Celebrata la messa in Cattedrale in ricordo di Dalla Chiesa. Il Gen.Teo Luzi: "Dal suo esempio, abbiamo il dovere di restituire ai giovani una Italia migliore"

Il ricordo dell'uccisione del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, di sua moglie e dell'agente della Polizia, Domenico Russo è proseguito in Cattedrale dove l'arcivescovo di Palermo, Monsignor Lorefice ha celebrato la messa. Al termine della celebrazione hanno preso la parola il Prefetto di Palermo, che ha anche dato lettura del messaggio del Signor Presidente della Camera dei Deputati, il Comandante Generale dell’Arma ed il Ministro dell’Interno. Il Prefetto Forlani, dopo i saluti di rito, ha manifestato la vicinanza della cittadinanza palermitana ai familiari del Generale di Corpo d’Armata Carlo Alberto dalla Chiesa, Prefetto di Palermo, della consorte Emanuela Setti Carraro e dell’Agente Scelto Domenico Russo. Ha ricordato quell’epoca come una stagione di stragi sanguinarie, dove figure come il Gen. dalla Chiesa rappresentassero una speranza non solo per Palermo ma per l’Italia intera. Il Prefetto ha poi dato lettura della lettera del Signor Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, nella quale ricorda come il sacrificio del Gen. dalla Chiesa – di cui va onorata la memoria sempre. Il Comandante Generale - dopo i saluti alle autorità e aver rivolto un affettuoso pensiero ai familiari presenti – ha sottolineato come fare memoria significhi indicare alle nuove generazioni il “giusto sentiero da percorrere”. Il Gen. C.A. Luzi ha raccontato del suo incontro con il Gen. dalla Chiesa - avvenuto a Roma, il 5 maggio 1982 – allorquando, poco dopo aver ricevuto l’incarico di Prefetto di Palermo decise di passare a salutare i giovani Sottotenenti alla Scuola Ufficiali Carabinieri. In quella circostanza il giovane ”S.Ten” Luzi ricevette in dono (insieme ai suoi colleghi di corso) dal Gen. dalla Chiesa una statuetta con gli alamari, simbolo dei Carabinieri. Statuetta che ancora oggi custodisce gelosamente.L’attenzione per i giovani, che dimostrò anche in quell’occasione, è stato un segno distintivo di tutta la sua vita, contraddistinta, in poche parole, da un grande “amore per l’Italia”. Il Comandante Generale ha citato alcuni articoli della Costituzione, dai quali si evince come il Gen. dalla Chiesa abbia saputo con “coraggio, libertà, sensibilità e carisma” rappresentare un fulgido esempio di servitore dello Stato anche a costo della vita. Il Gen. C.A. Luzi ha ricordato come in questi 40 anni il lavoro quotidiano dell’Arma sia stato influenzato dal suo luminoso esempio morale del Gen. dalla Chiesa. Ne è testimonianza la diffusa presenza nelle caserme dell’Arma di sue fotografie appese spontaneamente sui muri. Il Comandante Generale ha infine parlato della suo innovativa visione investigativa, nel percepire il filo conduttore tra tutti gli attentati sia di matrice terroristica che mafiosa, dal quale scaturì non solo un rinnovamento delle tecniche investigative ma anche un nuovo approccio culturale che permise di ottenere fondamentali successi investigativi. Un esempio su tutti le indagini sull’omicidio a Corleone del sindacalista Placido Rizzotto.La sua innovativa visione investigativa, l’attenzione nell’educazione dei giovani alla legalità fanno sì che il Generale Dalla Chiesa - assieme a colleghi di altre Forze di Polizia, magistrati, giornalisti, uomini delle Istituzioni e della sana società civile - sia stato pioniere e icona della lotta alla criminalità organizzata. “Partendo dal suo esempio, abbiamo il dovere di restituire ai giovani un’Italia migliore” ha concluso il Comandante Generale.
Il Ministro dell’Interno ha raccontato di quel periodo difficile per Palermo e per la Sicilia e di come il Generale, poi Prefetto, dalla Chiesa, sembrò la risposta più energica che lo Stato potesse opporre alla protervia di Cosa Nostra. Era l’uomo giusto per quell’incarico anche in virtù della sua grandissima esperienza, era un uomo dotato di un forte carisma, indiscusso prestigio, lunga esperienza investigativa alle spalle, un percorso anche in Sicilia di eccellenza che aveva avuto agli inizi degli anni 40 al Comando Repressione Banditismo. Il Ministro, dopo aver raccontato di alcune fasi della storia professionale e personale del Generale dalla Chiesa, si è soffermata non solo sul suo ruolo investigativo ma anche morale. “Ha gettato il seme profondo nella lotta alla mafia e della cultura della legalità” e ha permesso di capire quanto fosse importante “insegnare le linee di una corretta e onesta azione istituzionale, con particolare attenzione ai giovani, futura classe dirigente del Paese”. Successivamente in corso Vittorio Emanuele, è stata deposto un omaggio floreale (donato dall’Associazione Cassaro Alto) da parte del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri e dei bambini dell’Istituto Sperone Pertini di Palermo, particolarmente un’area difficile del capoluogo siciliano dove è maggiormente importante investire sulla cultura della legalità.A seguire, sono stati esposti, sempre in via Vittorio Emanuele (presso l’ingresso della caserma “Generale C.A. dalla Chiesa”), dei dipinti su pannelli amovibili, realizzati a cura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, con successivo intervento del curatore del progetto per una breve presentazione dell’opera. Infine, si è tenuta la cerimonia d’inaugurazione, nei pressi della Sala della Memoria all’interno della caserma “Generale C.A. dalla Chiesa”, di un altorilievo celebrativo dedicato al Generale, realizzato e donato dal maestro ceramista Nicolò Giuliano.Al fine di rendere ulteriore omaggio alla memoria del Generale dalla Chiesa, per l’occasione è stato organizzato anche un annullo filatelico.

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