Con una cerimonia al "Mac, Museo d'Arte Contemporanea Ludovico Corrao" l’Amministrazione Comunale di Gibellina, con il sindaco Salvatore Sutera, ha conferito ieri pomeriggio la Cittadinanza Onorario all'insigne artista, poeta, drammaturgo e scrittore, figura di grande rilievo nel panorama culturale italiano e internazionale.
Con questo riconoscimento, Gibellina ricambia il proprio debito di gratitudine a un artista che, con la sua opera visionaria e rivoluzionaria, ha saputo interpretare e trasformare la tragica storia del terremoto in un messaggio di rinascita e di speranza.
Gibellina è stata la pietra miliare della mia ricerca artistica e poetica. Ho voluto terremotare il linguaggio teatrale e metterlo in scena sulle rovine di una città terremotata. Un’operazione che solo una mente visionaria come quella di Ludovico Corrao poteva capire e promuovere. La mia gratitudine a Gibellina e a Corrao sarà eterna e si rinnova oggi verso le figlie Francesca e Antonella che allora erano bambine e ora sono le paladine della nuova Gibellina e hanno deciso insieme all’amministrazione comunale, di dare a me la cittadinanza onoraria. Nessun onore poteva essere più grande! Ha commentato Emilio Isgrò.
Nel 1982 il “leggendario sindaco” Ludovico Corrao commissionò a Isgrò l’opera Gibella del Martirio, appositamente scritta dal maestro per Francesca Benetti e portata in scena dall’artista stesso che ne curò anche la regia. Il testo, profondamente radicato nella memoria del luogo, apriva ad un dialogo con le ferite del passato, riuscendo a trasformarle in un atto di creazione collettiva.
Il maestro Isgrò, dopo il successo dell’opera, ne compose una seconda: una processione in versi, San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori, alla quale collaborò Alighiero Boetti, con uno splendido arazzo, per celebrare la festa patronale di Gibellina. La drammaturgia riprendeva i temi e le tradizioni locali reinterpretandole in chiave moderna.
Nel frattempo, il sindaco Corrao aveva commissionato al maestro Isgrò anche l’Orestea di Gibellina (Agamènnuni, I Cuèfuri, Villa Eumènidi), quella che diventò l’opera fondante della nuova storia della città, scritta in un siciliano rivisitato poeticamente dall’artista. La messa in scena della trilogia, con la partecipazione corale dei gibellinesi, intervenuti con diversi ruoli, contribuì in misura decisiva alla rinascita culturale della città, portandola all’attenzione della stampa nazionale e internazionale. Quell’evento ha segnato il momento costitutivo del Festival delle Orestiadi, i cui spettacoli originali ed innovativi testimoniano ancora oggi la vivacità artistica della città. Corrao e Isgrò intuirono l’importanza del teatro realizzato con la partecipazione della popolazione per la rifondazione della città, e con la loro visione plasmarono la rinnovata identità non solo di Gibellina ma della Sicilia intera che partecipava a questa rinascita.
Grazie alle Orestiadi, giunte oggi alla 44° edizione, la nuova Gibellina è diventata un simbolo di resilienza e un laboratorio di sperimentazione unico al mondo per l’arte contemporanea.
Durante la cerimonia Vincenzo Pirrotta ha letto e interpretato alcuni estratti dal testo “San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori”.
Nella stessa giornata il maestro Isgrò ha presentato Ludovico in bianco, opera omaggio al senatore Corrao realizzata per la Fondazione Orestiadi, che ne arricchisce la collezione.
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