespignani, Cilia, Sarnari, Robustelli, ecc. Ha inoltre realizzato come autore numerosi documentari su artisti contemporanei. Attualmente lavora col regista Vincenzo Cascone a un docufilm su Carmelo Cappello.

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