La polizia si stringe nel ricordo di Beppe Montana: il capo della Catturandi ucciso 36 anni fa dalla mafia a Porticello

di Ambra Drago
Sarà ricordato domani con una cerimonia, Beppe Montana, il capo della Catturandi della Squadra Mobile di Palermo, ucciso dalla mafia il 28 luglio del 1985 sul lungomare di Porticello. Montana, agrigentino di nascita, si trasferì a Catania dove conseguì la laurea in Giurisprudenza e successivamente vinse il concorso in Polizia. Arrivato nel capoluogo si occupò sin da subito di dare la caccia ai latitanti. In questa veste ottenne risultati di rilievo, scoprendo nel 1983 l'arsenale del "Papa" ovvero Michele Greco,  ed assicurando alle patrie galere nel 1984 Tommaso Spadaro (amico d'infanzia di Falcone), divenuto boss del contrabbando di sigarette e del traffico di droga. Aveva collaborato al "maxi blitz di San Michele" del pool antimafia, eseguendo parte dei 475 mandati di cattura. Un legame privilegiato con figure del calibro di Ninni Cassarà che sarà ucciso, insieme a Roberto Antiochia, pochi giorni dopo, il 6 agosto. Da quel 28 luglio dove famosa rimase la frase di Cassarà che rivolse ai giudici Falcone e Borsellino proprio davanti il corpo del poliziotto " Convinciamoci che siamo dei cadaveri che camminiamo" si aprì un'estate di sangue e dolore per la polizia e la città di Palermo. "A Palermo, in soli dieci giorni, fu privata di tre dei suoi migliori uomini ed investigatori della Squadra Mobile, caduti a seguito della violenta reazione mafiosa all’incisiva azione condotta da Montana, Cassarà ed Antiochia, in nome della legge e per conto dello Stato".Il Questore di Palermo deporrà una Corona di alloro sulla stele in marmo dedicata alricordo del Dott.Montana. A conclusione della deposizione, il Cappellano della Poliziadi Stato di Palermo, Don Massimiliano Purpura, impartirà una benedizione.Lo Stato ha onorato l’estremo sacrificio di Beppe Montana conferendogli, il 26settembre 1986, la Medaglia d'Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione: "Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell'operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d'iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all' identificazione e all'arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all'istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all'estremo sacrificio della vita. Palermo,

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