Sicilia: industria del turismo "subito confronto con governi nazionale e regionale"

Programmazione, sostegno, promozione, turn over e formazione. Sono questi i pilastri su cui deve fondarsi la ripresa per l’industria del turismo siciliano. Un settore trasversale che va dall’ospitalità tout court alla ristorazione, dalle infrastrutture ai servizi, messo al tappeto dalla pandemia, ma che guarda già al futuro. “Per ripartire occorre avviare subito un confronto diretto con i governi regionale e nazionale”, affermano Giuseppe Corvaia, il delegato di Sicindustria per il settore Alberghi e Turismo; Ornella Laneri, presidente sezione Turismo Cultura ed Eventi Confindustria Catania; Giancarlo Mignosa, presidente sezione Turismo ed eventi di Confindustria Siracusa. L’ultimo anno è costato al comparto un crollo di oltre il 60% in termini di presenze turistiche nell’Isola e una perdita superiore ai 2,6 miliardi di euro di fatturato. “Nonostante questo – continuano i rappresentanti delle imprese – la filiera, che ha un peso del 9,6% sul totale dell’economia regionale, sta cercando di resistere. Occorre però un sostegno reale e immediato che, di certo non può limitarsi alle imprese con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro. Il settore alberghiero è certamente infatti tra quelli più colpiti e purtroppo a tutt’oggi non ancora fuori dalla fase più difficile della crisi e la previsione che i sostegni nazionali siano erogati solo ad aziende fino ai 5 milioni di fatturato, taglierebbe fuori la metà delle imprese. Ma non solo. Per assicurare una ripartenza è necessario garantire nuova linfa economica agli operatori del settore attraverso adeguate linee di credito che puntino ad una semplificazione dei processi di accesso così da rendere il sostegno reale sia per quelle imprese che stanno cercando di resistere sul mercato sia per quelle che, invece, vogliono rilanciarsi con maggiore forza. Inoltre un istituto come Cassa Depositi e Prestiti deve giocare con più determinazione un ruolo fondamentale nel sostegno alle imprese italiane, affinché queste ultime non diventino preda delle grandi multinazionali estere. Di questo vorremmo parlare sia con il ministro per il Sud, Mara Carfagna, che con quello per il Turismo, Massimo Garavaglia”. Al tempo stesso è necessaria anche una programmazione in vista della prossima stagione estiva, ossia quando è prevista la ripresa in relazione anche all’avanzamento della campagna vaccinale. In Sicilia, secondo gli ultimi dati elaborati da Srm, si stima un recupero delle presenze turistiche tra i 7,1 e gli 11,4 milioni. “Affinché ciò avvenga – concludono Corvaia, Laneri e Mignosa – occorre riaprire al più presto il dialogo e prepararsi per offrire alla clientela una ospitalità e dei servizi ancor più qualificati. Sarà importante sfruttare strategicamente e opportunamente le risorse, investire su nuovi modelli di comunicazione dell’esperienza turistica (sempre più orientata verso un turismo sensoriale ed emozionale) e puntare sulle eccellenze del territorio. Ma anche investire su un’adeguata formazione dei futuri operatori turistici, incentivando il turn over generazionale e sviluppando collaborazioni tra istituti professionali, università e il mondo del lavoro al fine di creare sinergie per migliorare ulteriormente il modo di fare turismo in tutte le sue declinazioni”.

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